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:: Lascari » La storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Lascari sorge sulle pendici di un colle di modeste dimensioni a 76 m slm.Il primo borgo ha origini medioevali mentre l'attuale cittadina risale al XVIII sec., quando il barone Gaetano Ventimiglia le assegnò il nome di Lascari (in onore di una sua discendenza).
Sin dal periodo medievale possono essere riscontrate e individuate tracce della presenza umana nel territorio del paese. Infatti negli anni sessanta, in Contrada Santa Eufemia, in Contrada "Cuvaria" e a ridosso dell'abside dell'ex chiesa della Madonna del Carmelo, vennero rinvenute delle necropoli, databili al periodo della dominazione araba della Sicilia (827-1061), e furono ritrovati frammenti di vasellame e vari corredi funerari.
Risale invece alla prima metà del XII secolo (precisamente al 1148) la Chiesa di Sant'Iconio, cui erano legati numerosi possedimenti e benefici. Se in un primo momento, molto probabilmente, con il titolo "Iconio" si faceva riferimento a San Conone, che insieme al figlio Conello, è patrono di Acerra, poi s'iniziò ad indicare San Cono di Naso. Della Chiesa, tuttavia, risultano oggi visibili pochi resti. Tra il XII e il XIII secolo fu edificato, invece, nell'attuale territorio di Lascari la più rilevante, sotto un profilo storico-politico, traccia della presenza umana nel Comune, il Casale fortificato e la Chiesa di Santa Eufemia. Il luogo fu residenza di alcuni sovrani aragonesi dell'isola, oltre ad essere stato la località in cui secondo la Tradizione, la Vicaria e principessa del Regno di Trinacria Eufemia d'Aragona rese l'anima a Dio il 28 febbraio del 1359. Essi avevano fatto del Casale la loro corte durante il periodo estivo, grazie anche alla presenza di un boschetto ricco di selvaggina nelle vicinanze.
Nell'ultimi decenni del Seicento vari gruppi di contadini iniziarono a spostarsi dal paese di origine, Gratteri, verso l'attuale zona di Lascari; precisamente in contrada "Li Grutti" (chiamata così per la presenza considerevole di grotte in pietra arenaria).
Lo sviluppo fisiologico della comunità richiese un intervento da parte delle istituzioni pubbliche. Il Vescovo di Cefalù e Il Principe Don Gaetano Ventimiglia, Barone di Gratteri decisero di agevolare la partecipazione alla messa domenicale dei coloni gratteresi assegnando alla nuova comunità un cappellano e una rendita.
In questo modo, a circa 400 metri dall'attuale centro urbano, il 26 febbraio 1693 la preesistente chiesa di Santa Eufemia venne elevata a Parrocchia, e divenne ben presto fulcro della vita della comunità.
Tuttavia, forse per motivazioni fisiologiche, legate alla presenza del torrente Colluzzo nei pressi del Casale Fortificato di Santa Eufemia, gruppi di case cominciarono a sorgere invece attorno ad una torre preesistente, Torre Carbone (l'attuale torre campanaria) fino a costituire una borgata alla quale il Barone Gaetano Ventimiglia assegnò il nome di Lascari (in onore di una sua discendenza dal ceppo dei Lascaris imperatori di Costantinopoli).
Nel 1700 fu costruita una nuova Chiesa, l'attuale Matrice, dedicata in un primo momento a San Francesco d'Assisi e successivamente a San Michele Arcangelo, affiancata alla torre campanaria e nel 1721 questa venne elevata al rango parrocchiale a discapito della Chiesa di Santa Eufemia.
Risalente alla prima metà del 1800 sono invece la Chiesa del Santissimo Crocifisso e la Chiesa della Madonna del Carmelo, oggi tuttavia inesistenti. Durante il primo decennio del XX secolo, le due strutture vennero tuttavia donate al Comune a causa di un loro cattivo stato di conservazione. Così la prima Chiesa divenne l'attuale Casa Municipale in seguito a dei lavori verificatisi durante i primi del Novecento, mentre dei pochi resti della seconda, la quale sarebbe dovuta divenire una scuola elementare, oggi però non rimane più traccia.
Negli anni novanta tuttavia, in ricordo del non più esistente luogo di culto, è stata edificata una chiesetta di modeste dimensioni, intitolata anch'essa alla Madre del Monte Carmelo. In seguito a un costante e graduale aumento della popolazione della frazione, nel 1840 Lascari venne nominato comune autonomo con amministrazione propria staccata da quella di Gratteri. Nel 1890 venne concesso al Paese il diritto ad un territorio per favorire l'espansione urbana e per conquistare la necessaria autonomia da Gratteri. Tutto ciò venne però disatteso fino al 6 ottobre 1929 quando, per merito del Comm. Gaetano Abbate, il Re Vittorio Emanuele III finalmente autorizza la cessione.
La parte sinistra dello stemma araldico del paese (concesso il 22 aprile del 1968 con un Decreto del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat) costituisce un chiaro riferimento al Casale di Santa Eufemia, al trascorso nobiliare del territorio e alla primigenia borgata che si era originata nel XVII secolo, mentre la parte destra simboleggia il borgo che oggi costituisce il fulcro del paese, generatosi tra la fine del XVII secolo e gli inizi del XVIII secolo. Il torrione che sormonta l'abitato è un chiaro riferimento alla Torre Carbone, ovvero l'attuale Torre campanaria della Chiesa Madre. I colori rosso e giallo, presenti nello scudo richiamano lo stemma della casata nobiliare dei Ventimiglia, i quali diedero vita al paese, attribuendogli il nome di Lascari.


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