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O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Castello a Mare

Castello a Mare

Via Filippo Patti, 25



Il castello a Mare si trova nel Parco archeologico del Castellammare, nei pressi della Cala, nel quartiere la Loggia, a nord del porto di Palermo. È stato il più importante baluardo difensivo del porto di Palermo fino al XX secolo.
Venne costruito dagli arabi intorno al IX secolo, e rivolto verso il mare per il controllo e la difesa del porto, a ridosso della La Cala, nell'area adiacente alla Kalsa. L'attuale struttura è stata costruita in epoca normanna da Roberto il Guiscardo e dal Gran Conte Ruggero a conquista avvenuta.
Nel corso del tempo è stato più volte ristrutturato soprattutto per la diversità di utilizzo a cui si prestava di volta in volta: residenza dei Vicerè di Sicilia o sede siciliana del Tribunale dell'inquisizione.
In epoca aragonese, nel 1333 la flotta di Roberto d'Angiò, nell'ambito delle Guerre del Vespro tentò d'assaltarlo. Fino al 1337 fu la residenza preferita del sovrano Federico III di Sicilia che riformò personalmente l'ordinamento delle prigioni in esso ospitate. Le carceri molto vulnerabili dal punto di vista della sicurezza, per via dei frequenti assalti, quando non subivano veri e propri sabotaggi o bombardamenti dall'esterno, motivarono i primi interventi di restauro a carico dei cittadini.
Fino agli eventi contraddistinti dal Giuramento di Castronovo, regnante Martino il Giovane, il maniero ospitò i tribunali della giustizia ordinaria, secondo il privilegio concesso da Federico III di Sicilia.
Gli uffici dei tribunali approdano nel Palazzo Chiaramonte-Steri fino al 1598, per essere trasferiti nel restaurato Palazzo Reale. Sotto la reggenza di Bianca di Navarra nel 1417, per garantire la sicurezza della struttura è costruito un fossato, la porta e gli accessi sono dotati di barbacane, sono poste grate e sbarre alle finestre, è completato il tetto, sono aggiunti quegli accorgimenti atti a migliorare le funzioni e la qualità di vita delle persone e delle istituzioni in esso ospitate.
Nel 1445 furono aggiunte altre opere difensive volute da Alfonso V d'Aragona, è documentato il luogo di culto retto da un cappellano, i magazzini d'approvvigionamento di cereali e legname, i locali per la macinatura del grano.
Tra i vari documenti del XIV e del XV secolo, è pervenuto un inventario delle armi e dei beni, redatto nel 1478, in occasione della morte del castellano Giovanni Antonio Fuxa.
Nel 1496 sono documentati altri lavori d'ampliamento voluti da Ferdinando II d'Aragona e commemorati con una targa marmorea posta all'ingresso, fortificazioni motivate dai sempre più frequenti assalti di flotte corsare genovesi e saracene.
In epoca spagnola, fu residenza temporanea dei vicerè di Sicilia. Durante la rivolta popolare capeggiata da Gianluca Squarcialupo nel 1517, anche lo stesso vicerè di Sicilia Ettore Pignatelli, conte e duca di Monteleone, vi si trasferì per maggiore sicurezza, per poi preferire per breve periodo il Palazzo Chiaramonte-Steri e infine Palazzo Regio. Le cronache riportano la dimora del vicerè di Sicilia Ferrante I Gonzaga, infatti i figli Francesco Gonzaga e Gian Vincenzo Gonzaga, nati nel Castello a Mare, furono battezzati nella chiesa di San Giacomo la Marina, parrocchia competente per territorio, rispettivamente nel 1538 e nel 1540.
Fortificazioni con ponti levatoi, fossati, bastioni, baluardi, sono incentivati da Carlo V d'Asburgo a difesa dei primitivi maschio e torrione.
Il castello divenne sede siciliana del Tribunale dell'Inquisizione tra il 1553 e il 1601, istituzione introdotta in Sicilia fin dal 1487 da Ferdinando II d'Aragona, e presto trasferita allo Steri.
Il 29 agosto 1593, per lo scoppio di due polveriere, perirono numerose persone fra cui l'insigne poeta Antonio Veneziano, ivi rinchiuso per scontare una condanna per diffamazione.
Nel 1658 per la nascita del figlio di Filippo IV di Spagna, l'erede al trono Prospero Filippo, gran parte dei proventi regalati per le fasce dell'infante, furono destinati per migliorie alle strutture, evento commemorato da stele marmoree. Il principino, anch'egli morì in tenera età come tutti i fratelli maschi che lo precedettero, eccetto Carlo II di Spagna nato alcuni giorni dopo la sua dipartita, cresciuto a sua volta debole e malaticcio.
Nel quadriennio 1670 - 1674 è edificata la fortificazione voluta dal vicerè di Sicilia Claudio Lamoral, I Principe di Ligne.
In età borbonica divenne struttura puramente difensiva, nota per essere stata sede di iniziative anti-borboniche concluse poi negativamente coi moti del 1718 e 1734. Nel 1722, sulla piazza antistante è documentata l'installazione della statua di San Giovanni Nepomuceno, realizzata da Tommaso Maria Napoli, manufatto custodito dopo gli eventi del 1860 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli detta la «Gancia», oggi nella cappella eponima della chiesa di San Giacomo dei Militari.
Con Ferdinando III di Borbone furono aggiunte altre fortificazioni. Tra le più importanti si ricordano:
Bastione di San Pietro
Porta Aragonese
Baluardo di San Giorgio
Baluardo di San Pasquale
Baluardo del Principe di Lignè.
Durante l'insurrezione di Palermo fu uno dei punti da cui si bombardò la città e fu parzialmente smantellato dopo la partenza delle truppe regie. Tuttavia proprio durante il Regno delle due Sicilie alcune strutture furono sottoposte a restauri e ammodernamenti fino al regno di Francesco II nel 1860, quando l'intero complesso fu assaltato e in parte demolito dalla popolazione, secondo la richiesta formulata a Giuseppe Garibaldi.
Fu adibito a caserma militare fino al 1922. Subì dei gravi danni e demolizioni consistenti durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale.
Nel 1923 è stato demolito per dei lavori di ampliamento e di ristrutturazione del porto ed in seguito ha subito anche i bombardamenti della II guerra mondiale.
Prima di questi episodi distruttivi il castello presentava una cinta muraria bagnata dal mare su due lati e all'interno di questa un enorme complesso architettonico, risultato di continue ristrutturazioni e adattamenti alle varie esigenze occorse nel tempo:
un grande maschio di epoca araba, alcune parti normanne (come la cappella della Bagnara), bastioni e zona d'ingresso quattrocenteschi, un palazzetto rinascimentale, una chiesa cinquecentesca (la Madonna di Piedigrotta, edificata su un'antica moschea araba), due basse torri esagonali e molte altre strutture e fabbriche di epoca più recente.
Solo nel 2009, a seguito di scavi e lavori di restauro, iniziati nel 2006 sono stati riportati alla luce alcuni resti degli antichi edifici di un insediamento arabo in piazza XIII Vittime, ed eseguite delle opere di ristrutturazione tale che oggi è possibile ammirare il corpo d'ingresso con la torre cilindrica e parte della torre maestra, divenendo il nucleo del Parco archeologico del Castellammare.
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