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:: Pedara » Personalità

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- Simone Del Pozzo, vescovo di Catania dal 1378, è ricordato a Pedara per aver autorizzato nel 1388 la costruzione della prima chiesa parrocchiale.
- Domenico Di Giovanni, uomo d'affari messinese, nel 1641 acquistò dagli Spagnoli il casale di Pedara diventandone barone; morì nel 1666.
- Giovanni Lo Coco, (1667 - Acireale - 1721). è l'autore degli estesi e vivaci affreschi della Basilica di S. Caterina risorta dopo il terremoto del 1693.
- Mattia Preti, (Taverna [CZ] 1613 - La Valletta [Malta] 1699). Del grande maestro del barocco italiano Pedara conserva una grande opera: Il Martirio di S. Caterina. La tela è stata recentemente oggetto di uno studio scientifico coordinato dall'Associazione "Centro Storico" di Pedara, in collaborazione con il dipartimento di Storia dell'Arte dell'Università di Malta.
- Don Diego Pappalardo, Cappellano Conventuale dell'Ordine di Malta, (1636 - Pedara - 1710). Unanimemente considerato il figlio più illustre di Pedara, fu un grande mecenate ed artefice di straordinarie imprese, capace di contribuire in prima persona alla rinascita del paese dopo il disastroso terremoto del 1693. Uomo di pensiero e di azione, trovando provvidenziali sbocchi economici, seppe creare intensi rapporti commerciali e scambi culturali con altri centri della Sicilia, di Malta e della Spagna. Fu un uomo, oltre che sacerdote, stimato ed apprezzato anche dalle autorità del tempo. è sepolto nella Basilica di S. Caterina. A lui è dedicata la piazza principale del paese.
- Ludovico Pappalardo, (... - Pedara - 1742). Uomo di Legge e storiografo, fu autore di diversi scritti su Pedara. è grazie a lui se oggi si conosce una parte significativa del passato di Pedara.
- P. Luigi Antonio Faro, sacerdote pedarese, fu un insigne canonista e ricoprì la carica di esaminatore sinodale. Entrato nei Carmelitani di Catania, divenne Provinciale della Sicilia. Papa Pio VII, che lo stimava molto, lo nominò Priore Generale dell'Ordine. Pare sia stato lui a fondare, a Pedara, la confraternita della Madonna del Carmine, riservata agli artigiani, e a restaurare, nel 1811, la Cappella del SS. Sacramento nella Basilica “S. Caterina”.
- Filadelfo Faro, fu un eminente giureconsulto e illustrò il foro di Catania con la sua dottrina e attività. La fama del suo sapere varcò i confini dell'isola estendendosi anche in campo nazionale. Diverse volte fu nominato deputato alla Provincia in rappresentanza del Comune di Pedara, di cui curò gli interessi, e nel 1867 eletto anche deputato al Parlamento nazionale. In suo ricordo, all'antica via S. Biagio venne dato il suo nome. Per i suoi riconosciuti meriti fu nominato Commendatore.
- Giuseppina Faro, Serva di Dio. Nacque a Pedara il 16 gennaio 1847 ed ivi si spense il 24 maggio 1871. Nonostante la sua breve vita, è tra i personaggi più importanti del paese. Fin da piccola si dedicò ad opere di pietà sostenuta dall'ambiente familiare. Attratta dalla vita religiosa, dovette attendere i 21 anni per entrare come novizia nel monastero benedettino di S. Giuliano a Catania. Dopo 18 mesi, una grave malattia la costrinse a tornare in paese dove spirò un mese dopo. Per le numerose virtù da lei praticate, il popolo di Pedara non esitò a chiamarla subito “beata”. La sua fama di santità, grazie al beato cardinale Dusmet che conobbe i suoi genitori e pregava spesso sulla sua tomba, arrivò presto anche all'estero. L'autenticità con cui Giuseppina visse cristianamente la sua breve esistenza terrena colpì i suoi contemporanei, impressionando i suoi stessi concittadini con la pietà, la semplicità e la modestia, nonostante i nobili natali; il suo amore per i poveri fu sconfinato e non si vergognava mai di soccorrerli. Ad oltre cento anni dalla morte, è in corso la fase romana del processo di beatificazione. A lei è intitolato il primo plesso delle Scuole Elementari di Pedara.
- Beato Giuseppe Benedetto Dusmet, cardinale. Vescovo di Catania, per anni trascorse le sue ferie estive a Pedara - che amava definire la “badia della diocesi” -, ospite della canonica della Chiesa Madre dove trasferiva i suoi uffici. Fu lui che consigliò alla famiglia Barbagallo di chiamare a Pedara i Salesiani e fu sempre grazie a lui che la fama di santità di Giuseppina Faro giunse anche in Francia per mezzo dell'abate Couturier.Pastore saggio ed illuminato, sempre primo a soccorrere i poveri ed i bisognosi, rimase accanto alla gente etnea colpita da eruzioni e terremoti.
- P. Alfio Barbagallo, (1857 - Pedara - 1910). Rettore della chiesa di S. Antonio Abate, per la sua umiltà e generosità ricevette presto l'amore e la stima dei Pedaresi, è ricordato soprattutto perché, con le sue due sorelle Concettina e Domenica, donò tutti i propri averi per favorire la fondazione dell'Istituto Salesiano “San Giuseppe”, la decima casa di don Bosco sorta in Sicilia.
- Antonino Gerlando Toscano, Ammiraglio. Nato a Girgenti (Agrigento) il 19 luglio 1887 da genitore pedarese e formatosi alla Regia Accademia Navale di Livorno, ancora giovane fu decorato con la medaglia di bronzo per essersi segnalato nel prestare soccorso ai superstiti del terremoto che nel 1908 colpì Messina e Reggio Calabria. Partecipò poi a numerose azioni militari in diverse parti dell'Europa e del nord Africa. La sua brillante carriera - che gli fece guadagnare, per ultimo, il grado di Ammiraglio di Divisione - si svolse a bordo di unità navali e a terra come insegnante di Storia Navale nell'Accademia Aeronautica e Navale e come direttore dell'Istituto di Guerra Marittima di Livorno. Scelto per una pericolosa missione di guerra al comando della IV^ Divisione Navale, cadde il 13 novembre 1941, in acque tunisine nel corso della Battaglia di Capo Bon, a bordo dell'Alberico da Barbiano (incrociatore), dopo un violento scontro con i cacciatorpediniere della marina inglese. In sua memoria fu decretata la Medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione: "Comandante di una divisione di incrociatori leggeri, incaricata di una missione di guerra eccezionalmente delicata e rischiosa, accoglieva con perfetta serenità il compito affidatogli, e ne dirigeva i preparativi con estrema cura di ogni particolare. Conscio che solo una fortunata evasione da ogni mezzo di scoperta e di offesa nemica poteva permettere alle sue navi di compiere incolumi la loro missione, preparava fortemente l'animo suo e quello dei suoi alla suprema offerta alla Patria. Scontratosi ad alta velocità con un gruppo di unità nemiche che defilava di controbordo, reagì con tutti i mezzi bellici all'azione nemica fortissima e di breve durata. Ferito gravemente fra i primi, continuava imperterrito a dirigere il combattimento, infondendo rabbiosa energia in tutti i suoi dipendenti: esempio di salde ed eroiche virtù militari. Colpita duramente più volte la nave che batteva la sua insegna, rimaneva al suo posto di comando e di combattimento e, in una suprema dedizione alla Patria e alla Marina, deciso a condividere la sorte dell'unità che si inabissava in un alone di gloria, con essa eroicamente scompariva, additando alle schiere dei suoi dipendenti la via del dovere e del sacrificio. Mediterraneo Centrale, 13 dicembre 1941" . A lui è dedicata una strada di Pedara ed una di Catania.
- Alfio Tomaselli. Arruolatosi volontario nell'Esercito, fu presente in tanti scenari di guerra dall'Albania alla Turchia, all'Africa coloniale, durante e dopo le vicende della Grande Guerra (1915-18). Inviato in Spagna a sostegno delle truppe alleate con il generale Franco in occasione della guerra civile iberica, perse la vita nei pressi di Guadalajara, dilaniato da un colpo di mortaio nel tentativo di conquistare una collina in mano alle forze nemiche. In sua memoria fu concessa sul campo la medaglia d'argento al valor militare. Al capitano Tomaselli è intitolata una via di Pedara. è ancora sepolto in un cimitero spagnolo.
- Francesco Pennisi, vescovo (1898 - Pedara - 1974). Primo vescovo della diocesi autonoma di Ragusa, è ricordato per il suo intenso ministero sacerdotale e pastorale e per la sua produzione di opere teatrali. Restano famosissimi i testi drammatici, le commedie brillanti, le farse e soprattutto i versi in vernacolo con cui dipinse in maniera autentica e popolare la tipica scena paesana. A lui è intitolato il nuovo plesso delle Scuole Elementari di Pedara e la via antistante.
- Nino Papaldo (Pedara 1898 - Roma 1997). Nel 1922 intraprese una lunga carriera nella magistratura che lo portò fino alla nomina di V. Presidente del Consiglio di Stato.Partecipò a diverse commissioni per la riforma della Pubblica Amministrazione, pubblicando anche diversi scritti giuridici. Fu anche libero docente di diritto amministrativo presso l'università di Roma e insignito delle medaglie d'oro al merito della Sanità Pubblica, dei Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte e dei Benemeriti della Pubblica Finanza.In età ormai avanzata scrisse "Le bizzocche del mio paese", un'opera scaturita dalla sua formidabile memoria, con la quale ripercorse dettagliatamente tutta la sua giovinezza vissuta a Pedara.
- Salvatore Nicolosi, vescovo.
- Domenico Rizzo, ex Sindaco, deputato A.R.S..
- Graziano Motta, Giornalista.
- Antonello Santoro, esperto classicista.


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