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::Chiesa di S. Margherita a Sciacca » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa di S. Margherita

Chiesa di S. Margherita




Secondo gli storici, si tratta di una delle chiese più ricche di Sciacca. Venne fondata nel 1342, da Eleonora D'Aragona, moglie di Guglielmo Peralta, Conte di Caltabellotta e Signore della Guerra a Sciacca, ricordato anche e soprattutto per essere stato uno dei quattro vicari del Regno di Sicilia durante il periodo regio della Regina Maria.
Nel tempo la chiesa cambiò spesso le sue funzioni e nel 1594, fu completamente trasformata grazie ad un suo "secondo fondatore", un ricco mercante catalano Antonio Pardo che fece fare diversi lavori di d'ampliamento, ristrutturazione e abbellimenti lasciando con testamento metà del suo patrimonio a beneficio della chiesa.
La struttura che oggi ci perviene, quindi risale a quest'intervento di ristrutturazione e d'ampliamento, alcune tracce della struttura originaria, sono visibili, sulle mura perimetrali sul lato meridionale del complesso monumentale
L' esterno della chiesa si presenta come una struttura imponente, come fosse realizzata da un unico blocco dalle forme geometriche piatte, intonacate con due grandi finestre, due portali e sul finire della costruzione un poderoso cornicione lapideo sorretto da mensole dal quale sporgono dieci grondaie in pietra simili a bocche di cannone.
Sulla facciata principale il portale principale rivolto ad occidente si presenta in chiaro stile gotico-catalano, con i tre archi ogivali e ai lati due pilastri ottagonali.
Molto più bello è il portale del lato della struttura di via Incisa, considerato uno dei lavori più preziosi del 400 siciliano. Si tratta di una splendida struttura di marmo bianco, impreziosita dalla presenza di alcune sculture a basso rilievo, disegnato da Francesco Laurana ed eseguito dal socio Pietro di Bonitate.
L'interno un bellissimo spettacolo di decorazioni e stucchi in chiaro stile barocco curati da Orazio Ferraro fra il 1609 e il 1624. Non un angolo della struttura interna si presenta vuoto e non decorato, una volta all'interno si è immersi in un rincorrersi di vezzi stilistici del tempo, angeli, putti, arabeschi, volute e medaglioni, fanno da padrone. All'interno della chiesa inoltre troviamo parecchi affreschi, di ottima fattura, che però a causa dell'incuria del passato, non si presentano in ottimo stato, in ogni modo sempre degni di nota sono: il dipinto sulla parete meridionale che raffigura la Madonna dell' Itria e i dipinti che raffigurano la Crocefissione e la Madonna del Soccorso sono opera del Ferraro. Il soffitto è a cassettoni con decorazioni in oro zecchino con al centro una tela di autore ignoto che raffigura l'Immacolata. Altre opere interessanti sono:
l'Annunciazione della Vergine del Ferraro ; l' Adorazione dei Magi e la Natività del Testone, "Il Martirio di Santa Oliva", "L'Adorazione della Croce con tutto il Populo", "Sant'Elena e Costantino", ?San Gerlando", "San Calogero e Santa Rosalia" e "Il Martirio di Santa Barbara".
Sull'altare maggiore è posta una statua lignea di Santa Margherita e sei riquadri laterali ,una composizione iconica in marmo scolpito a basso rilievo che raffigura alcune scene della vita della santa. La pavimentazione attuale è composta da piastrelle in ceramica smaltate, di colore bianco e nero e sono realizzate in modello delle piastrelle trovate dopo alcuni scavi fatti in questa chiesa e risalgono alla metà del 600. La chiesa contiene anche un sarcofago con le ceneri di Antonio Pardo e un organo risalente al 1872 realizzato da Giuseppe La Grassa.
La chiesa fu chiusa al culto e completamente abbandonata dal 1907 fino alla fine degli anni '80.
Oggi restaurata e riaperta al pubblico, non più per le sue funzioni religiose, rimane una stupenda amalgama di arte, cultura e storia ed attualmente viene utilizzata, oltre che complesso monumentale di attrazione turistica, per mostre, convegni e manifestazioni culturali.



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