Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Si narra che un tempo il castello sia stato abitato dal ricco e potente principe Federico che aveva tre sorelle molto belle che si chiamavano Clotilde , Margherita e Costanza.
Un terribile giorno il principe si dovette recare in guerra e non avendo chi lasciare alla custodia di queste tre fanciulle,pensò di chiuderle in una camera,lasciando loro il cibo necessario.Fece quindi murare la porta e partì.
La guerra, però, durò più del previsto e le tre poverette consumarono tutto il cibo.Nel castello non era rimasto nessuno a cui chiedere aiuto ; dopo avere resistito per alcuni giorni a digiuno e non potendo più resistere per la fame tentarono di mangiarsi le scarpe. Finita la guerra il principe ritornò al castello e corse nella stanza delle tre sorelle dove le trovò morte con le scarpe tra i denti.
Da allora quella stanza è chiamata la "cammara di li tri donni".
Altri raccontano che le tre donne furono rinchiuse e fatte morire di fame, perchè trovate infedeli.
Secondo il sacerdote dott. Calà Migliore, che si laureò in lettere e filosofia presso l'università di Napoli, invece, il signore del castello, avendo rapito tre belle ragazze, le invitò ad appagarne le voglie.
Essendosi queste mostrate riottose, furono rinchiuse nella cameretta, perchè finalmente, dome della fame, cedessero ai voleri del signore.
Ma le nobili eroine preferirono piuttosto perir d'inedia, anzichè prostituirsi. Corre ancora sulla bocca del popolo, come motto, il verso: "A li tri donni chi mali ci abbinni!"
Quest'ultima versione è sicuramente la più antica e la meno diffusa. Dice, infatti, il sacerdote Calà: " siccome riusciva malagevole ai papà ed ai vecchi nonni la narrazione della leggenda secondo la terza versione, anche per quel senso di religione e conseguente pudore, che sono tanto antichi a Mussomeli, e siccome d'altro canto la camera " di li tri donni " era una cosa molto popolare nel paese, perchè i ragazzi non ne sentissero parlare e non ne domandassero spiegazione, si pensò di dare una forma più pudica all'antica leggenda".
Il numero delle tre donne, probabilmente, fu suggerito dai tre angoli della camera, in ciascuno dei quali la fantasia popolare poneva una delle tre vittime della prepotenza medievale a piangere la propria sventura. E proprio dal racconto di questa leggenda il popolo mussomolese dà sfogo alla propria fantasia, infatti, c'è chi nelle notti di luna piena crede ancora di intravedere una splendida fanciulla affacciarsi dalla bifora che dà sulla vallata sud: forse si tratta del fantasma di una delle tre principesse morte con le scarpe in bocca ?! Inoltre, quando la notte di luna è particolarmente ventilata, c'è qualcuno che giura di sentire strani lamenti provenienti da lassù.
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