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Basilica di San Paolo - Palazzolo Acreide
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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Basilica di San Paolo - Palazzolo Acreide

Basilica di San Paolo - Palazzolo Acreide

Via Vincenzo Messina



STORIA

Dichiarata assieme alla chiesa di S. Sebastiano patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, la Basilica di S. Paolo venne edificata intorno alla metà del XVIII sec. al posto della piccola chiesa dedicata a Santa Sofia che in tale circostanza venne demolita. La chiesa venne in parte perfezionata nel 1657 allorchè vi si trasferì la statua di S. Paolo che nel 1688 fu eletto, in apposita assise popolare, "Patrono principale" di Palazzolo.
Il terremoto del 1693 distrusse la chiesa e la stessa statua di S. Paolo fu sepolta dalle macerie e danneggiata al momento del disseppellimento. Facciata della Basilica Riedificata quasi immediatamente, ancor più grande e bella grazie alle elemosine dei confrati e dei fedeli, la Basilica esemplifica quello stupefacente gioco di rimandi, tipico del pensiero urbanistico che guidò, nel primo '700, la rinascita delle città Iblee. Per dare respiro alla facciata ed allungarne lo spazio prospiciente si acquistarono le case diroccate ed una grotta che si trovavano fra la chiesa e le pubbliche carceri. Si può supporre che tra il 1720 e il 1730 la chiesa fosse del tutto riedificata. La splendida facciata barocca di cui tuttora non si conosce l'architetto, fu edificata nell'ultimo trentennio del XVIII sec. . A tre ordini, con pronao e scenografica gradinata, si sviluppa in un poderoso gioco plastico di luci ed ombre che, in questa ardita costruzione, alterna superfici continue a logge balaustrate, sontuosi ricami di pietra e severe teoria di Santi.

GLI ALTARI

L'interno a tre navate, con due absidi laterali che racchiudono le due navate minori, si trovano undici altari, di cui due siti nelle cappelle laterali. Ricchissima la volta e numerosissimi i quadri, tutti di ottima fattura fra i quali si annoverano opere di Giuseppe Crestadoro, valente pittore che tra la fine del '700 ed i primi anni dell'800, opere di Olivio Sozzi, di Pietro Novelli. Il primo altare a sinistra, entrando dalla porta maggiore, è dedicato alle "Anime Purganti". Sull'altare un grande quadro di Giuseppe Cristadoro che lavorò molto per la chiesa di S. Paolo nella quale si trovano ben otto quadri firmati o attribuiti a questo pittore.
Il secondo altare del SS. Crocifisso, marmoreo, è completato da un retroaltare lapideo di fattura settecentesca. Pregiato il crocifisso e la tela, d'autore ignoto, che raffigura Maria, Maddalena e Giovanni. Di finissima fattura è il terzo altare, realizzato con marmi pregiati scolpiti, nel 1778, da mastro Carmelo Bonaveura di Catania. Le colonne ed il timpano sono opera del valente artista scalpellino don Antonio Gibilisco che fu attivo negli anni venti di questo secolo. Nella nicchia è posta una statua in cartapesta della Madonna Addolorata.
 Casserizzi costruiti nel 1778Il quarto altare della navata sinistra dedicato a San Gaetano da Thiene, un altare lapideo con doratura, di fabbricazione ottocentesca, ha una particolare struttura architettonica che sembra sfidare le leggi della fisica . Le colonne esterne poggiano "sul vuoto"; vale a dire il baricentro delle colonne laterali cade al di fuori del ridotto stilobate. Non se ne conosce l'autore. Quest'altare è dedicato a S. Gaetano di Tiene, di cui vi è un buon quadro d'autore ignoto.
Dalla navata sinistra si accede nella sagrestia: armonica ed elegante nel suo insieme. In sagrestia oltre ad un prezioso "cassarizzo" scolpito nel 1778 da Giovanni Torrisi di Catania e Gaetano Rametta di Siracusa, vi sono quattro grandi armadi, a due a due simili, con sedie "boffetti", inginocchiatoi, cassapanche. Di particolare interesse sono il lavabo monumentale e i quattro pannelli sovraporta che comprendono tele raffiguranti scene della vita di S. Paolo. In fondo all'abside, una sovrapposizione d'altari lignei: la base appartiene ad un antico altare, probabilmente del XVI sec. caratterizzato da archi gotici sostenuti da colonnine tortili; coevo è il paliotto di damasco. Il soprastare appartiene, invece, ad altro altare ligneo barocco del XVII-XVIII sec.; sopra, la statua della Madonna del Carmelo, proveniente dalla chiesa di S. Domenico. Nell'altare maggiore è posto un bel crocifisso del XVI-XVII sec. Fra le enormi colonne policrome dell'altare, dietro il quadro della Conversione di S. Paolo, attribuito al Crestadoro, vi è la nicchia in cui è custodita la veneratissima statua di S. Paolo e le pregevoli vare barocche, in legno intagliato e dorato. Questa statua fu fabbricata e scolpita dal ragusano Vincenzo Lorefice nel 1567. In tutti questi secoli ha subito diversi interventi conservativi e di abbellimento, che forse ne hanno alterato la originaria immagine. Quando fu consegnata, nel XVI sec. la statua era dipinta a tempera eParticolare altare della Beata Vergine Maria degli Agonizzanti (III navata sinistra) con colori uniformi, turchino la veste e rosso il manto. Nel 1681, sembra abbia avuto un primo restauro: in seguito al terremoto del 1693, la statua subì gravi danni, maggiormente al "viso", per cui uno "statuario" di Messina, nel 1695, ne rifece totalmente la "testa".

GLI AFFRESCHI

Nelle pareti laterali dell'altare maggiore vi sono due dipinti, a sinistra, "Il naufragio di S. Paolo a Malta", a destra la "Predicazione di S. Paolo". Da notare l'imponente seggiolone e le quattro sedie presbiterali scolpite dai Giuliano nel 1860. Da Giuseppe e Sebastiano Giuliano fu fabbricato, nel 1833, anche l'artistico pulpito poggiato sul secondo pilastro. Nell'abside laterale di destra si trovano due splendidi quadri del Crestadoro: la "Beata Vergine degli Agonizzanti" e "L'Assunzione di Maria". Nella cappella uno stupendo altare ligneo con un elaborato tabernacolo del XVII-XVIII secolo, la cui base appartiene all'organo che una volta si trovava fra il primo e secondo pilastro della navata di sinistra. Qui si trovano due statue: quella del "Cristo Risorto", proveniente dalla chiesa di S. Domenico, e quella della .  Altare ligneo del Sacramento (XVII-XVIII sec.) "Madonna Bambina", scolpita da Giuseppe Giuliano. Segue l'altare marmoreo di S. Silvestro. Il quadro "S. Silvestro che battezza Costantino" è del Crestadoro, come dello stesso autore sono tutti i quadri presenti in questa navata di destra. Vi è poi l'altare di S. Sofia con un quadro dedicato alla santa. La chiesa di S. Paolo fu edificata anche nell'area che occupava l'antica chiesa di S. Sofia. Quest'ultima fu concessa ai confrati con patto che mantenessero, nella nuova chiesa, un altare dedicato alla santa Nell'altare di S. Paolo vi è un buon quadro raffigurante il "Battesimo di S. Paolo". Segue l'altare di S. Biagio con un bel quadro del "Martirio di S. Biagio". Questo santo viene festeggiato con devozione il 3 febbraio. In tale ricorrenza si usa ancora confezionare i "cuddureddi di S. Biagio" che vengono portati in chiesa e benedetti. Vi è poi il fonte battesimale e la tela del "Battesimo di Gesù" sempre del Crestadoro. Le due vare, quella della reliquia e quella di S. Paolo, sono permanentemente esposte nella chiesa. Della prima non si conosce l'anno di fabbricazione, la seconda fu fabbricata da Giuseppe e Sebastiano Giuliano nel 1899. Nel 1900 fu indorata da Giovanni Tanasi di Ragusa. L'organo, "uno dei migliori del paese", in origine sistemato tra il primo e il secondo pilastro della navata sinistra, negli anni '30 fu trasportato nella cantoria. Le decorazioni e le pitture di questo palco si dice siano state eseguite da un certo Scalia di Catania. Iconografia di S.Paolo

LA FESTA

La festa di San Paolo è una delle feste più antiche della Sicilia, forse la festa più ricca dell'intera provincia Siracusana. Un evento che si ripete da secoli, che si rinnova ogni anno con eccezionale modernità. Unica per partecipazione popolare la festa si svolge nei giorni 28 e 29 giugno.



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