Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Facciata
Posto a fianco della Cattedrale, il Palazzo Landolina venne fatto costruire nel 1730, per ordine di Francesco Landolina, marchese di Sant'Alfano e noto nobile della città (la famiglia Landolina, di origine normanna, giunse a Noto Antica nel 1091 al seguito di Ruggero).
La facciata di pietre ben sagomate è di un elegante stile classico barocco. Edificio armonico nel suo complesso e preannunciante il neoclassicismo nell'arte.
All'interno, che conta numerosi vani, si possono ammirare preziosi affreschi in alcuni saloni
Si entra in un cortile, che un tempo ospitava nei bassi le scuderie e i magazzini, e subito a destra si trovano due sfingi marmoree che custodiscono la bella rampa di scale che conduce ai piani superiori.
Il palazzo un tempo fu l'abitazione di Don Pietro Landolina, marchese di S. Alfano e primo Intendente della Provincia di Noto, ma ospitò per tre volte, tra il 1838 e il 1844, il Re Ferdinando II di Borbone Parma e la Regina Maria Teresa.
Ospiterà il Museo Diocesano di Arte Sacra.
L'esedra o piazza Landolina, alberata, dove oggi sorge il monumento ai caduti della prima Grande Guerra e dove sono murate le lapidi riportanti i nomi dei caduti della seconda Guerra Mondiale, ospitava, nell'ultimo periodo borbonico, la statua del Re Ferdinando II, opera dello scultore Tito Angelini, napoletano. Famiglia Landolina
Da Landolo 1° conte d'Absburgo, figlio di Guntramo principe normanno, trae origine l'antichissima famiglia Landolina, conforme attestano Gabriele Guccellino in sua Generali Germanica Notitia, Teodorico Piespordio e Francesco Guillimano in altre opere.Fu portato in Sicilia, al dir di Inveges, da un Rotlando Landolina normanno, commilitone e consanguineo di rè Ruggiero nella conquista dell'isola, dal quale fu poi rimunerato della carica di straticoto di Messina, della baronia d'Avola; e fu allora ch'ei fissò sua dimora in Noto, ove continuò la sua linea primogenita, oggi rappresentata da' marchesi di s. Alfano.