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::Castello di Falconara a Butera » Storia

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(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Castello di Falconara

Castello di Falconara

Strada Statale 115



Il Castello di Falconara è situato sulla costa centro-meridionale della Sicilia all'interno del territorio del comune di Butera, su un promontorio circondato dal verde. Il castello è uno dei meglio conservati della Sicilia, ed è l’unico tra i castelli della provincia di Caltanissetta, ad affacciarsi sul mare.
Costruito nel XIV secolo, probabilmente su di un precedente edificio normanno, ampliato e rafforzato nel corso del tempo, mantenne la sua funzione di vigilanza contro le incursioni dei pirati fino a tutto il XVIII secolo. Il castello è un caratteristico modello di fortezza medievale, con fossati, ponte levatoio, più ordini di mura merlate, bastioni, torrioni angolari, torri avanzate, spalti sporgenti ed al centro il mastio principale.
In origine era una torre quadrata, alta 36 metri e abbellita da bifore di stile catalano con esili pilastrini e capitelli, detta “della Falconara”, che serviva per l’allevamento di falconi che i signori vi tenevano in epoca non precisata. La torre oltre a difendere le attività di un piccolo 'caricatore', faceva parte del circuito difensivo costiero dell'isola; alle torri di Falconara e Manfria, distanti tra loro circa 8 km, era infatti affidato il controllo del tratto di costa tra Licata e Torrenova (l'odierna Gela).
Non si hanno notizie certe sulla data della realizzazione della torre, ma è molto probabile che essa sia avvenuta nel XIV secolo, durante la guerra dei Vespri tra Aragonesi di Sicilia ed Angioini di Napoli, quando alcuni pirati angioini poterono sbarcare tra Terranova e Licata, e assalire e saccheggiare Butera. La sua funzione di roccaforte difensiva scomparve quando le incursioni piratesche ebbero fine con la conquista di Algeri nel 1830 da parte dei francesi e con l’accordo tra gli Stati mediterranei per combattere la piaga della pirateria.
Di certo si sa che il castello esisteva già nell'854, quando l'emiro Alaba divenne signore di Butera.
Re Martino d'Aragona, con il suo diploma dell' ottobre 1392, assegnò la detta torre ad Ugone de Santapau di Butera, discendente della nobile famiglia Adamara, la quale aveva sempre appoggiato il re contro le fazioni avverse.
Nel 1405, re Martino I ordina la costruzione di una torre di guardia.
Del 1411, è la concessione della licenza per la costruzione di una torre in favore di Calcerando di Santa Pau.
Nel 1422, la torre già esiste e viene nominato un viceportulano per il 'caricatore' di Falconara.
Ampliato e rafforzato nel corso del tempo, mantenne la sua funzione di vigilanza contro le incursioni dei pirati che fino al XVIII secolo saccheggiavano le coste. Soprattutto negli ultimi due secoli, fu oggetto d'interventi volti a ingrandirlo e abbellirlo fino a trasformarlo in un complesso castrense turrito e merlato.
Il castello fu molto a lungo proprietà dei Santapau e dopo il matrimonio di Ponzio Santapau con Isabella Branciforti di Mazzarino, il castello divenne proprietà dei Branciforti. Nel 1540 ne ebbe investitura Ambrogio de Santapau Branciforte, che fu poi il primo principe di Butera e dopo molte successioni, nei primi dell'800, ne fu signore Ercole Michele Branciforte principe di Butera.
Falconara, dal XVI secolo fece parte di quella corona di torri che circondò la Sicilia al fine di rendere sicuri i territori costieri soggetti alle improvvise e devastanti incursioni dei Turchi, che infestarono il Mediterraneo dal 1500 al 1700. Probabilmente fu proprio in quel periodo che la vecchia struttura della torre fu ampliata, rafforzata con muraglie merlate, feritoie, fossati, tali da conferirle l'aspetto severo di fortino inaccessibile, sia da terra, sia dal mare, sul quale si affaccia.
fu trasformato in residenza padronale e fu arricchito con scaloni, Nel 1800 il Castello fu acquisito dal conte Giorgio Welling, ufficiale tedesco che lo ebbe in dote dalla moglie Caterina Branciforti, figlia dell'ultimo principe di Butera.
Quando la pirateria ebbe fine nel secolo XIX, l'edificio, quale dote di Caterina Branciforte, pervenne al conte Giorgio Wilding, un ufficiale tedesco, al quale venne conferito il titolo di principe di Radalì, che , colpito dalla bellezza del luogo, aggiunse alla struttura un'intera ala verso sud, con un grande salone ed un bel terrazzo a picco sul mare.
Conservando l'antica struttura aragonese e l'originaria organizzazione spaziale, tutto il complesso venne adattato divenendo una moderna ed elegante residenza nobiliare, arricchita da colonnati, fregi, capitelli, lesene, intonaci e circondato da giardini ornamentali adorni di fontane e sedili di marmo. Mobili antichi quadri, ceramiche pregiate e trofei di caccia fanno bella mostra di sé in grandi saloni, piccole stanze e corridoi, regalando così ai fortunati visitatori il fascino misterioso e un po' esotico della vita nobiliare di una volta.
Nel 1848, Il conte, rimasto vedovo, fece ritorno in Germania e vendette il castello ad Antonio Chiaramonte Bordonaro che fece edificare un nuovo corpo di fabbrica, staccato e parallelo al mare con vari ambienti destinati ad attività produttive a piano terra, ad abitazioni nel piano superiore.
Il Bordonaro ebbe riconosciuto il titolo di barone e successivamente, in linea diretta, il castello passò al proprio nipote barone Gabriele Chiaramonte Bordonaro.
Dopo il crollo del muro ovest, avvenuto agli inizi del 1900, in seguito ai lavori di sbancamento del piano sottostante, fu ristrutturato nel 1935 e adibito a carcere fino agli anni '60. Infine, restaurato nel 1997, oggi è accessibile al pubblico.

DESCRIZIONE DEL CASTELLO
Volumetricamente il castello è costituito da una complessa articolazione di corpi (670 mq) sviluppatisi attorno alla torre centrale. Oggi risulta difficile distinguere le fasi di evoluzione poichè gli interventi di ampliamento e rimaneggiamento della struttura originaria ne hanno alterato le caratteristiche architettoniche anche se mostra ancora integra la struttura quattrocentesca aragonese.
Internamente il castello, frutto di tre fasi costruttive differenti, si presenta molto articolato, con ambienti riccamente arredati e decorati, all'interno dei quali si conservano collezioni di ceramiche, reperti ritrovati in tutto il territorio di Butera dopo gli scavi effettuati negli anni '50, dipinti e trofei di caccia conquistati dal padrone di casa e dal padre, il barone Gabriele Chiaramonte Bordonaro Alliata, nei loro numerosi safari in Kenya. Il castello è parzialmente circondato da una cinta muraria merlata, di recente fattura, attraversando la quale si accede ad un baglio sul quale si affacciano i vari corpi che compongono il complesso architettonico. L'ala ottocentesca, sviluppata verso il mare, è conclusa da un ampio terrazzo affacciato direttamente sul litorale antistante; tale corpo, collegato da uno scalone alla torre originaria, ospita anche un vasto salone un loggiato laterale. La corte è aperta su un lato e l'ingresso avviene attraverso un grande portone ad arco. Sul perimetro della corte si attestano edifici eterogenei, coperti con tetti a falde e con balconi e finestre che guardano verso l'esterno del costruito. Sostanzialmente, il complesso edilizio ha mantenuto l'organizzazione spaziale originale, anche nell'arredo dei mobili pregiati e di raffinata fattura che vi si trovano ancora adesso.Sul prospetto dove si trova l'ingresso si distingue, nella torre, una cannoniera e, agli spigoli, due spalti di mensole aggettanti. Sempre in corrispondenza dell'ingresso si apre un cortile a forma rettangolare su cui si affacciano le scuderie ed i magazzini e dove è possibile ammirare, scavate nella roccia, profonde fosse e cisterne, che dovevano servire a conservare viveri per consentire di resistere a lungo agli assedi dei nemici. Dall'esterno si accede inoltre alla cappella padronale, i cui elementi architettonici decorativi, così come in tutto il corpo centrale, sono in pietra di Modica; mentre la struttura portante è realizzata con pietrame uniforme di gesso e calce.
La splendida posizione, il magnifico ed esotico palmeto che lo circonda fanno del Castello di Falconara meta ambita di turisti e villeggianti. Il castello di Falconara, come già superiormente riferito, fece parte per un lungo periodo di tempo, della contea di Butera, e sicuramente, per tal motivo è oggi ubicato nel vasto territorio di Butera. L'appartenenza dei due castelli alla stessa contea diede genesi ad una leggenda: si narra che un lunghissimo percorso, tunnel sotterraneo collegava il Castello di Butera fino alla costa buterese, cioè fino al castello di Falconara.
La proprietà attuale è privata ed è adibito ad uso residenziale.
All'esterno il Castello di Falconara è circondato da un lussureggiante parco, all'interno del quale sorge un resort esclusivo, il Falconara Charming House, di proprietà della Famiglia Bordonaro. Una splendida piscina e numerose palmizie rendono l'area esterna indimenticabile per svolgere aperitiivi, buffet di gala, o semplicemten per passeggiare e godere delll'ambiente unico del castello e del suo parco. In esso trova la presenza rara di un fico d'India a fiore a palme rotonde, una specie che in Sicilia si trova solo nell'Orto Botanico di Palermo. La pavimentazione dei vialetti è realizzata in conci di pietra squadrata regolari, con disegno centrale a spina di pesce.
Il Castello di Falconara viene utilizzato come residenza temporanea e come location per eventi e matrimoni. La Sala della Torre, il salone che si trova appunto nelll'antica torre, ha una capienza di 230 persone, mentre il Salone degli Uccelli, sito nelle antiche scuderie, può ospitare fino a 220 persone. Vi è inoltre la possibilità di soggiornare negli appartementi con trattamento di bed and breakfast.

Come si raggiunge:
percorrendo la strada statale 115, si incontra il castello al km 245.
Ubicazione: Contrada Falconara




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