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::parco-archeologico-di-segesta»Chiesetta del Monte Barbaro » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)


Chiesetta di S. Leone

Chiesetta di S. Leone



La piccola chiesa a navata unica, originariamente coperta da una volta a botte, venne fatta costruire nel 1442 da cittadini di Calatafimi, in una zona ormai disabitata del Monte Barbaro: si trattava probabilmente di una cappella rurale, frequentata da pastori, dedicata a San Leone. Non più officiata già alla fine del XVI secolo, cadde in rovina all'inizio dell'Ottocento (Fase IV).
Scavi recenti hanno rivelato che la cappella fu costruita sulle rovine di una chiesa precedente di dimensioni maggiori, la cui pianta basilicale a tre navate terminate da absidi trova confronti con altre chiese di epoca normanna e normanno-sveva, databile alla fine del XII secolo - inizi del XIII secolo. Questa chiesa apparteneva all'abitato medievale che è ormai attestato in tutta l'area dell'antica Segesta e che aveva la sua roccaforte nel castello posto sulla sommità del Monte Barbaro (alle spalle del teatro e della chiesa). All'esterno della chiesa si trovava un cimitero di semplici tombe scavate nel terreno, rivestite e coperte di lastre di pietra (Fase III).
Il cimitero si sovrappone, almeno in parte, ad una serie di ambienti (probabilmente abitazioni) di una fase precedente, databile al XII secolo e correlabile per tipologia e tecnica edilizia alle costruzioni di tipo musulmano ritrovate sulla sommità del castello e a nord dell'agorà (Fase II).
A sua volta, l'impianto medievale è sovrapposto ai resti della città antica, che doveva costituire un'inesauribile cava di materiale da costruzione. Si possono riconoscere alcuni ambienti di un edificio di età ellenistica (fine II - inizi I secolo a.C.) di cui non è nota la destinazione né la pianta completa; l'edificio era originariamente pavimentato con mosaici che sono stati riutilizzati anche come pavimento delle due chiese posteriori. Alla fase più antica appartengono anche numerose cisterne per la raccolta dell'acqua piovana, scavate nel banco roccioso della montagna (Fase I).





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Parco Archeologico di Segesta

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