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Castello di Eufemio
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::Castello di Eufemio a Calatafimi Segesta » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Castello di Eufemio

Castello di Eufemio




Nella parte più antica e più occidentale della città, sulla sommità di un colle dominante da occidente l'abitato, sorge il vecchio Castello ricordato da Idrisi e che la tradizione vuole sia stato innalzato intorno al 1200. Sorto sull’ area e sui ruderi di un’ altro Castello più antico ai piedi del quale ebbe origine il primo nucleo abitato di questo comune, per molto tempo, sino a quando Calatafimi appartenente al demanio della corona, fu dimora dei governatori della città. La sua presenza è origine del nome dell'odierna Calatafimi (in arabo Kalat-al-Fimi). Le diverse teorie lo attribuiscono ora a Fimi (Diocles Phimes) ed ora ad Eufemio, ovvero fondono entrambi in un'unica persona, sembra comunque che Fimi fosse un Nobile con terre nell'agro Segestano, ricordato nelle Verrine di Cicerone, mentre Eufemio sarebbe stato un traditore o presunto tale che avrebbe aperto l'isola all'invasione Araba. Il tessuto edilizio di Calatafimi risente per larga parte della presenza araba, ed Edrisi nel 1154 nel Libro di Ruggero scrive: "...è castello antico, (anzi) primitivo e fortilizio niente sgradevole. Ha un borgo popolato, terreni arabili, alberati, ma poche acque scorrono nei dintorni.....". Nel XIII secolo il Castello forse fu restaurato sotto il regno di Federico II di Hohenstaufen di Svevia. Calatafimi nel 1282 visse le vicende del Vespro.Nei secoli seguenti Calatafimi fu parte della Contea di Modica. Ritornò al demanio nel 1802 e vi rimase sino al 1816, poi fu di Michele Carlo Stuart, duca di Alba, conte di Modica e barone di Calatafimi. Il Castello, come già citato, fu dimora dei governatori della città nel periodo in cui la stessa fu demaniale, poi sede delle compagnie d'armi e carcere giudiziario. Persa tale destinazione nel 1868, quando le prigioni furono trasferite dentro l’abitato, per il colpevole abbandono in cui lo lasciarono le autorità municipali e le manomissioni conseguenti alla realizzazione delle vasche dell'acquedotto ne hanno segnato per più di un secolo il declino con conseguenti crolli di buona parte delle diverse fabbriche. Ed ora di questo antico maniero, non restano altro che i resti delle due torri sul frontespizio, con alcuni motivi architettonici e parte della cortina che le congiungeva, i due forti archi del vestibolo, la lunga galleria sottostante alla parte più ad ovest del piano della corte, i grandi muraglioni di sud ed ovest e le due feritoie sul muro di mezzogiorno. Dall’altro colle in cui è situato il castello si può ammirare uno stupendo panorama, infatti si ha una ampia veduta di tutta la cittadina, del tempio di Segesta e del monte Barbaro sul quale, sorgeva il 2° Castello dell’allineamento Colle Eufemia, monte Barbaro, monte Bonifato, monte Inici, su questi ultimi due sono stati rinvenuti rispettivamente i resti di una torre saracena e di un Castello.Più di recente è stato in parte restaurato.



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