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:: Favara » La storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Favara è un paese dalla storia lunghissima e si trova al centro di un territorio ricchissimo di testimonianze storiche e di bellezze naturali.
Le origini di Favara risalgono al periodo dei Sicani. Il suo territorio, infatti, costituiva una stazione di questo antico popolo come è testimoniato da preziosi rinvenimenti di splendidi vasi del paleolitico-sicano, conservati nel museo archeologico di Agrigento.
Il territorio fu interessato dalla dominazione greca, di cui rimangono tracce in contrada Caltafaraci, dove doveva sorgere una fortificazione.
Il periodo di dominazione musulmana è testimoniato dall?insediamento di contrada Saraceno e dalla permanenza di numerosi toponimi di matrice araba, tra cui lo stesso toponimo Favara, che deriva dall'arabo"Fawar", che significa ?sorgente d'acqua ".
Il territorio fu assoggettato per un certo tempo dallo Sceicco Hibin-Havvasci.
Notizie storiche certe testimoniano che un primo nucleo abitativo si sviluppo' nel XIII secolo attorno al Castello edificato precedentemente da Federico II Chiaramonte e dall'agrigentina Marchisia Prefoglio. Attorno al maniero sorsero molto presto, i primi agglomerati. Giunsero numerosi coloni che diedero sviluppo all'agricoltura della plaga favarese. Nel 1391, morto Manfredi III, ereditava i possedimenti del territorio Andrea Chiaramonte, e con questi si estinse la famiglia Chiaramonte. Il Re Martino confiscò i beni dell'illustre famiglia e diede l'investitura e il Castello chiaramontano di Favara al nobile Guglielmo Raimondo Moncada. Il dominio dei Moncada, ebbe, però poca vita. Il Re Martino punì il Moncada per la sua ribellione e concesse la baronia di Favara a don Emilio Perapertusa, che fu anche il primo barone di Favara.
Il titolo fu più volte venduto nel corso del 1400, ma ritornò infine al Perapertusa. Guglielmo Peraperfusa il 28 gennaio 1494 concesse la baronia in dote alla figlia Lucrezia che andò in sposa a Giosuè De Marinis, barone di Muxaro. I De Marinis conservarono il titolo solo per 70 anni, sebbene con qualche breve interruzione, poi lo cedettero a Ettore Pignatelli, duca di Monteleone. Grazie alla famiglia De Marinis, Favara nel cinquecento raggiunse un grande sviluppo demografico.
I Cortes furono gli ultimi signori di Favara, ma conservarono a lungo il potere (sino al 1812).
Nel 1829 vendettero a Stefano Cafisi il Castello che rimase in possesso di questa famiglia sino a quando è stato venduto alla Regione Siciliana. Il Castello rimane la testimonianza storica ed artistica più preziosa che ancora si trovi nel paese. Purtroppo il maniero ha subito gravi danni, alcuni assolutamente irreparabili. Assai ammirata rimane la cappella.
Favara dista 12 chilometri da Agrigento ed è posta ad un'altitudine di 345 metri sul livello del mare. Fino a qualche decennio fà la popolazione si dedicava soprattutto all'agricoltura ed alla attività zolfifera. Negli ultimi anni grande impulso hanno avuto l'edilizia e l'artigianato. La maggior parte del reddito rimane, tuttavia, costituita dall'agricoltura e dalle rimesse degli emigrati.



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