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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa di San Biagio - Enna

Chiesa di San Biagio - Enna




Edificata nel 1595, in un quartiere tra i più antichi e suggestivi di Enna, nelle immediate vicinanze della cittadella, il Castello di Lombardia, l'edificio è a navata unica, coperto da una volta portante a botte lunettata. Adorna la facciata un rosone, posto sopra al portale d’ingresso, sul lato destro della facciata fà bella mostra un campanile a pianta esagonale. All'interno poste sull'altare maggiore si possono ammirare due colonne marmoree di epoca precristiana provenienti sembra dall'antico tempio di Cerere. L'abside del XV secolo, con molta probabilità, era anticamente un torre di vedetta.
In fondo alla via Salvatore, ricca di vicoli e vie traverse, si apre un arco che introduce nel quartiere di S. Pietro dove si trova la chiesa di S. Biagio. La Chiesa di San Biagio fu costruita nel 1595 su una vecchia cappella dedicata a Maria Bambina. Ad est della Chiesa si stendevano varie escavazioni sotterranee a forma di celle, l'una vicina all'altra e comunicanti fra di loro, che si pensa servissero da carcere. Nelle vicinanze della Chiesa, a levante della città, vi era il foro, luogo in cui venive amministrata la giustizia e sede di negozi; nelle vicinanze del foro i fabbricati delle classi ricche, tra cui, a nord, il palazzo in cui soggiornò Marco Tullio Cicerone, difensore di Enna e della Sicilia contro Verre, governatore romano dell'isola e depredatore dei suoi templi. All'esterno l'abside, di forma rotonda e di costruzione antichissima, doveva forse essere una torre di vedetta (o di avvistamento). La chiesa ha forma rettangolare, lunga m. 14,5, larga m 5,5 ed è a navata unica. Anticamente la piccol chiesetta possedeva cinque altari in marmo, così dedicati: l'altare maggiore a S. Biagio, il primo a destra a Maria SS. Bambina, il secondo a destra a Gesù Crocifisso, il primo a sinistra a Maria Immacolata, il secondo a sinistra a Gesù Bambino. Dopo il Concilio Vaticano II gli altari laterali furono aboliti e vennero create delle nicchie. Oggi, entrando, a sinistra, una nicchia accoglie la statua di San Gaetano, acquistata nel 1994 per espressa richiesta dei parrocchiani che desideravano celebrare la festa del Santo con maggiore solennità; la statua, in legno pregiato, è stata realizzata a spese dei fedeli. In passato la festa di S. Gaetano veniva celebrata presso la Chiesa Madre. La seconda nicchia è dedicata al SS. Crocifisso; la terza accoglie la statua in cera di Maria Bambina. A destra, la prima nicchia è dedicata a S. Biagio. Nella seconda nicchia vi è una statua in legno di Maria Immacolata; sotto l'attuale colore è possibile intravedere la primitiva decorazione in oro zecchino. Nel 1987 il parroco don Giuseppe Petralia scoprì che attraverso uno sportellino sul retro si accedeva ad un piccolo vano interno alla statua scolpita nel 1647 da Fra Innocenzo di Petralia inferiore, laico dei Minimi Riformati. Sempre all'interno della chiesa sono interessanti due colonnine marmoree in alabastro bianco con scanalature, che un tempo sostenevano la cantoria. Alcuni studiosi ritengono che le due colonne marmoree che oggi trovano posto presso l'altare maggiore, provengano dall'antico tempio di Cerere, tanto celebrato nella latinità. Un tempo dalla cantoria si accedeva al campanile, dove si trovano tre campane, di cui una di valore storico datata 1657. Il campanile, a base quadrata e terminante a cupola, fu costruito nel 1900 assieme al pavimento, agli altari e alla porta centrale. La Chiesa possiede due reliquiari, di cui uno in argento a raggiera con piede in rame contenente un pezzetto di legno della Santa Croce, l'altro tutto in argento contenente un osso di San Biagio; i sigilli sono in buono stato; mancano le autentiche.
Possiede inoltre: due dipinti su tela di cui uno dedicato al martire S. Ippolito, l'altro a Maria SS. del Soccorso, una litografia raffigurante la "Morte di San Giuseppe", un dipinto su tavola che rappresenta le nozze di S. Caterina, quattro oleografie francesi (Sacro Cuore di Gesù, Sacro Cuore di Maria, Maria SS. Addolorata, San Giuseppe); tutte opere in attesa di restauro. Il fonte battesimale è composto da due fonti di marmo. Nella sacrestia è possibile ammirare un bellissimo quadro di San Biagio, riprodotto su tela dall'ennese prof. Francesco Lodato, che copiò da un dipinto di Andre Del Sarto. Nella sacrestia della Chiesa sono custoditi i registri dei battezzati con decorrenza 1570, dei matrimoni con decorrenza 1619, dei cresimati dal 1872.
La Chiesa di San Biagio tra feste e tradizioni popolari
Nella parrocchia di San Biagio si celebravano e si celebrano molte feste; tra queste la festa del Patrono, e quella di Maria SS. Bambina. La festa di Maria Bambina è a spese dei fedeli. Una funzione molto sentita era quella delle Quarantore; si celebrava nei soli giovedì di febbraio per consuetudine della Pia Fondazione delle Quarantore Circolari, che esisteva in Castrogiovanni fin dal XVI sec. e che curava di esporre a turno nelle diverse chiese della città il SS. Sacramento. La festa di Natale era preceduta da un novenario e si concludeva con la vestizione di un bambino povero della parrochhia.



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