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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Olio su tela, 260*135.
Firmata e datata: Michele Panebianco pinse 1861/ per devozione di Antonino De Luca Franza.
Per il compilatore della scheda nel testo in presentazione nel quadro le esperienze culturali si ricompongono in rigide formule accademiche".
Sappiamo poco sulla vita di San Liberante. Il pittore ce lo descrive con gli attributi di un giovane vescovo benedicente e dallo sguardo ieratico, stante davanti ad un pesante drappo verde teso tra due massicce colonne, mentre trattiene nella mano a destra un pastorale simile ad un caduceo in uso ai sacerdoti orientali. In alto,  in volo sulla sua testa, due putti portano l'aureola e un ramo di palma, simbolo dell'avvenuto martirio del Santo.
A differenza di quanto già detto sul quadro, io penso che esso si possa definire senza troppe remore una dignitosa prova artistica. La figura è monumentale, statuaria. La presenza di una luce diffusa e calma ma decisamente orientata da sinistra, le fa trasmettere una notevole espressione di fermezza e potenza. Il trattamento dei colori è sapiente e ottimamente giostrato ( si osservi ad esempio la decorazione all'uncinetto" delle estremità della tunica in relazione al celeste tenue delle scarpe), i chiaroscuri accentuano, incuneandosi nelle pieghe dei vestiti, la volumetria dell'impianto.
Credo altresì che le esperienze culturali di cui ci parla il Nostro quadro, siano ben chiare ed comprese, espresse senza troppe sbavature o forzature.