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::Castello di Chiaramonte a Favara » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Castello di Chiaramonte

Castello di Chiaramonte




Il nome della città di Favara, in origine un casale musulmano sotto la signoria di un tale Hibn-Hawwasci, è arabo (Fawa-warah) e significa "sorgente d'acqua".
L'attuale Comune si è sviluppato attorno al fortilizio chiaramontano, una tipica costruzione militare del periodo svevo, costruita su uno sperone di roccia, circondata da ogni parte dalle congerie delle casupole dei villani.
Ubicato nell'angolo nord-ovest della piazza Cavour, venne edificato intorno al 1270 da Federico II Chiaramonte, forse integrando e adattando delle fabbriche più antiche.
La struttura riveste particolare interesse perché rappresenta la fase di transizione dalla tipologia del castello a quella del palazzo.
Il castello -così è comunemente chiamato il palazzo-, per la sua disposizione in quadrato dei corpi di fabbrica, richiama lo schema tipico dei castelli svevi sorti in Sicilia orientale e si può facilmente paragonare ai "palacia" o "solacia" (quali la habitatio di Burgimilluso (Menfi) e il castello di Gela, oggi quasi del tutto scomparso ) fatti costruire dal re Federico II di Svevia (1194-1250) in Sicilia ed in Puglia circa 50 anni prima.
Significativa è, infatti, la presenza di una contrada, oggi limitrofa all'aggregato urbano, che nel 1748 veniva ancora detta 'Rocca dello Imperadore'.
Rilevante è anche l'esistenza nei secoli XVI e XVII, in un'area della baronia di Favara, oggi interamente occupata dal centro storico, del toponimo 'Sollazzo", termine con il quale, in eta federiciana, venivano indicate le dimore di caccia. Infine, nel corso del XIII secolo risulta presente nel territorio a sud di Favara, a 3,5 km circa dal palazzo, una riserva di caccia appartenuta all'imperatore Federico e al figlio Manfredi: tale zona, nei documenti ufficiali e denominata Flomaria Borraidi o foresta regia Miseti.
Alla luce di tutto questo, molti studiosi ne deducono che Favara con il suo palazzo medievale può identificarsi con il casale apud Cunianum voluto da Federico II ad nostra solatia, cioe una residenza di caccia che Federico II, nel 1239, ordinava di costruire tra Agrigento e Licata.
Nel 1311 - il castello fu nelle mani di Giovanni Chiaramonte e, dopo alcuni passaggi ereditari, divenne proprietà di Luchina Chiaramonte che andò in sposa ad Arrigo II Rossi.
Nel 1353, essendo questi dichiarato ribelle e spogliato di tutti i suoi beni, il castello tornò ai suoi primi proprietari:
1353 - il castello passa a Simone Chiaramonte
1356 - il castello passa a Federico III Chiaramonte Palizzi
1363 - a Federico III succede il figlio Matteo Chiaramonte Moncada
1377 - il feudo ed il castello passano a Manfredi Chiaramonte per infine arrivare, verso il 1390, ad Andrea Chiaramonte, poi barbaramente ucciso dinanzi al suo castello Steri di Palermo e la cui morte segnò la fine della grande potenza di una tra le più illustri famiglie dell'isola.
Questo suo bene venne confiscato insieme a tutti gli altri da re Martino e assegnato a Guglielmo Raimondo Moncada Peralta (1392) quale premio alla sua impresa di Catania dove liberò da Castello Ursino la giovane regina Maria, futura moglie di Martino stesso.
Pochi anni dopo, nel 1398, essendo stato il Moncada dichiarato a sua volta ribelle, il castello torna alla corona e nello stesso anno Martino e Maria cedono la baronia e la terra di Favara ad Emilio Perapertusa in virtù della decisione presa dalle maestà nel Parlamento tenutosi a Siracusa il 3 ottobre 1398, per cui i feudi e relativi castelli venivano costituiti in baronie.
Nel 1408 Emilio Perapertusa vende la baronia e la terra di Favara al fratello Bernardo Berengario che la trasmette al figlio Guglielmo Perapertusa Ventimiglia.
Nel 1453, la baronia ed il castello passano a Giovanni Perapertusa Castellar
Nel 1480 Guglielmo figlio di Giovanni Perapertusa si investe della baronia e del castello; lo vende nel 1486 a Guglielmo Aiutamicristo a condizione di poterlo riscattare, come avvenne qualche anno dopo, nel 1488 anno in cui fece iniziare alcuni lavori di restauro ad opera di Bernardo Sitineri.
Successivamente :
1509 (ott. 10.) - donna Lucrezia figlia di Guglielmo si investe della baronia
1520 (giu. 30) - il feudo ed il castello passano a Pietro Ponzio De Marinis figlio di Donna Lucrezia .
1566 (die. 26) - Maria de Marinis Moncada si investe della baronia di Favara.
1600 (ago. 17) - il feudo ed il castello passano a Carlo Tagliavia Aragona De Marinis .
1654 (mag. 22) - Giovanna Tagliavia Aragona si investe per rinuncia del padre Diego il 23 dicembre 1653
1695 (ago. 26) - il marchesato di Favara passa a Giovanna Pignatelli Aragona
1801 (ott. 8) - Diego Pignatelli Piccolomini si investe della signoria e del castello di Favara
1829 (apr. 16) - Giuseppe Aragona Pignatelli vende con atto rogato presso il notaio Gioacchino Accardi di Palermo, a Stefano Cafisi i possedimenti ed il castello ma non il titolo.
1838 - i beni di Stefano passarono al figlio Giuseppe.
1890 - i beni di Giuseppe passano al figlio Stefano ed alla morte di quest'ultimo alla figlia Maria Cafisi
1964 - inizio dei lavori di trasformazione del castello per adibirlo a sede del consiglio comunale di Favara.
1965 - interruzione dei lavori dopo che ormai avevano deturpato il pregevole interno del castello.
1981 - restauro del castello ad opera degli architetti C. Filangeri e V. Castania.
1999 - restauro del castello ad opera della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento.
Oggi il castello è sede di rappresentanza del Comune e viene utilizzato per eventi culturali

Come arrivare: Aeroporto di Palermo - Aeroporto di Catania; Ferrovia (stazione di Agrigento); strada statale PA-AG e Autostrada CT-CL.
Come si raggiunge: 8 km da Agrigento centro
Indirizzo: Centro urbano, piazza Cavour



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Come ci si arriva

Descrizione del palazzo
Descrizione del palazzo
Favara
Il parziale uso del castello a residenza non strettamente militare è diretta conseguenza dell'ubicazione poco elevata del maniero che si p...

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