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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Sorge in una zona litoranea collinare, posta a 106 metri sopra il livello del mare.
Esistono alcune ipotesi sull’etimologia del nome originario di Gaggi, Kaggi. Per alcuni studiosi Il nome del paese deriverebbe dall'arabo Haggiag, che significa "pellegrino della Mecca", mutato in periodo normanno in Scaggi e in seguito in Kaggi, denominazione che mantenne fino al 1939. Kaggi potrebbe essere anche una contrazione del termine arabo Kaligi, che significherebbe rivolo d’acqua o Torrentello: da qui infatti Ga(li)ggi e quindi Gaggi. Come è evidente si tratta di ipotesi che tentano di legare il nome all’ubicazione del paese nella valle dell’Alcantara, ricca d’acqua.
Il borgo quindi venne presubilmente fondato dai musulmani nel secolo IX e fu successivamente dominato dagli svevo-normanni. Durante l'occupazione normanna fu donata da Ruggero II al Monastero di Savoca. Successivamente, fino al 1639 fu frazione di Taormina. Appartenne in seguito ad alcune famiglie feudali: ai Barrile, ai principi Branciforte di Scordia e ai marchesi De Spuches,rimanendo possesso di questi ultimi fino al 1760.
Sappiamo infatti che nell’anno 1639 “Giuseppe Barrile pel prezzo di 24.000 fiorini" acquistò “dalla Regia Corte" le terre di “Gaggi, Mongiuffi e Melia, sobborghi un tempo di Taormina". Importante la precisazione: “poco dopo la dismembrazione di Gallidoro" dal territorio taorminese, l’altro paese che “per necessità del Regio erario fu alienata dal regio patrimonio, e venduta col titolo di Marchesato per la somma di 45.600 fiorini".
Antonio Mango di Casalgerardo, nei suoi 2 volumi sul Nobiliario di Sicilia, editi a Palermo nel 1912-1915, dei Barrile scrive così: "Nobile famiglia originaria di Napoli ove fu decorata dei titoli di duca di Caivano, barone di S. Arcangelo ecc., che ha goduto nobiltà in Messina dal secolo XVI al XVIII, in Caltanissetta ed in Palermo. Un Giuseppe Barrile venne, con privilegio dato a 4 febbraio 1643 esecutoriato a 7 maggio dello stesso anno, decorato del titolo di marchese sulla terra di Kaggi e Mongiuffi".
Della famiglia veniamo a sapere che “un cavalier Giovanni Barrile fiorì qual maestro razionale della Corte Reginale il 1347". Il primo a recarsi in Sicilia sembra essere stato un Giovan Luca sotto re Martino, dal quale pei suoi segnalati servigi ottenne rimunerazioni ed onori; e fu segretario della regina Bianca. Come è noto, Bianca di Navarra venne nominata vicaria del regno di Sicilia in assenza del marito Martino il giovane, e tenne testa ai baroni siciliani che volevano approfittare di quel vuoto di potere. A Palazzo Corvaja si riunì il Parlamento siciliano nell'anno 1411 e le assemblee furono presiedute dalla regina spagnola che aveva scelto il Palazzo come residenza estiva.
Vi è poi un Giulio Barrile, che figurò maestro razionale della Camera Reginale sotto la regina Maria, non che Castellano e Governatore di Patti; ed Uberto capo delle regie scuderie di Giovanni d’Aragona. L’aspetto più importante delle notizie riguardanti la famiglia Barrile naturalmente riguarda Giuseppe e i suoi discendenti.
Il Villabianca afferma del resto che un ramo di questa famiglia si stanziò in Messina, ed un Giuseppe Barrile comprò dalla R. Corte la terra baronale di Mongiuffi unitamente a’ casali di Melia e Kaggi nel 1639; indi nel 1643 l’eresse in marchesato.
Il figlio Giovanni fu giudice della R. G. Corte ossia Tribunale Supremo del regno nel 1652. Morì senza prole ed ereditò il fratello Tommaso Barrile, al quale morto egli pure senza figli, successe nei suoi beni la sorella Bianca, che maritatasi a Pancrazio Corvaja si investì del suddetto titolo nel 1686. In realtà Bianca non era sorella di Giovanni Maria e Tommaso, ma cognata. Bianca Parisi Agatina aveva infatti sposato Antonio Barrile, quarto nel titolo e terzo figlio di Giuseppe. Rimasta vedova e senza figli, sposò Pancrazio Corvaja. La nuova coppia, rimasta sempre senza figli, lasciò il titolo a Francesco Rao, cosicchè Mongiuffi e Melia passarono alla famiglia Rao-Corvaja.
Nella sua storia su Taormina lo storico messinese Di Giovanni afferma che il Barrile, dopo aver acquistato acquistò il 26 gennaio 1639 dalla Corte Regia “Gaggi, Mongiuffi e Melia, sobborghi un tempo di Taormina", procedette dopo pochi mesi - con atto datato il 9 giugno 1639 - a un’ulteriore vendita, cedendo Gaggi ad Alfonso Agras, e mantenendo per sè e i suoi successori Mongiuffi e Melia col titolo di Marchesato. Notizia, questa, confermata anche dallo storico palermitano Francesco San Martino de Spucches, che così scrive:
1 - Kaggi è oggi un Comune sito in provincia di Messina; conta una popolazione residente legale di 1215 abitanti; il suo territorio si estende per Ett. 596.99.84 ed è coltivato ad agrumi (limoni, olivi, mandorli, vigne, seminerio, pascolo ed altro). Si trova a 8 Km. lungo il braccio di strada provinciale, Giardini-Francavilla. Se ne parla in un diploma del Conte Ruggero del 1017. Faceva parte dei villaggi di Taormina. In una a Mongiuffi e Melia fu venduto dalla Regia Corte a Giuseppe Barrile per il prezzo di onze 4800 pari a lire 61200. In essa vendita gli fu concesso il titolo di Barone di Melia. Quale vendita procedette in franco e puro allodio. L’atto fu stipulato a 26 luglio 1639, agli atti di Luogotenente di Protonotaro del Regno (Libro dell’anno 1666-67). In seguito, a 4 febbraro 1643, il detto Barrile ottenne dal Re Filippo IV il titolo di Marchese sopra la terra di Kaggi e Mongiuffi (Mercedes reg. del 1642-43, f. 145 retro).
2 - Questo Marchese vendette, a 9 luglio 1650, agli atti di Notar Antonino De Mari di Messina, lo Stato di Kaggi col titolo di Barone, giurisdizione civile e criminale, mero e misto impero ad Alonso Agraz, già Reggente del Supremo Consiglio d’Italia ed allora presidente del Tribunale del R. Patrimonio; e ciò per il prezzo di Ducati 2000 di tarì 12 ciascuno pari a lire 10200 di oggi. Intervenne nell’atto Giovanni Maria Barrile, allora suo primogenito e giudice della Corte Straticoziale di Messina e come donatario del padre; questi approvò e ratificò la vendita suddetta. Detto Alonso sposò D.na Angela Spucches, figlia di Marco e di Antonia da Taormina. Morì in Palernmo, di anni 64, il l8 luglio 1659 (Parrocchia Santa Croce). La moglie morì ivi a 8 gennaro 1663 (Parrocchia suddetta). Furono Marchesi di Unia.
Secondo l’opera riguardante le famiglie nobili siciliane di Antonino Mango di Casalgerardo, Nobiliario di Sicilia, 2 volumi editi a Palermo tra il 1912 e il 1915, Alfonso (o Alonso) Agraz (o Agras) sarebbe stato probabilmente il primo « di questa nobile famiglia castigliana che venne in Sicilia fu un Alonzo de Agraz reggente del supremo consiglio d’Italia in Ispagna, presidente del Tribunale del R. Patrimonio che, con privilegio dato a 19 novembre 1648 esecutoriato a 16 aprile 1649, ottenne il titolo di marchese di l’Agonia, o Unia».
Alfonso Agras, morendo nel 1659 (o 1660), lasciò al secondogenito Giuseppe, dopo il rifiuto di Antonio, la baronia di Gaggi. Giuseppe Agras Spucches morì giovane nel 1673 a Sciacca,un anno dopo suo fratello primogenito Antonio, ma sposatosi nel nel 1666, ebbe nello stesso anno il suo secondogenito Antonio, a cui trasmise i possedimenti e titoli. Nulla si sa del primo figlio, che probabilmente ebbe il nome del padre, Alfonso, ma tutto lascia supporre che debba essere morto assai prematuramente.
Dal fatto che l’asta pubblica dei suoi beni fu eseguita nel 1693 è evidente che Antonio Agras Spucches visse 27 anni. Morendo senza figli, i beni della famiglia Agras Spucches entrarono dunque quell’anno in possesso del Marchese Paolo Girolamo Pallavicino di Genova, il quale divenne aggiudicatario dello stato di Kaggi col titolo di Barone, pur senza prendere mai l’investitura. Il Pallavicino, però, o dopo qualche anno dall’acquisto o immediatamente, vendette la baronia di Gaggi a Biagio Spucches Corvaja ( lo testimonia un atto "stipulato dal Not. Pancrazio Cottone di Taormina li 10 settembre 1708" ). Gaggi ritorna così alla famiglia De Spucches, imparentati con i Corvaja, dato che Biagio De Spucches Corvaja era figlio di Antonino De Spucches e di Donna Giovanna Corvaja, Marchesi nobili di Messina, e a soli 29 anni assume il titolo di barone di Kaggi. A lui si deve la costruzione della Chiesa Maria SS. Annunziata nonchè di quella parte storica del paese denominata Cavallaro.
Biagio De Spucches, oltre ad essere uno dei padri fondatori di Gaggi, fu pure giudice della corte pretoriana di Palermo nel 1695-1696; giudice della R. Udienza di Messina nel 1607; giudice della Gran Corte Civile negli anni 1706-1707, 1710-1711; maestro razionale giurisperito del Real Patrimonio, presidente del supremo magistrato del commercio, presidente del Concistoro nel 1737 e del Tribunale del R. Patrimonio nel 1743 e morì in Palermo senza figli il 4 settembre 1748.
Nel 1820  Kaggi si staccò da Taormina raggiungendo la sua autonomia giuridica.
L'attività economica principale è l'agricoltura. I prodotti maggiormente coltivati sono le olive, i limoni, il grano e l'uva da mosto. Di recente si è inoltre registrato un interessante sviluppo nel settore agrituristico.
Importante è la vasta Riserva naturale Valle dell'Alcàntara che si trova nelle vicinanze del paese.



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