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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Le confraternite erano un'istituzione religiosa cittadina, oggi quasi scomparsa, legate alle processioni e alla sepoltura. Fino al 1820 si seppelliva infatti al di sotto del pavimento delle chiese e lo spazio vi era riservato ai confratelli e ai loro familiari o alle famiglie che facevano donazioni. In un apposito registro venivano annotati i nomi di coloro che venivano seppelliti nella chiesa. In seguito le confraternite ebbero cappelle riservate nel nuovo cimitero di San Luca. Quelle economicamente meno dotate confluirono in quelle più ricche e il loro numero si ridusse.
Nelle processioni i confratelli sfilavano vestiti con un apposito abito. L'ordine in cui le confraternite sfilavano era assegnato secondo l'antichità di costituzione o l'importanza attribuita a ciascuna dall'autorità ecclesiastica. Ogni confraternita era posta sotto la guida di un cappellano, che si occupava della formazione religiosa degli associati, delle regole da osservare e dei compiti da svolgere nelle manifestazioni religiose e nelle varie ricorrenze.
Le confraternite esistenti nei vari periodi furono quelle del Santissimo Sacramento, del Santissimo Rosario, di San Nicola, del Santissimo Crocifisso, del Monte di Pietà, del Purgatorio, di San Giovanni Battista, di San Michele Arcangelo, di San Giuseppe e delle Terziarie Francescane, ma non di tutte si conservano gli statuti e i registri. Oggi a Tusa sopravvive solo la Confraternita del Santissimo Sacramento.

Confraternita del Santissimo Sacramento
La "Compagnia del Santissimo Sacramento" fu fondata nella Chiesa Madre nel 1496 e fu aggregata all'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento della chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma. L'attività devozionale si incentrava sul culto eucaristico e si svolgeva in particolare durante la festività del Corpus Domini e nei riti della Settimana Santa. In particolare, nella funzione dell'Ultima Cena, aveva l'esclusività per la distribuzione dei pani benedetti ed entrò per questo motivo in conflitto prima con la confraternita di San Giovanni Battista (1686) e successivamente con quella del Santissimo Rosario.
La confraternita era formata da nobili, civili e galantuomini, che non potevano superare il numero di cento membri, tra i 17 e i 45 anni. Non vi erano ammesse le donne. Era gestita da un governatore, due assistenti, un tesoriere, un cancelliere, due sacrestani, due infermieri, due nunzi ed un cappellano, pagato dai confrati. Durante le processioni i confrati vestivano sacchi di tela bianca col cappuccio e mozzetti di panno sulle spalle, portavano un bastone con l'effige del Santissimo; la confraternita era preceduta da uno stendardo nel quale era raffigurata l'Eucaristia e la Croce. Ogni anno si solennizzava inoltre la festività della protettrice Sant'Irene.
Nel 1536 fu aperto nella Chiesa Madre un oratorio pubblico, destinato all'educazione dei fanciulli, pagato dalla confraternita e dall'Università di Tusa. Nel 1540 la confraternita venne rinnovata con bolla papale. Essendo divenuta insufficiente la cappella, nel 1657 fu eretto un nuovo Oratorio del Santissimo Sacramento nella piazza, mentre la vecchia cappella fu riservata al culto eucaristico. Come confraternita più antica, dal 1750 ebbe il diritto nelle processioni di precedere immediatamente il santo.
Gli accompagnamenti funebri, i diritti di sepoltura ed i legati, disposti da coloro che avevano sepoltura nell'oratorio, costituivano le cospicue entrate della compagnia. Con tali risorse, la confraternita acquistò una floridezza che conservò nel tempo e oggi è l'unica confraternita ancora esistente, sebbene il numero dei confrati sia ormai ridotto. Il vestito è stato recentemente cambiato: si utilizzano abiti civili ed una fascia gialla cui è appeso un medaglione con la raffigurazione del Santissimo Sacramento.

Confraternita del Santissimo Rosario
Fu fondata nel 1555 nella chiesa di Sant’Antonio Abate da Stefano Ususmaris, generale dell'ordine di san Domenico, e fu aggregata all'Arciconfraternita del Rosario della chiesa di Santa Maria sopra Minerva di Roma. Il cappellano era l'arciprete vicario curato.
La confraternita era retta da 8un governatore, due assistenti, quattro consultori, un tesoriere, un cancelliere, due infermieri ed un cappellano. Il numero degli associati non poteva superare i cento confrati e non vi potevano essere ammesse le donne. Nelle processioni i confratelli vestivano un sacco di tela bianco, con cappuccio e mantellina a doppia faccia, da un lato bianco con i margini rossi e dall'altro nero con bordi bianchi: questo secondo lato era utilizzato per i funerali e per la "processione della Madonna Morta" il 13 agosto. Portavano al petto un medaglione raffigurante la Madonna del Rosario ed in mano una candela o un bastone con l'effige della Madonna.
Nel 1565 la sede fu spostata nella Cappella del Santissimo Rosario, eretta accanto alla allora Chiesa Madre e completata nel 1574. Nel 1625 si fuse con la Confraternita del SS. Crocifisso, con sede nella chiesa di San Giuliano. La cappella era tuttavia ancora utilizzata: si continuò ad abbellirne l'altare con statue e dipinti e nel 1651 fu collegata alla Chiesa Madre aprendo un arco nel muro. Dopo il terremoto del 1693 e la demolizione della vecchia Chiesa Madre nel 1736, la confraternita partecipò alla ricostruzione della chiesa e curò la riedificazione della cappella il cui altare era già completato nel 1750. In seguito il vecchio oratorio sotto la cappella venne abbandonato e utilizzato come spazio per le sepolture. La confraternita entrò in conflitto con le autorità ecclesiastiche, a causa dell'apertura di una comunicazione tra la sacrestia e la chiesa, che passava per la cappella.

Confraternita del Purgatorio o delle Anime Purganti
Fondata probabilmente intorno alla metà del XVI secolo, esisteva sicuramente nel 1636. Le confraternite dedicate alle anime del Purgatorio erano diffuse in Sicilia, dove venivano chiamate "confraternite dei Miseremini". Il suo oratorio, costruito accanto alla Chiesa Madre, venne successivamente incluso in questa chiesa. Nel suo altare gestito dalla "comunia degli altaristi", venivano celebrate giornalmente circa dieci messe in suffragio delle anime del Purgatorio.
I confrati vestivano un sacco bianco con cappuccio e mantellina nera. La confraternita era retta da un governatore, due congiunti, un tesoriere, un segretario, un sacrestano, due nunzi, un vessillario, un crocifero ed un cappellano. Non se ne conosce l'anno di scioglimento, ma nel 1870 viene citata come cappellania.
Confraternita di San Nicola
La confraternita di San Nicola fu costituita nel 1655. I confrati originariamente vestivano il saio bianco incappucciato, portando sulle spalle un mantello color verde con bordi rossi ed un bastone pastorale con l'immagine del santo. La struttura amministrativa prevedeva: un superiore, un vice-superiore, un segretario, un vice-segretario, un cassiere, due cerimonieri, un crocifero, un vessillario, un sacrista, un cappellano e quattro confrati per portare le bacchette.
Fino al 1750 ebbe nelle processioni il posto più importante, che passò quindi alla confraternita del Santissimo Sacramento. Fu sciolta prima del 1852, e nel 1866 i beni vennero acquisiti dal demanio. Nel 1894 la confraternita fu rifondata, accogliendo i contadini ed i mulattieri. La veste era ora costituita da abiti civili sopra cui veniva portata la mantellina verde con i bordi rossi ed il medaglione con l'immagine del santo sul petto. Nel 1930, in seguito alla chiusura della chiesa di San Nicola la sede fu spostata nella chiesa di Santa Caterina. Nel 1956 si sciolse definitivamente ed i confrati confluirono nella confraternita del Santissimo Sacramento.

Confraternita di San Giuseppe
Fu costituita nel 1893, assorbendo la disciolta confraternita di San Michele Arcangelo. I suoi componenti erano artigiani e maestri d'arte, tra i 18 ai 45 anni. Lo scopo della confraternita era quello d'operare per la religiosità, il benessere spirituale e l'aiuto reciproco dei congregati. La sepoltura dei confrati e dei loro familiari poteva avvenire in una cappella riservata del cimitero di San Luca. I confrati vestivano abiti civili con fascia azzurra a cui era appeso un medaglione raffigurante San Giuseppe ed in mano portavano una candela.
La confraternita si occupò della chiesa di San Giuseppe e interveniva nelle processioni. Si è sciolta nel 1976.