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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Piantina



Sala della preistoria. Uscendo dal Padiglione subacqueo, verso l'esterno del cortile, si accede immediatamente al padiglione est che, un tempo occupato dalle abitazioni dei contadini del rustico ottocentesco e attualmente suddiviso in quattro sale, espone le testimonianze più antiche della città e del suo territorio. La prima sala è dedicata ai vari insediamenti nel territorio in età preistorica, in particolare nell' età del bronzo XIX secolo a.C.-XV secolo a.C.. La sala ospita un diacolor raffigurante una veduta aerea del sito e un pannello informativo sulle caratteristiche geologiche e le vicende paleontologiche salienti del territorio. Una piccola vetrina a mensola espone i resti fossili di mammiferi rinvenuti entro le fessure delle rocce carbonatiche della piattaforma ragusana. Segue l'esposizione di alcuni strumenti litici (lame, punteruoli, punte di freccia, battitoi), tipici dell'età del bronzo antico (facies di Castelluccio, fine III Millennio-XV sec.a.C.)) provenienti dai numerosi insediamenti individuati lungo il litorale camarinese Passo Marinaro, Piano Resti, Macchia Tonda e Branco Grande e verso l'interno nei pressi di Santa Croce Camerina .
Insieme agli esemplari rinvenuti a Camarina nell'area a sud e ad est del tempio di Athena (fuseruole, asce in pietra lavica, frammenti ceramici), di particolare interesse sono i reperti dal villaggio del Branco Grande e di c.da Forche di S. Croce Camerina.

Sala Camarina arcaica. Dall' arcaica necropoli di Rifriscolaro-Dieci Salme, sono esposti innumerevoli reperti che corredavano le sepolture. Investigata ad ampio raggio, la necropoli ha restituito finora circa duemila deposizioni che si dispongono lungo tutto l'arco del VI secolo a.C. restituendo un quadro articolato della vita dei primi camarinesi nel suoi molteplici aspetti. In particolare, ai riti funerari riporta la ricostruzione di due sepolture, l'una a inumazione con lo scheletro rannicchiato in posizione fetale, l'altra a incinerazione praticata all'interno di un'anfora. I materiali più antichi (vetr. 2) risalgono agli inizi del VI secolo a.C. confermando la data della fondazione della città indicata dalle fonti (598 a.C.). Spiccano per quantità i materiali ceramici corinzi, costituiti sia da vasellame fine da mensa, sia da anfore e grandi giare (pithoi) per il trasporto di derrate alimentari. Corposamente attestati sono anche, a partire dalla fine del VI secolo a.C., i prodotti ceramici provenienti dall'Egeo orientale e da Atene.
La produzione attica, in particolare, è rappresentata da un Lekythos a figure nere della Collezione Pace, con raffigurante Enea ed Anchise, vari Skyphoi e aryballoi corinzi, vasi porta unguenti, e una bellissima anfora biansata della metà fine VI secolo a.C. con scene figurate di cavalieri armati e menadi danzanti. Seguono una sepoltura ad enchytrismos (inumazione), una sepoltura a cappuccina, un kantharos, una oinochoe in bucchero eolico, un aryballos, con due leoni ruggenti, un bellissimo cratere ed altri corredi funerari finemente decorati.

Sala Persefone. Questa sala è dedicata ai culti noti a Kamarina.
Ampio risalto e dato al deposito votivo rinvenuto sulle dune tra la città e il torrente Rifriscolaro (l'antico Oanis), la cui appartenenza al santuario di Persefone è resa certa dalle centinaia di statuette femminili recanti al grembo un porcellino, animale sacro alla dea. In particolare qui viene documentato il santuario di Demetra e Kore, portato alla luce da Paolo Orsi nel 1896. Si possono ammirare varie protomi e torsi di statuette sedute sul trono, del periodo ippocrateo 491 a.C. , con il polos, sul tipo dell'Athena Lindia e altre statuette in terracotta che raffigurano, come già detto, il tipo stante con porcellino al petto. Ugualmente alla sfera del sacro appartengono un altare circolare lapideo e un'arula in terracotta, di forma rettangolare, decorata con la raffigurazione a rilievo di una Gorgone (fine VI - inizi V sec. a.C.). All'apparato architettonico-decorativo del tempio di Athena appartengono invece un coppo coprigiunto dipinto (kalypter hegemon) (VI sec. a.C.) e due palmette in pietra (V sec. a.C.) che originariamente dovevano ornare i lati lunghi dell'edificio.

Sala del Tempio di Athena. Sala dedicata al tempio di Athena, risalente al primo quarto del V sec. a.C., del quale è visibile una parte del terrapieno di colmata praticato davanti al lato Est nel IV sec. a.C., la rampa di accesso al pronao e le massicie strutture di fondazione, conservate solo fino al piano di calpestio (V sec. a.C.). L'edificio templare è una cella in antis costruita in blocchi di calcarenite su un crepidoma a tre gradini.
Un modellino in plexiglas ricostruisce la planimetria dell'edificio, costituito da cella, pronao e opistodomo, e decorato da colonne soltanto lungo il lato est di accesso. Del tempio è possibile ricostruire le dimensioni originarie (39,75 x 15 mt.). Nel cortile si conserva anche parte dell'alzato del muro sud della cella, ancora parzialmente inglobato nella masseria, e le fondazioni dell'adyton.