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::monte-adranone»L'abitato e le aree sacre » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Dell'area interna della città le strutture sinora messe in luce, sia sull'acropoli che nei terrazzi sottostanti, sembrano riferirsi preminentemente alla facies punica della città che si manifesta - oltre che nell'assoluta prevalenza dei tipi monetali siculo-punici - nell'assetto urbanistico-edilizio imposto alla città ricostruita agli inizi del IV secolo sulle macerie del precedente impianto urbano: assetto che si riassume nella doppia cinta muraria articolata nel vasto circuito sopra accennato e nell'anello interno che circoscrive l'acropoli, o meglio l'alto luogo con il suo tempio (esempio notevole di architettura sacra punica); abitazioni con magazzini, botteghe e cisterne, e un secondo santuario sul terrazzo mediano della città.
L'area è caratterizzata dalla presenza di un santuario punico, riconoscibile nel grande edificio a pianta rettangolare (m 21 x m 8), orientato con gli angoli da nord-est a sud-ovest e impostato su un taglio seminterrato nel banco marnoso. Si compone di due vani. Gli accessi sono dal lato lungo a nord-ovest.
Nel primo vano una serie di vaschette di pietra arenaria, addossata alla parete nord-est: era destinata a riti lustrali mentre il 2° costituisce un recinto sacro la cui destinazione cultuale è dimostrata da due betili a pilastro su base quadrangolare, in pietra arenaria, accostati alla parete lunga di fondo; di fronte ad uno di essi è un'ara rettangolare in pietra semicombusta.
Alle spalle dell'edificio, scavata nella marna, è una grandiosa cisterna rettangolare, con fila di pilastri lungo l'asse maggiore (m 14.60 x m 6.50); essa doveva servire contemporaneamente alle esigenze rituali del santuario e come riserva idrica dell'abitato.
I resti di un'altra struttura a sud-est, presso le mura, rivelano la presenza di un altro edificio rettangolare, a duplice ambiente, di cui non resta però traccia del pavimento, ma non è escluso possa trattarsi di un torrione in prossimità delle mura.
Risalendo verso est, si incontra per primo un grande edificio a pianta rettangolare, orientato nord-est sud-ovest sovrapposto a più antiche strutture orientate nord-sud. L'edificio misura m 18.20 x m 10.50 ed è preceduto da un portico, profondo m 3, sul lato lungo sud-est con un colonnato di cui restano solo le basi di due colonne, in pietra tenera, finemente modanate, inglobate in un successivo muro di tompagnatura dell'intercolumnio.
L'ubicazione dell'edificio a contatto della tholos, le sue caratteristiche architettoniche, i materiali votivi rinvenuti negli ambienti con le basi circolari, suggeriscono una destinazione pubblica dell'edificio stesso.
Dal piazzale della tholos si raggiunge la l'acropoli, fiancheggiata da "blocchi" di edifici. A sinistra abitazioni private e servizi di uso pubblico, come l'enorme cisterna cilindrica, costruita in conci di arenaria, a destra, la serie di ambienti, con cortile colonnato alle spalle, ha rivelato una destinazione cultuale per le suppellettili rinvenute nello strato di distruzione: louteria, arule, statuette votive..
Al margine sud dell'ultimo tratto della strada per l'acropoli, si trova l'imponente complesso del blocco I a pianta quadrata, suddiviso in una serie di ambienti che si aprono sui due lati di uno stretto e lungo cortile centrale di disimpegno, al centro del quale corre una canaletta di scarico. L'edificio aveva certamente un piano superiore, come è dimostrato dalla presenza di una scala al fondo dell'andito centrale e delle macerie del piano terreno. L'intero edificio - che mostra di avere inglobato rovine di precedenti strutture - si caratterizza per la presenza di magazzini di deposito e botteghe, forse con funzioni di servizio collegate alla sovrastante area sacra dell'acropoli.
All'acropoli si accedeva, e tuttora si accede, attraverso la porta che si apre nella relativa cinta muraria, delimitata da due torrette quadrangolari.
Una rampa rocciosa conduce al piazzale sommitale: l'alto luogo su cui sorgeva il grandioso tempio punico, i cui avanzi consentono di riconoscerne le essenziali caratteristiche architettoniche. Si tratta di un grande edificio a pianta rettangolare allungata (m 51 x m 10), orientato con gli angoli in senso est-ovest secondo la tradizione dell'architettura sacra fenicio-punica. La pianta originaria - distinguibile nel settore centrale dell'edificio (m 26.50 x m 10) - è composta da tre vani successivi che non risultano però tra loro comunicanti. L'accesso era dal lato lungo sud, con tre ampie soglie che immettono rispettivamente nei tre grandi ambienti suddetti: lo spazio più significativo del tempio è costituito dal grande recinto centrale a cielo aperto (lung. m 15) sul cui asse maggiore, al centro, in corrispondenza dell'ingresso, sono due basi quadrate in arenaria su piattaforme lastricate, che rivelano in superficie le tracce circolari di appoggio di pilastri rituali cilindrici o conici.
Il recinto centrale era fiancheggiato da due ambienti coperti: bipartito quello di nordovest, a unica cella quello a sud-est. Quest'ultimo doveva assolvere a un particolare ruolo cultuale, sancta sanctorum, naos, come si deduce dalle caratteristiche di rilevante imponenza monumentale conferita al suo prospetto che i dati a disposizione, elementi architettonici crollati in sito, fanno supporre caratterizzate da un singolare intreccio di elementi greci e punici.
La pianta originaria del tempio venne in un secondo momento modificato da notevoli aggiunte: ambiente in prolungamento all'estremità nord-ovest, pure bipartito; (lungo portico su tutta la fronte sud-ovest, con fila di colonne lignee di cui restano le basi quadrate in pietra; piattaforma sopraelevata - forse per un altare - appoggiata all'esterno del lato sud-est).
Legata alle funzioni cultuali del tempio, forse fin dalla sua fase originaria è la grande cisterna rettangolare (m 8 x m 5) disposta quasi parallelamente all'edificio, circa m 8 ad sudovest, e con questo connessa mediante un complesso sistema di canalette. Due pilastrini, lungo l'asse maggiore, dovevano sostenere la copertura andata perduta.