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S. Giuseppe dei Teatini - Palermo
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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



S. Giuseppe dei Teatini - Palermo

S. Giuseppe dei Teatini - Palermo




Tra il 1612 ed il 1645, i Chierici Regolari Teatini (religiosi appartenente all'ordine fondato da San Gaetano di Thiene) fecero costruire in pieno stile barocco una nuova Chiesa consacrandola a San Giuseppe, al posto della Chiesa di Sant'Elia alla Porta Giudaica donata loro dalle facoltose Maestranze dei Falegnami.
Una facciata della chiesa, alla sinistra della facciata, è utilizzata per uno dei Quattro Canti di piazza Vigliena, in particolare quello del quartiere Albergheria. Il fianco opposto invece è occupato da quello che viene chiamato il quinto canto infatti ripropone, con poche modifiche, lo schema dei quattro canti della adiacente piazza. All'esterno dell'edificio la grande cupola spicca ed è facilmente visibile da molte zone della città.
Come risulta da documenti del tempo,l’autore progettista della chiesa fu il P. D. Pietro Caracciolo teatino mentre Jacopo Besio, Savonese, conosciuto a Genova come squisito scalpellino nella chiesa di S. Siro, fu autore della sola sacrestia della chiesa, e direttore dei lavori di costruzione fino al compimento della chiesa.
Alla  Chiesa si accede attraverso un portale incastonato tra colonne in marmo; sopra il timoano, c'è una nicchia contenente la statua di San Giuseppe ( Baldassarre Pampillonia 1738) ai cui piedi vi è uno scudo in marmo che reca scolpita l'ascia incoronata simbolo dei Falegnami.
L'interno, tutto rivestito da marmo pregiato, è croce latina,12 archi (sui cui pennacchi si ammirano grandiosi affreschi raffiguranti gli Apostoli) retti da colonne dividono la chiesa in tre navate, da ogni arcata pende un lampadario in bronzo e dalle navate si aprono delle cappelle che conservano pregevoli opere d'arte.
Lo sfarzo e l'opulenza del barocco lasciano senza fiato quanti varcano il suo ingresso. La decorazione interna è ricca di  stucchi, statue e affreschi. Angeli, putti, intarsi dorati, marmi mischi, pregevoli statue, crocifissi, affreschi, baldacchini policromi, magistrali dipinti su tela e tanto altro viene offerto ai visitatori che si aggirano incantati tra le 34 imponenti colonne che, si narra, furono tratte da un unico blocco di marmo grigio proveniente dalle cave del palermitano Monte Billiemi.
Nella navata centrale troviamo un bellissimo pulpito in noce adornato da statue auree,lungo le navate laterali si aprono le cappelle,ognuna di loro è un capolavoro nel capolavoro, sono decorate da dipinti,sculture,marmi policromi e affreschi tutti contornati da stucchi.
Tutto ciò per attuare il motto dell'Ordine Teatino: "Sia povera la cella, sobrio il vitto, ma ricca la chiesa" e tale regola è stata sicuramente rispettata nel porre in opera la chiesa di Corso Vittorio Emanuele.
L'altare maggiore è sollevato dal pavimento della navata da 5 gradini, è in marmo nero e porta incastonate preziose pietre dure e ornamenti in bronzo, dello stesso materiale i candelabri e i vasi posti lateralmente, mentre a sovrastarlo è il prezioso Crocifisso con Croce in bronzo ed agata ed il Cristo realizzato in avorio.
Una fitta trama di affreschi e stucchi ricopre in ogni sua parte la volta del presbiterio.
Gli affreschi vengono attribuiti a G. Colandrucci (1646-1707) ed al trapanese Andrea Carrera vissuto tra il XVI ed il XVII Sec.).
Nella navata centrale fanno mostra di sè uno splendido pulpito in legno di noce intarsiato e adornato da statue dorate (XVIII Sec.), e i lussureggianti affreschi del pittore fiammingo Guglielmo Borremans.
Sul fondo della navata sinistra ammiriamo la Cappella di San Giuseppe, concessa come segno di gratitudine alle Maestranze dei Falegnami, dove rifulge in tutto il suo splendore la cinquecentesca statua lignea di San Giuseppe rivestita di lamina dorata. Sulle pareti laterali due altorilievi marmorei con episodi della vita del Santo dell’artista Filippo Pennino (1755-1801): il "Sogno di Giuseppe" e la "Sacra Famiglia”.
Sempre nella cappella di San Giuseppe possiamo ammirare 2 affreschi che rappresentano la "Sacra Famiglia e Angelo" e "Il Santo morente".
Pregevolissimi,inoltre,gli affreschi del fiammingo Borremans (1672-1744) come il "Trionfo dei Santi Teatini"(1724) sulla volta della cupola.
Nei pennacchi sono riconoscibili gli Evangelisti attribuiti a Vincenzo Manno (1757-1821):
Matteo (simbolo: Angelo), Giovanni (simbolo: Aquila), Marco (simbolo: Leone), Luca (simbolo: Bue).
Posto nel transetto destro troviamo un altare settecentesco con pavimento in marmi policromi dai fantasiosi disegni geometrici e Paliotto in bassorilievo con Sant'Andrea inginocchiato innanzi alla Santa Vergine. La tela di Sebastiano Conca (1680-1764) da Gaeta descrive con mirabili pennellate la morte di Sant'Andrea d'Avellino.
Nella predella angiolini in bassorilievo.
Pregevoli gli affreschi e stucchi dell'ala sinistra e destra del transetto e quelli della volta a botte con stucchi di Paolo Corso (attivo tra fine '600 e primi decenni del '700) ed affreschi del messinese Filippo Tancredi (1655-1722).
Particolari: stucchi ornamentali di una cupoletta laterale - capitello dell'arco del transetto - Madonna con Bambino (XVI Sec.) di Domenico Gagini (1420-1492) padre del grande Antonello -
Altra bellissima cappella è quella della Madonna di Pompei con il suo affresco raffigurante l’ Incoronazione della Vergine e i suoi bei bassorilievi (sinistro e destro). Sopra la tela, lo stemma dei Padri Teatini, in marmo, tra due Angeli.
Nella Cappella dei Beati troviamo una tela raffigurante il Teatino Giovanni Marinoni ai piedi della Madonna delle Grazie.
Alle spalle dell'ambone, la Cappella con pala d'altare recante la Madonna con Bambino ed ai suoi piedi  il teatino San Giuseppe Maria Tomasi. 
L'ala sinistra del transetto contiene l'altare dedicato a San Gaetano. Sull’altare la tela del famoso pittore monrealese Pietro Novelli (1603-1647) raffigurante San Gaetano assunto in cielo. Sul lato destro dell’altare si nota uno stemma. Affresco sulla volta del transetto (SX).
A destra del presbiterio troviamo la Cappella del Crocifisso con il Crocifisso ligneo su Reliquario realizzato da Frate Umile di Petralia (XVIII sec.). Da ammirare nella cappella sono gli affreschi raffiguranti episodi della vita di Cristo e la tela con Santa Rosalia.
La Cappella della Madonna di Trapani è ornata da colonne tortili e marmi mischi (XVII sec.). Sulla volta l’affresco dell’ "Annunciazione" e al suo interno la statua della Madonna del Gagini (XVI sec.).
Nella cappella della Madonna della Purità si può ammirare il drappeggio in marmi policromi retto da angeli, il tondo che incornicia il dipinto su legno della Madonna.
Ricordiamo anche la cappella che custodisce l'effige della "Miracolosa Madonna della Provvidenza" proveniente dall'omonima chiesa realizzata attorno al 1630 adattando la cripta a volte ribassate della stessa San Giuseppe dei Teatini (attualmente chiusa in attesa di restauri). Al seicentesco dipinto della Madonna della Provvidenza, oggetto di grande devozione dei palermitani, nel 1733 ca. vennero aggiunte le due corone che coprono il capo di Maria e Gesù.
L' altare della chiesa ipogea che ospitava la "Miracolosa Madonna della Provvidenza"  possedeva un prezioso paliotto in argento lavorato a sbalzo nel settecento dai maestri argentieri di Palermo e che oggi si può ammirare sul fronte dell'altare maggiore del superiore tempio. Al centro del Paliotto l'effige della "Miracolosa Madonna della Provvidenza".
Interessanti il maestoso organo a tre tastiere sopra l'ingresso con due cantorie ai fianchi dai festosi, barocchi, intagli dorati, e le acquasantiere sorrette da Angelo in pietra di Ignazio Marabitti (1719-1797) e del suo discepolo Federico Siracusa 
Alle figure degli Apostoli, nelle vele, lavorarono il Velasco e Vincenzo Manno.
Nell'ala sinistra del transetto una teca murale custodisce il Bambinello Gesù con la mano destra nell'atto di benedire e la sinistra che regge il globo crucigero.
In una teca il gruppo scultoreo in terracotta con San Giuseppe morente assistito da Gesù e Maria
Da ammirare anche il prospetto laterale su Via Maqueda con il suo Portale barocco che reca inciso su un capitello l'anno 1632.I bassi finestroni chiusi da robuste grate forniscono luce alla Cripta seminterrata divenuta Chiesa di Santa Maria della Provvidenza. Immersi nell'immensa facciata laterale, quasi invisibili, due quadretti d'epoca
con il Crocifisso  e la SS. Madonna della Provvidenza.
Il Vicolo Giuseppe D'Alessi separa la Chiesa di San Giuseppe dell'ex Casa dei Padri Teatini (dal 1805 sede dell'Università di Palermo ed oggi della Facoltà di Giurisprudenza). In essa i Teatini dimorarono per quasi due secoli per trasferirsi poi presso il Convento della Catena sul Cassaro (oggi prestigiosa sede dell'Archivio storico di Stato).
L'ingresso della Casa Teatina in stile neoclassico immette nel vestibolo. Nella volta sono ancora visibili le tracce dei decori seicenteschi.
L'ex convento seicentesco presenta un grande chiostro dall'imponente colonnato dorico con archi a tutto sesto e
portico con la volta a crociera. Il Convento sarebbe stato collegato alla Chiesa di San Giuseppe tramite archiponti stesi su Vicolo D'alessi. La facciata neoclassica dell'ex Casa dei Padri Teatini.
Su vicolo D'alessi si erge il portale d'ingresso dell'Oratorio di San Giuseppe dei Falegnami che occupa l'angolo settentrionale dell'ex Casa dei Teatini. Di gradevole impatto visivo, nonostante il cattivo stato di conservazione, il tondo sul timpano spezzato con le figure di San Giuseppe e Gesù Bambino. Sotto l'ascia incoronata, simbolo della Congregazione dei Falegnami.

Orari di visita della chiesa
feriali: 9.30 - 12.00 - dalle 16.00- 18.00
festivi: 8.30-13.00 /16.00-18.00



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