Home Page Chi siamo Cosa offriamo Finalità Partecipa Donazioni Contatti Segnalazioni Mappa del sito Meteo Cartoline


Provincia di CATANIA


Visita il capoluogo

I Comuni

I CAPOLUOGHI DELLE PROVINCE SICILIANE


 

::licodia-eubea»Flora e Fauna » Storia

Eventi Cartoline Galleria Brochure Commenti Link

 

Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Il territorio di Licodia Eubea, nel quale si alternano dolci colline e fertili pianure, è dotato di una flora estremamente varia: comprende infatti circa 200 specie di fanerogame, soprattutto angiosperme, escluse le piante coltivate. Ciò è dovuto alla presenza di diversi tipi di suoli e alle variazioni altitudinali del territorio.
Infatti si possono ammirare, sulle diverse colline, ad un'altitudine di circa 700 m s.l.m., boscaglie di pino d'Aleppo (Pinus halepensis), cresciute sui calcari che prendono il nome di Trubi, oltre a boschi di querce, associati a palme nane (Chamaerops humilis), a corbezzoli, a olivastri o ad eriche. In tali suggestivi querceti, che un tempo probabilmente costituivano la forma principale di vegetazione spontanea, troviamo il leccio (Quercus ilex), particolarmente abbondante su un dirupo in contrada Boschitello, in associazione con altre specie arboree, su terreni argillosi e compatti, e la sughera (Quercus suber), prevalente sul terreno sabbioso.
Le sugherete di maggior pregio sono localizzate in contrada Vaito, al confine col territorio di Caltagirone; in quest'ultimo predominano le sugherete del Bosco di Santo Pietro. Inoltre, sempre in territorio di Licodia Eubea, in alcune aree ristrette esposte a nord, sono diffuse boscaglie di roverella (Quercus pubescens) oltre a numerosi raggruppamenti di olivastro e carrubo, tipici dei terreni della macchia mediterranea.
Sul Tripoli, un terreno sedimentario siliceo, si possono ammirare vaste praterie di ampelodesma (Ampelodesma mauritanica), detto "disa" in siciliano o "tagliamani", che in passato, come ricorda già Plinio, veniva usato dai Siculi per trarne legacci per la vite.
La flora locale comprende inoltre numerose essenze aromatiche che profumano i campi, quali il rosmarino (Rosmarinus officinalis), il timo, l'origano, il lentisco (Pistacia lentiscus) e diversi cisti. Si possono ammirare anche numerose specie di graminaceae, fra cui il piumino o coda di lepre (Lagurus ovatus), e di liliaceae, fra cui l'asparago spinoso (Asparagus horridus L.), l'asparago pungente (Asparagus acutifolius L.) e l'aglio roseo (Allium roseum L.). Durante la stagione primaverile le coltivazioni di cereali vengono colorite per la presenza di una vasta fioritura di rossi papaveri (Papaver rhoeas), e di compositae, fra cui gialli crisantemi spontanei e infestanti, come il Crysantemum coronarium, il Crysantemum nycosis, il Crysantemum segetum, ecc. Fra le anacardiaceae, invece, grande importanza possiede il sommacco (Rhus coriaria), usato per l'estrazione dei tannini. Fra le erbe commestibili del territorio, particolare rilievo possiedono cicorie, senapi, asfodeli, ecc. Nelle zone in cui il suolo è particolarmente degradato e affiora la roccia, crescono piccole praterie xerofile di stipa delle fate (Stipa pennata). Per quanto riguarda le coltivazioni, nel territorio di Licodia Eubea prevalgono le tipiche colture mediterranee dei cereali, degli agrumi, degli ulivi e delle viti.
Quest'ultimo tipo di coltura è di rilevante importanza per l'economia locale, tanto che ogni anno viene organizzata la Sagra dell'uva.
Anche la fauna del territorio di Licodia Eubea, come la flora, è particolarmente ricca: essa comprende diverse specie di mammiferi, quali conigli selvatici, donnole, volpi, lepri ed istrici. Numerose sono anche le specie di uccelli (oltre 240), di cui alcune a rischio d'estinzione come la coturnice meridionale, tipica della Sicilia e in particolar modo dell'avifauna ragusana, e la quaglia, minacciati dalle attività venatorie. Anche del gufo reale, rapace notturno, permangono ormai solo pochi esemplari. Molte altre specie di uccelli, considerate sedentarie e nidificanti negli acquitrini e sulle sponde del lago Dirillo, si osservano sempre più raramente.
Permangono invece tuttora numerose specie migratorie che trovano ristoro nelle acque del lago, diversi rapaci quali gheppio, barbagianni, poiana, ed altri uccelli fra cui colombaccio, gazza ladra, merlo, storno e cornacchia. Fra i rettili prevalgono la tartaruga greca e la tartaruga palustre, "scuzzaria", le pericolose vipere, i saettoni, i colubri leopardini, le numerose lucertole fra cui il ramarro, e diversi geconidi; fra gli anfibi, è possibile riscontrare la presenza della salamandra pezzata, molto rara, del discoglosso dipinto, particolarmente nelle vasche d'irrigazione (dette "gebbie"), del rospo comune, della raganella, della rana verde e della rana agile. Per quanto riguarda i pesci, nel fiume e nel lago Dirillo, specchio d'acqua di una bellezza selvaggia, si trovano il luccio, che qui può raggiungere anche il peso di 3,5 kg, il cefalo, la tinca, la trota e la carpa, oltre ad altre specie recentemente reintrodotte grazie ad un piano di ripopolamento.