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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Olio su tela, 255*140 cm.
Firmata e datata: "Salvatore Ferro Messinese/ p. 859/ per devozione dei maestri/ coll'assistenza di m.tro Rosario Cutroni".
Rappresenta, con un'iconografia che nella fattispecie richiama quella usata dal pittore Velazques per una sua opera omonima, l'incoronazione di Maria (che siede nel registro inferiore sorretta da un cumulo di nuvole) a Regina del Cielo da parte di Cristo e Dio Padre. La scena è poi riempita da varie figure di angeli mentre, in alto al centro, la colomba dello Spirito Santo (simbolo dello Spirito Santo) avanza trionfante.
Il pittore, sebbene tragga ispirazione da un'iconografia barocca, tende a ricreare in chiave moderna (in consonanza con lo stile purista del quale si dichiara seguace) un discorso artistico pseudo- quattrocentesco o comunque di spirito "primitivo". E lo fa attraverso un tratto disegnativo rigido e severo, e per mezzo di un colore limpido e cristallino, avvicinato senza troppe sfaccettature tonali (si noti l'accostamento semplice ed immediato del verde e dell'azzurro dei vestiti di Dio Padre) e senza troppi contrappunti chiaroscurali.
Punti di forza di questa tela possono rintracciarsi nella volontà di dare ai personaggi aspetti nobili e magniloquenti, nella bellezza casta e nobile della Madonna, oppure nella preziosità materica degli incarnati degli angeli, di cui potremmo illusionisticamente sentirne la morbidezza.
Punti di detrazione sono, a mio parere, la scarsa volumetria della figura di Dio Padre (e qui un diverso uso del colore avrebbe potuto giovare) e una certa pedante durezza del disegno che in alcuni brani della tela, specie nel brano spalla- collo del Cristo, produce effetti di forzato accademismo.