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Chiesa di S.Ignazio - Scicli - Ragusa
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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa di S.Ignazio - Scicli - Ragusa

Chiesa di S.Ignazio - Scicli - Ragusa

Via Nazionale



Di fronte a Palazzo Fava, nella centrale piazza Italia dove, oltre ai bei palazzi settecenteschi, sorge la Chiesa Madre delle Madonna delle Milizie (o di S. Ignazio) in stile barocco e ricca di stucchi dorati e affrescati. è una tra le più antiche chiese ancora aperte al culto in città.
Il terremoto del 1693 non risparmiò né la chiesa né il convento dei Gesuiti, ancora in costruzione, un tempo annesso al luogo di culto e demolito nel 1961 per edificare l'attuale scuola media Lipparini-Miccichè progettata dall'architetto ragusano Nunzio Cilia. Successivamente ricostruita, pare che i lavori si siano conclusi intorno al 1751, dato che tale data compare sulla facciata della chiesa. I disegni del progetto originario relativo alla costruzione prima del terremoto, sono attualmente conservati presso la Biblioteca Nazionale di Parig.
La chiesa, risalente al XVII secolo,divenne chiesa matrice solo nel 1874, da quando venne definitivamente chiusa al culto la chiesa di San Matteo (precedente al terremoto) ed è stata intitolata a San Guglielmo Eremita nel 1986 per decreto vescovile.
Essa è costituita da una facciata piana a due ordini, conclusa da un timpano mistilineo, con una superficie movimentata da lesene e controlesene, adornata da quattro statue colocate su piedistalli e da diverse decorazioni con putti e motivi fogliacei; il tempio costruito con pietra arenaria, volgarmente detta la "giuggiolona", colpita dai raggi del sole con lo scorrere del tempo, assume il colore del miele.
Il secondo ordine è affiancato ai lati da due campanili cuspidati e concluso da un timpano con cornice concavo-convessa; al centro è collocato uno degli orologi civici della città.
L'interno è a pianta basilicale a tre navate: la navata centrale è separata da quelle laterali da grossi pilastri a cui si appoggiavano semicolonne; è separata inoltre dall'abside centrale da una balaustra nera allungata e semicircolare. Le navate laterali sono suddivise in tre cappelle, di cui due di quella sinistra sono dedicati ai santi patroni della città. Una è dedicata alla Madonna delle Milizie il cui simulacro di cartapesta raffigura la Madonna Guerriera coi capelli neri, con la spada sguainata ed il mantello azzurro, su un cavallo bianco impennato sulle zampe posteriori sotto il quale si trovano due saraceni schiacciati.
Non si conosce la provenienza del simulacro recentemente restaurato ma si hanno notizie della tela raffigurante la Madonna durante la battaglia tra i normanni ed i saraceni avvenuta, secondo la leggenda, nel 1091 sulla costa sciclitana. Realizzata da Francesco Pascucci nel 1780, proveniente dall'Eremo delle Milizie, si trova oggi collocata tra la seconda e la terza cappella. Inoltre, si conserva un sasso con l'impronta del piede della Madonna, che la tradizione vuole Ella abbia lasciato scendendo dal suo destriero.
Provenienti da altre chiese sono pure la tela della Madonna del Carmine coi Santi Carmelitani di Pietro Azzarelli (1731) e la tela coi Santi in sacra conversazione.
La terza cappella è dedicata a San Guglielmo: quì si conserva una grande arca laminata d'argento realizzata tra il seicento e il settecento, al cui interno sono custoditi due reliquari in argento (probabilmente realizzati daargentieri palermitani): il busto (1637-1643) contenete il teschio, le ossa del santo e il braccio contenete un'altra reliquia di San Guglielmo.
Particolarmente interessante è il pannello dell'urna in cui è rappresentata la città di Scicli. Ai piedi della cappella si trova una lapide in marmo recante la data del 1565 proveniente dalla chiesa di san Matteo. La navata di sinistra si conclude con la cappella del Santissimo Sacramento. Nella navata destra si trova un dipinto di Antonio Manoli (1721), raffigurante una veduta di Scicli seicentesca con San Guglielmo. L'altare maggiore in marmi intarsiati proveniente dalla chiesa di Santa Maria la Piazza, sostituì il precedente altare ligneo.
Di pregevole valore inoltre sono il pulpito cinquecentesco in legno di noce scolpito, collocato nella navata centrale e l'antico organo dai fregi barocchi.




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