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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Punta estrema occidentale della Sicilia la città sorge su capo Boeo, con vista sulle isole Egadi e sulle isole dello Stagnone (queste ultime fanno parte del territorio comunale).Da un lato la protegge Erice, dall'altro l'abbracciano Segesta e Selinunte; dalle Egadi la separano 20 minuti di navigazione e dalle coste tunisine appena 80 miglia.
Il nome le fu dato dagli arabi che la chiamarono Mars-Allah: "Porto di Allah", da cui derivò il nome attuale della città.
Il suo territorio ha un ricco patrimonio archeologico, culturale e paesaggistico e comprende la riserva naturale regionale delle Isole dello Stagnone di Marsala, tra cui l'isola di Mozia, antica città fenicia.
Il patrimonio artistico che il territorio propone è ampio: chiese, grotte e santuari; ipogei, terme e strade sommerse; statue, anfore e relitti di navi; necropoli e luoghi di culto.Dalla Laguna dello Stagnone e fino al centro storico si estende un'immensa area antica - in parte recuperata, ma molta ancora sommersa - che convive con il moderno complesso urbano.
Il comune di Marsala fino alla fine degli anni 1970 contava all'interno del suo territorio, anche la frazione di Petrosino (che poi con un referendum della popolazione deciderà di diventare un comune autonomo) raggiungendo quasi 86.000 abitanti.
L'importanza di Marsala, fiorita sull'isola di San Pantaleo, affonda le radici nel IV secolo a.C. quando dal mare giunsero i Fenici per insediarsi nell'isola di Mozia, la perla archeologica dello Stagnone, che i Cartaginesi non riuscirono a difendere dall'assedio e dalla distruzione di Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa. E' il 397 a.C. e i pochi sopravvissuti si spostarono sul vicino promontorio di Capo Boeo, dove fondarono Lilybeo ossia "la città che guarda la Lybia", dal cui nome deriva l'appellativo di lilibetani(oltre a quello di marsalesi) per i suoi abitanti.
Lylibeo passò in mano ai romani nel 241 a.C. per divenire uno dei centri più importanti della Provincia siciliana: nucleo di scambi e commerci, sede del pretore e del questore, fu arricchita di ville ed edifici pubblici, tanto da meritarsi l'appellativo di splendidissima urbs datole da Cicerone, questore tra il 76 e il 75 a.C.
Devastata dai Vandali all'inizio del V secolo d.C., fu annessa nel VI all'impero di Giustiniano e visse secoli bui, segnati dal disinteresse di Bisanzio e dalle incursioni dei pirati. L'arrivo nel IX secolo degli arabo-berberi sotto il contiguo monte Granitola segnò anche la ripresa dei traffici commerciali e l'inizio della rinascita della città, che fu ribattezzata col nome Marsa ?Al? "Porto di ?Al?" o, forse, Marsa ??liyy, "Porto Grande", data la grandezza dell'antico porto, sito presso Punta d'Alga, o anche Marsa All?h, cioè "porto di Dio", donde poi il nome attuale. La crescita economica e demografica portò ad un importante sviluppo urbanistico, improntato al modello arabo.La città visse una nuova fase di espansione e divenne una delle più importanti piazzeforti siciliane.
A partire dalla fine dell'XI secolo si susseguirono le dominazioni normanna, sveva, angioina e aragonese. Sotto la dominazione della casa spagnola, Marsala poté godere di un periodo di sviluppo e benessere, grazie al porto e alla coltivazione del fertile entroterra. Gli interessi economici della città si spostarono dal mare alla terraferma e la città visse una nuova fase di espansione e divenne una delle più importanti piazzeforti siciliane. Marsala diventa centro agricolo, nascono e si sviluppano i feudi nei quali - grazie agli Angioini - si diffondono le colture dei cereali e cresce la pastorizia. Ma la chiusura del grande porto di Punta d'Alga, disposta nel 1575 dall'imperatore Carlo V per fronteggiare le incursioni saracene, segnò la fine di questa fioritura. E' il declino delle attività legate al mare, mentre si avvia la diffusione della viticoltura. Lungo le coste spuntano torri d'avvistamento; nell'entroterra nascono i bagli che scandiscono i ritmi della vita contadina.
Da questo momento bisogna aspettare due secoli per avere un'altra svolta nella storia della città. Alla fine del Settecento (1773) fu ancora una volta un arrivo dal mare a cambiarne le sorti: l'approdo dell'inglese John Woodhouse (intraprendente commerciante di Liverpool) che "inventò" il vino marsala. Il Woodhouse, infatti, ritenne di qualità eccellente il vino prodotto dai contadini locali, definito "in perpetuum", visto l'uso di rabboccare le botti in via di svuotamento con vino nuovo, sì da mantenerne inalterati i livelli. Caratterizzato da una naturale alta gradazione alcolica, il vino marsalese non era però adatto al trasporto: per ovviare al problema Woodhouse sperimentò con successo l'aggiunta di alcol di buona gradazione nel vino, garantendone in questo modo la stabilità. Egli ne avviò, quindi, l'esportazione annoverando in seguito, tra i suoi più illustri clienti, l'ammiraglio Nelson e la flotta britannica. Il vino così "inventato" da John Woodhouse fu quindi in grado di affrontare vittoriosamente, specialmente nella variante secca, il confronto col Madera e col Porto, ampiamente popolari tra i sudditi di Sua Maestà. Si deve ai Woodhouse l'esplosione dell'economia marsalese e la messa in opera con propri fondi di numerose opere infrastrutturali, tra cui il nuovo porto di Margitello, l'attuale porto di Marsala.
Dieci anni dopo, i Florio saranno i primi italiani a commercializzare il marsala.
Con lo sbarco di Giuseppe Garibaldi - 11 maggio 1860 - questa Città inizia a scrivere una delle più belle pagine del Risorgimento che, un anno dopo, culminerà nell'Italia unita e repubblicana. L'11 Maggio 1943 un bombardamento alleato sul centro abitato causò numerose vittime tra i civili e sfregiò perennemente il centro storico barocco della città. L'edizione del 13 Maggio 1943 del New York Times riportò l'avvenimento con il titolo "Marsala Wiped Off the Map" (Marsala cancellata dalle mappe). Proprio per il sacrificio di numerose vite umane e per l'eroica capacità di ripresa da quel nefasto giorno,Marsala è insignita della Medaglia d'Oro al Valore Civile.
Oggi la cittadina conserva ancora il suo carattere archeologico, marinaro, garibaldino. E' Città del Vino dal 1987, di fiori, sale, fragole e ceramica. Qui, colori, sapori e profumi di Sicilia si incontrano in un territorio che, tra stradine del centro storico e borgate dell'entroterra, continua a coltivare la tipica ospitalità mediterranea. Il valore dell'accoglienza è nel dna dei marsalesi.



ECONOMIA

Marsala ha nel mare una delle sue principali risorse economiche e turistiche, mentre l'agricoltura, con i suoi ottomila ettari di vigneti, alimenta l'industria del vino: oltre un milione di ettolitri l'anno di bianchi, rossi e liquorosi, tra i quali il nobile marsala. Marsala ha nel tempo sviluppato la sua vocazione turistica che la vede, ormai da dieci anni, tra le mete più amate della Sicilia occidentale e proprio il turismo sta diventando una fonte di reddito altrettanto importante con i suoi 14 km di costa e con le sue bianche spiagge, con la sua storia che si respira per le vie del centro, nei musei baglio Anselmi e nel Museo civico dell'ex convento di San Pietro, solo per citare le più importanti "offerte culturali".
Dal suo porto partono tra l'altro i collegamenti per l'isola di Favignana distante circa 15 minuti di navigazione.

La "Pro Loco" e la "Strada del Vino di Marsala Terre d'Occidente" sono le Associazioni cui fare riferimento per un tour nel territorio, lungo itinerari in cui degustare vini e piatti tipici: rinomati il cuscus di pesce, la pasta con le sarde, i busiati (pasta fresca lavorata a mano) con tonno. Tra i dolci, cassata, cannoli e cappidduzzi di ricotta; cassateddi di fichi secchi, mustazzoli di vino cotto. Tantissimi i gusti dei gelati artigianali: gelsi, mandorla e anguria i più caratteristici.


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