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I CAPOLUOGHI DELLE PROVINCE SICILIANE


 

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Sulle pendici settentrionali dei monti Iblei, al margine meridionale della Piana di Catania a150 m. s.l.m. e a 35 Km da Catania.
Il nome Scordia (Scurdia in siciliano) deriva dal greco Skordìa che significa "agli". Scavi archeologici effettuati nel territorio hanno portato alla luce ceramiche, monete ed altri reperti d'età greca e romana. In periodo svevo il territorio era possesso di Virgilio Scordia, che lo fece ripartire in superiore ed inferiore. Fautore di Roberto d'Angiò, fu cacciato da Federico II d'Aragona e privato dei beni. Così Scordia Superiore fu ceduto a Raimondo Cateno e l'inferiore a Russo Rosso. Ai Russo succedette Tommaso Spatafora che nei registri di Re Martino figura barone. Pervenuto ai Bardassi e ai Campolo, passò in seguito per successione ai Branciforte, principi di Militello. Un membro della famiglia, Antonio, nominato nel 1626 da Filippo IV Principe di Scordia, fu il fondatore dell'attuale borgo, che, successivamente, rimase sotto la giurisdizione dei Branciforte fino ai primi anni del XIX secolo.
Economia:
Oggi Scordia è uno dei principali centri agrumicoli della Sicilia, sia per la qualità del prodotto (uva da vino e da tavola, agrumi, cereali), sia per la sua commercializzazione. Vive del notevole apporto di piccole ma attivissime industrie operanti nella città: fabbriche di arredi per uffici, industrie per la trasformazione di prodotti agricoli e zootecnici, fabbriche di materiali da costruzione, industrie tessili.
Allevamenti: bovini, caprini.