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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Il campanile che si presentava nelle forme gotico-catalane, con l'incendio del 1446 rimase danneggiato, ma per oltre 173 anni fu tenuto in piedi da costanti restauri ed interventi. fino al 1619 data dell'improvviso crollo. Di questo triste avvenimento a ricordo vi è una scritta intagliata su di una trave in legno, posta sulla finestra interna del prospetto principale della chiesa e nel punto dove si squarciò il muro per il crollo del campanile; questa ha la seguente dicitura: SUSTINUIT VIRGO RUITURUM A CULMINE TECTUM 1619. L'avvenimento fu considerato un miracolo fatto dalla Vergine perchè il vecchio campanile invece di abbattersi verso la chiesa si abbattè su di un fianco verso l'esterno colpendo il sacrato e alcune case vicine, lasciando così illeso il tetto ligneo recentemente rifatto, che restò così come sospeso sul muro squarciato del frontespizio. Nel 1625 viene dato mandato al maestro Oriano Coli di ricostruire il campanile. I lavori durano sino al 1633 ma soltanto nel 1659 la guglia viene completata e rivestita con la ceramica di Caltagirone. Malauguratamente nel 1676 anche questa torre campanaria subì un altro crollo a causa dell'eccessivo peso della guglia, aggravato per di più dal pesante rivestimento maiolicolato. Il progetto della nuova torre campanaria venne affidato all'architetto Giuseppe Bruno. I lavori cominciarono nel 1681, inizialmente sotto la guida di Giuseppe Pinna, capomastro, e poi di Giovanni Bongiovanni, poi direttamente sotto la direzione dello stesso architetto. La costruzione si protrae lungamente nel tempo, per le notevoli difficoltà dell'impresa. All'inizio del 1700, preso atto della difficoltà di realizzare la torre secondo il progetto originario, perchè le fondazioni non erano sufficientemente robuste, i lavori furono interrotti al secondo livello di lesene. La torre restò così incompleta, ma nonostante questo la sovrapposizione di volummi conferisce alla chiesa una facciata torreggiante perchè al corso inferiore dell'edificio, a lesene doriche con tre fornici immettenti in un vestibolo, si sovrappone centralmente la torre campanaria a due ordini di lesene. Essendo uno dei primi interventi di questo tipo che si realizzavano in Sicilia, esso rappresenta a buon diritto il prototipo delle facciate torri siciliane, e lesempio meglio riuscito di intervento su edificio preesistente caratterizzato, all'esterno, dalle absidi trecentesche e all'interno, dagli spazi rinascimentali delle navate, che la nuova facciata barocca esalta e valorizza. Oggi la torre ci appare alta e possente a torrione su base quadrangolare. Sulla torre venne installata la famosa vampana, grande quanto quella del duomo di Catania. Questa di Enna è più sonora ed ha un suono robusto, infatti prima dell'inquinamento acustico i rintocchi della campana si sentivano fino al quadrivio della Misericordia. La campana , vista la possente mole fu fusa nel piazzale della Matrice dal napoletano mastro Giuseppe Amore e dopo innumerevoli accorgimenti fu collocata nel campanile.

La suddetta scheda di approfondimento è stata elaborata con il contributo della redazione "ilcampanileenna.it " e tratta dalla "Guida del Duomo di Enna" per gentile concessione degli autori.





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