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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Il Castello di Salemi

Il Castello di Salemi




E' ubicato alla sommità della collina su cui sorge la città di Salemi, di cui costituisce il margine superiore di un impianto urbanistico del tipo a strigas di eta ellenistica, con strade ortogonali. Il castello ha un impianto leggermente ruotato in direzione nord-est/sud-ovest rispetto agli assi nord-sud della città ed occupa un lato della piazza Alicea, detta nel XVII-XVIII secolo della "casa Giuratoria', Sulla piazza prospettava la chiesa madre (XIV secolo) che venne ampliata su progetto di Mariano Smiriglio (XVI secolo) fino ad occupare quasi la metà dell'invaso pubblico. La piazza, di impianto pressoche rettangolare, una volta demolita la chiesa a seguito del sisma del 1968, ha ripreso la volumetria originaria.
Collegate al castello erano alcune strutture murarie, recentemente demolite, che facevano parte del circuito murario medievale cittadino, in cui si apriva la vicina e sottostante 'Porta Ghibli', ormai scomparsa, il cui nome si conserva ancora nell'antica via di accesso alla piazza. Altre torri, stante alle fonti ottocentesche, quali la vicina torre campanaria medievale della chiesa madre e la torre della chiesa di Sant'Antonino formavano un'estensione del complesso sistema di avvistamento in difesa della citta. La notizia appare alquanto dubbia se non riferita al pieno XIV secolo, quando viene realizzata la chiesa e forse il campanile. Tuttavia, va notato che nessuna delle due torri supera in altezza il terrazzo sommiitale del torrione cilindrico, ancora oggi il punto piu alto della città. La leggendaria contemporaneità costruttiva del castello di Salemi con quelli di Settesoldi (distrutto) e di Mokarta (ruderi), sembrerebbe priva di fondamento, cosi come lo e la loro rispettiva corrispondenza visiva. Altrettanto infondata è l'altra rete di relazioni visive, accreditata localmente, con i castelli di Calatafimi e di Calatabarbaro (Segesta). Il castello si relaziona soltanto con la costa sud-occidentale e con il centro di Mazara del Vallo; verso nord solo con il castello di Monte Bonifato (Alcamo).
Le sue origini sono attribuite a Ruggiero il normanno che lo avrebbe fatto edificare in quel luogo al fine di potere dominare le strade di transito ma è probabile l'esistenza di una struttura fortificatoria di età bizantina o quanto meno d'età islamica, verosimilmente ristrutturata in età normanna. Nel XII sec. (1150 circa) Idrisi descrive Salemi come "grosso casale" cui "sta a cavaliere un castello e fortalizio, eccelso per sito" (il termine arabo e hisn) - Amari 1880-81, I, p. 90.
Collegato con quello di Alcamo e Calatafimi (ora diruto), rimase fortemente armato fino al XV sec. protezione di quella zona.
Nella prima metà del XIII sec. la struttura organizzativa, i caratteri planimetrici, le tecniche costruttive usate e le configurazioni formali più evidenti, mostrano un edificio pertinente all'età sveva o quanto meno riassettato in età sveva. L'architettura gotica di tipo cistercense di età federiciana sembra avere influenzato tale riorganizzazione, anche se 1'impianto sembra il frutto di una risistemazione per parti avvenuta in un tempo relativamente breve (50-70 anni) di un edificio fortificato già esistente. A tale periodo fanno riferimento la tecnica costruttiva e quasi tutti gli elementi stilistici più evidenti e degni di nota.
Nel 1239 ca. si ha la realizzazione del torrione cilindrico.
Probabilmente sotto il regno di Manfredi vengono realizzate le volte a crociera con costoloni e conci di chiave scolpiti. Vi soggiornò il grande Federico II di Svevia ed in seguito nel 1296 quando Federico II d'Aragona alla morte del padre si era fatto acclamare re di Sicilia (ed il fratello Giacomo, re d'Aragona, non volendo riconoscergli tale sovranità si unì col re di Napoli e col figlio di questi Roberto, per muovergli guerra), Salemi fu la prima città ad essere assalita dagli angioini i quali tentarono di espugnare il forte castello che però, molto ben difeso, resistette valorosamente. Successivamente Federico II d'Aragona vendette il castello e la terra di Salemi a Blasco Alagona- Cammarata 1993, p. 21.
Nel XIV sec. venne realizzato il corpo di guardia esterno al castello, cioè un vano con copertura lignea su mensole scultoree oggi demolito e del quale restano, tra il muro sud-ovest e la torre quadra sud, le tracce della volta a botte sorreggente il pavimento del vano nonchè alcune mensole ancora in situ appartenute al solaio di copertura. Nella seconda meta del XIV sec. si hanno le sopraelevazioni dei vani di estremità dell'antico salone rettangolare.
Nel 1314 - il territorio della città, inutilmente assediata dalle truppe di Roberto d'Angio, viene messo a ferro e fuoco,
Nel 1359, sotto Federico III, essendo la città divisa fra due partiti dei quali l'uno era per il re e l'altro per Luigi (figlio di Roberto nuovo re di Napoli), Riccardo Abbate, signore di Trapani, fedele ai Ventimiglia e a Federico III d'Aragona, chiamato da alcuni notabili occupa la città di Salemi nel nome del re. Durante la notte, la città che lo aveva accolto al grido di "viva Federico!", a seguito di un equivoco e seguendo il partito chiara montano che aveva posto assedio al castello, inneggia al re Luigi di Napoli. Nel corso del tumulto che ne seguì, l'Abbate perde la vita mentre il partito di Francesco Ventimiglia scaccia i chiara montani riconquistando il castello; la città"nel corso di poche ore, accolse e cacciò l'uno e l'altro re" - Fazello, p. 648.
Sul 1375 il castello fu assegnato dallo stesso re al gran giustiziere Artale Aragona e successivamente appartenne al conte Moncada. Tornato poi alla corona vi dimorò re Martino con la sposa Maria, quando nel 1392 sbarcato a Trapani si dirigeva a Palermo per la incoronazione.
L' 11 novembre 1411 i rappresentanti delle universitates di Trapani, Marsala, Mazara, Monte San Giuliano, Castelvetrano e Partanna sottoscrivono un accordo a favore della regina Bianca di Navarra, vicaria del Regno, e contro il famigerato Bernardo Cabrera.
Tra il XVI e il XVII sec. il castello viene comunemente denominate 'casa Giuratoria' poichè sede di rappresentanza del baiulo e dei giurati ed è soggetto a piccoli interventi di adeguamento.
Nel 1629 il castello fu nuovamente sede di un' altra importante riunione fra gli esponenti della città, con a capo il barone Antonino Drago ed il conte Girolamo Tagliavia, i quali consegnarono ad appositi delegati 14.000 scudi destinati al re Filippo III di Spagna affinchè la città non fosse venduta per sopperire alle ingenti spese del reame in quel tempo e garantire la propria demanialità.
Nel 1653 il castello viene acquisito dal sacerdote Bruno, quale garanzia di un prestito fatto all' universitas di Salemi. E' in questo periodo che viene realizzato il balcone a petto con balaustra nella torre quadra sud ampliando il vano di una feritoia e, forse, anche il crollo della torre quadra nord la quale, rovinando, ha quasi certamente trascinato con se il corpo di fabbrica addossato al muro nord-est di cui restano in sito alcune finestre al primo piano. Crollata la torre, l'angolo viene risarcito con un edificio che viene a collegare i due muri nord.
Nel XVIII sec. il castello, ormai in mani private, perde sempre più di interesse e nel 1789 - viene costruito il carcere in piena piazza, addossato all'edificio medievale.
Nel XIX sec. l'edificio subisce un lento decadimento giacchè proprieta privata passata ai Mazzarese-Fardella ed ai conti Pepoli di Trapani, troppo lontani per avere qualunque tipo di interesse verso il castello. La comunità locale, intenta un processo di rivendica del suo possesso che si concluderà agli inizi dell'attuale secolo con il pagamento di un risarcimento ai privati proprietari.
Infine nel 1860 - a tre giorni dallo sbarco in Sicilia, G. Garibaldi, recandosi da Marsala a Trapani, sostò al castello e qui il 12 maggio issò in cima alla torre tonda del castello la bandiera tricolore italiana e assunse la dittatura in nome di re Vittorio Emanuele II- Cammarata 1993, p. 46.
Nel XX secolo sec. il Comune, in possesso del castello, inizia una lenta opera di bonifica con demolizioni a tappeto. Negli ambienti meglio conservati viene allocata la Biblioteca comunale 'San Corleo'.
Nel 1934, viene realizzato il serbatoio idrico comunale nel sito dove prima era la torre quadra crollata demolendo l'edificio sorto in sua sostituzione.
Tra il 1959 e il 1960, in occasione dei festeggiamenti del centenario dello sbarco dei Mille ebbero inizio alcuni lavori di restauro spesso discutibili, i quali hanno portato all'isolamento della fabbrica che venne epurata da ogni superfetazione. Tale operazione e stata eseguita secondo un'idea precostituita in base a preconcetti archetipici, volti alla ricerca della fabbrica 'originaria', senza alcuno studio storico-artistico e/o documentario.
Nel 1968 le strutture del castello furono gravemente danneggiate dal terremoto e l'edificio è stato evacuato ed abbandonato.
Tra il 1989-1990 iniziano dei lavori di restauro nella torre sud-est, nel vano sud del salone rettangolare e nella sua sopraelevazione e tra il 1999-2000 quelli nella torre est, nel vano est del salone rettangolare e nella sua sopraelevazione.
Ancora imponente il castello conserva, nella sua torre principale, ambienti dalle belle volte a spicchio mentre nel rustico cortile interno sporgono deliziose, piccole finestre bifore e la scala, che si svolge nelle grosse mura della torre, conduce alla terrazza da dove si può ammirare il vasto panorama. Il castello di proprietà comunale è attualmente sede di una pregevole biblioteca civica.
Descrizione:
Interessante per la datazione dell'opera è l'incisione "I. C. N. C. R. I." -I(esus) C(ristus) N(azarenus) C(rucifixus) R(ex) I(udeorum)-, posta sulla faccia esterna dell'architrave della finestrella della torre cilindrica, che colloca l'edificazione del Castello dopo la sottomissione degli Arabi da parte dei Normanni nel 1070. I caratteri stilistici arabi della costruzione, fanno comunque supporre che i Normanni conquistatori si avvalsero delle maestranze arabe per la costruzione del castello. L'arco a sesto acuto, il notevole spessore murario, l'impianto tendenzialmente regolare e simmetrico, le volte a crociera con chiavi scultoree e costoloni modanati, le coperture dei vani con volte ad ombrello, la commistione geometrica del poligono-cerchio e nel caso specifico ottagono-cerchio, rappresentano tutti elementi caratterizzanti i castelli federiciani di Sicilia.
Nel corso dei secoli il Castello di Salemi, è stato adibito agli usi più disparati: da vera e propria inespugnabile cittadella (secc. XII-XVI) a semplice punto di osservazione e di avvistamento (secc. XV-XVI); da deposito di paglia ed attrezzature agricole (secc. XVII-XIX) a sede della Biblioteca Comunale (1934-1968).



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