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"Ecclesiam Sancte Luciae sitam in campania Milatii cum terris et cum spetis villani set uxori bus eorum et filis"


Castello di Santa Lucia del Mela

Castello di Santa Lucia del Mela




Il castello si erge nella piazza al centro del paese e da quì domina interamente la cittadina e la piana di Milazzo con uno spettacolare colpo d'occhio che giunge fino alle isole Eolie .
Quanto ci perviene delle antiche strutture farebbe risalire le origini del castello ai tempi di Federico II d'Aragona. Nel 1094, Ruggero Gran Conte dichiarava in due diplomi di aver donato una "Ecclesiam Sancte Luciae sitam in campania Milatii cum terris et cum spetis villani set uxori bus eorum et filis", il che farebbe pensare che il toponimo Santa Lucia risale almeno all'XI secolo.
Tra l'XI ed il XII secolo il territorio risulta in possesso di Goffredo Burrel e agli inizi del XIII secolo Federico II lo concede a Gregorio Mostaccio , cappellano maggiore del regno, e invano il vescovo di Patti (1228) rivendica il territorio di Santa Luci e la sua Chiesa . Nel 1249 viene citata l'esistenza di un palacium a Santa Lucia e la localit à viene ricordata come casale (1296).
Pur ipotizzando l'attestazione di palacium al nucleo originale del castello è, però, intorno agli anni '30 del XIV sec. che il complesso venne ristrutturato e ampliato da Federico III per proteggere la pianura di Milazzo dalle incursioni napoletane. Si parla, infatti, di "castrum Maccarruni" data l'ubicazione del castello sulla sommit à pianeggiante del monte Maccaruna, a 368 m s.l.m.
A questo palacium esistente al tempo di Federico ll lo svevo, è dovuta l'opinione discorde degli studiosi (malgrado fra i due Federici ci sia un intero secolo di storia) dei quali alcuni vogliono che sia svevo ed altri aragonese.
L'esistenza di un precedente maniero sarebbe confermata dalla notizia che, nel 1282, tempo della guerra del Vespro, vi si sarebbe soffermato per parecchi giorni re Pietro d'Aragona, venendo a Messina con tutta la corte.
Di questa sua permanenza al castello si racconta il seguente episodio: Macalda Scaletta moglie del famoso Alaimo da Lentini, decisa a conquistare i favori del re, dopo averlo qui raggiunto e con finta ambascia dichiarato di non aver trovato alloggio altrove, gli chiese ospitalit à. Il sovrano accolse cavallerescamente tale richiesta cedendo alla dama il suo appartamento e trasferendosi altrove. Essa però, ben altre mire accarezzando, di notte si recò da lui, ma tanta sfrontatezza dispiacque al re che la invito ad andarsene dicendole «di avere gli molto sonno».
Offesa nel suo orgoglio di donna, Macalda giurando vendetta si sarebbe poi gettata nella vile congiura che doveva perderla insieme al marito.
In seguito re Federico ll avrebbe fatto poi ricostruire (o restaurare) il vecchio castello che allo scopo di potere raccogliere la gente della pianura sottostante e difenderla dalle incursioni e devastazioni degli angioini i quali, sotto Federico Ill, finirono con l'occupare anche il castello.
Nel 1340 è possessore di Santa Lucia Matteo Palizzi alla cui morte il feudo ritorna alla corona e nel 1346 il vicario del re, Giovanni di Randazzo si serve del castello per la riconquista di Milazzo occupata dagli angioini, così  verso il 1366 potè tornarvi il precedente castellano Giovanni Tortorato.
XVI secolo sul lato meridionale vien fatto costruire un avancorpo per le artiglierie
Alcuni secoli dopo (1673) il castello in condizioni di avanzato degrado, venne ceduto dal principe Morra, proprietario del tempo, a tale Pisciotta perchè vi costruisse il santuario della Madonna della Neve ed in seguito esso fu adibito a seminario (1695).
Ripristinato poi a tale uso nel 1908 il castello è duramente colpito dal terremoto che distrugge Messina e nel 1927 vengono demolite e ricostruite alcune porzioni dell'edificio. Oggi,ospita l'istituto delle Suore Francescane missionarie dell'eucaristia.
L'edificio è costituito da più corpi. La torre circolare, posta a protezione del portone d'ingresso, venne edificata da maestranze di tradizione araba e successivamente merlata da Federico II di Svevia nel 1249. Essa realizzata in opus mixtum di pietra e laterizi è alta quasi 20 m . e serviva da difesa contro gli attacchi dei Peloritani. A sud est, si apre una finestra ad arco contornata da una cornice in pomice nera e fasciata con conci calcarei. Più in alto si apre un'altra finestra più piccola priva di conci.
La torre è caratterizzata da due livelli : quello inferiore con un interpiano di quasi 5m coperto con una volta emisferica; quello superiore con un interpiano di quasi 11,5 m coperto con una volta ad ombrello con quattro costoloni. All'interno ha sede la biblioteca costituita in massima parte da antiche opere sacre e possiede alcuni incunaboli e cinquecentine.
L'ingresso al cortile interno del castello avviene tramite un portale aperto nella paret esud, accanto alla torre cilindrica. La facciata esterna del portale presenta arco a sesto ogivale con ghiera di pietra pomice scura
Al centro del grande cortile interno a pianta rettangolare si trovano cinque grosse palle di pietra da catapulta e a destra dell'ingresso, un altro portale a ogiva, con cornice di pomice e sovrastato da una finestrella circolare, consente l'accesso alla cappelletta trecentesca
Dalla cappelletta è possibile accedere al santuario della Madonna della Neve la cui ricostruzione fu inziata nel 1673. Al suo interno conserva: un ricco altare ligneo barocco; le statue settecentesche di S. Lucia e S.Biagio e la statua della Madonna della Neve di Antonello Gagini (1529, molto venerata dalla popolazione del luogo; la statua marmorea di San Michele Arcangelo del 1572 di Andrea Calamecca (1524-1589).
La propriet à del complesso è suddivisa tra il Comune e la Curia vescovile.



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