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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Castello - Caronia

Castello - Caronia




Il Castello di Caronia fu costruito in epoca normanna (XII secolo) probabilmente al tempo di re Ruggero. Il castello, oggi di proprietà privata, è uno degli edifici meglio conservati dell'architettura normanna in Sicilia. A dominare tutto il paesaggio circostante, è sicuramente il più importante fra i monumenti cittadini. Le forme squadrate sono alleggerite da finestrelle sormontate da cieche arcate ogivali. Si tratta di un complesso fortificato con cinta muraria triangolare munita di torri difensive. All'interno si trovano il "palazzo", edificio a due piani di cui il primo, senza finestre, destinato a deposito, ed il secondo destinato in parte ad abitazione, e altri ambienti che evocano stili islamici come l'elegante sala triloba con ingressi ogivali e curiose volte pieghettate.
Al Castello appartiene una cappella, uno dei pochissimi esempi in Sicilia di cappelle normanne a tre navate. La centrale quasi doppia delle laterali con pilastri a base rettangolare, chiuse da tre piccole absidi semicircolari, originale architettura riconducibile a motivi e stili tipici delle chiese basiliano - normanne che richiamano alla mente la cappella Palatina del Palazzo reale di Palermo. L'accesso al castello, situato sul versante orientale dei perimetro murario, è assicurato da uno splendido portale in stile rinascimentale, ma di epoca ottocentesca, con il blasone dei Pignatelli in evidenza, sovrapposto al portale originale caratterizzato dalle dimensioni maggiori, dall'arco a sesto acuto e dalla cornice a ghiera doppia. Nell'abitato sono ancora visibili la base di una torre posta a base dell'ingresso principale della cittadina, ed un arco detto "saraceno".
Approfondimenti:
La disposizione d’insieme del complesso segue la sommità triangolare del colle che si rastrema in modo più pronunciato verso ovest. Questa giacitura è stata perimetrata da mura e torri; sul fronte orientale, raggiungibile da via Castello, si apre l’unico accesso con un portale neoclassico sovrapposto all’originaria arcata ogivale e mentre nella parte più meridionale del medesimo fronte svetta la cosiddetta “torre dell’orologio”, all’angolo nord gli alti muraglioni celano una cappella a tre navate, plausibilmente subentrata alle strutture di una seconda torre aggettante rispetto al filo delle mura; tale aggetto odiernamente è stato assorbito dall’avanzamento (5 m ca.) di altri corpi di fabbrica addossati all’originaria cortina. Di contro, la torre situata al centro del lato settentrionale è la meglio conservata poiché reca tracce di ammorsature murarie, di varchi tompagnati aperti sugli originari camminamenti di ronda e, soprattutto, di tre finestrelle a tutto sesto contornate con mattoni di laterizio, composte in un elegante motivo piramidale che si ritrova solo nella facciata occidentale del palazzo normanno; tratti murari di un’ultima torre rimaneggiata a seguito di consistenti crolli si trovano alla cuspide occidentale; il recinto murario appare sporadicamente rifatto o riparato in età posteriore al XII secolo e nel tratto subito ad ovest della torre settentrionale; fino alla torre occidentale, essendo crollato, è stato riproposto a mo’ di parapetto.
In posizione baricentrica rispetto alla cinta, è situato un edificio normanno a due livelli, avente pianta rettangolare con asse maggiore nord-sud (m 21,80 x 9,35); ai suoi lati sono stati addossati in epoche diverse alcuni avancorpi che rivestono completamente il pianterreno e una piccola parte del piano superiore; essi, con gli ultimi restauri (1965 - 1970) hanno subito una rimodulazione mirata ad evidenziare le fabbriche normanne; l’avancorpo addossato alla facciata orientale è diviso in due piani; quello terreno è attraversato da un andito con volta a botte ogivale, in asse con il portale del nucleo originario; quello superiore è composto da un solo vano, giustapposto all’estremità settentrionale, con un’elegante bifora angolare che alla base del piantone reca l’arme Pignatelli, signori di caronia dopo il 1544.
Al pianterreno del medesimo fronte si apre l’accesso principale del palazzo, dato da un grande portale ad ogiva con doppio archivolto scandito dalla bicromia di conci calcarei e di mattoni in laterizio; analogo trattamento è reperibile superiormente in due archivolti quadripartiti da fasce a tutto sesto, progressivamente incassate fino al vano delle rispettive monofore appena ogivali; allo stesso livello si apre una porta finestra, plausibile accesso sublime del piano nobile, sormontata da una ghiera di conci addentellati congiunti a seggiola.
Lo schema distributivo del palazzo si organizza in entrambi i piani attorno a due sale centrali, aperte verso ovest in ampie nicchie ed affiancate simmetricamente verso nord e sud, da altri ambienti; le coperture dei locali al pianterreno sono costituite da volte a botte; negli spessori murari sono stati individuati pozzi di comunicazione con i livelli superiori e canalizzazioni per cisterne. Il piano nobile presenta una più marcata caratterizzazione degli spazi attraverso peculiari soluzioni adoperate nella tecnica muraria, nelle volte e nelle aperture; al centro della sala principale (m 7,70 x 5,54) si apre una grande nicchia (sala cum miniano), dove si staglia il profilo curvilineo dei piedritti e di un’arcata trasversa, posta esattamente al contatto fra l’avancorpo occidentale e il parallelepipedo del palazzo; le sale minori collegate a quella centrale sono sostanzialmente diverse poiché quella a sud è un semplice vano rettangolare (m 4,70 x 7,10) mentre quella a nord si assimila ad un “iwan” sovrastato da una rociera e desinente in una nicchia centrale con catino a muqarnas ed in due laterali con calotte scanalate da fasce ombrelliformi.
Nell’angolo nordorientale del complesso si trova una cappella orientata, divisa in tre navate da pilastri rettangolari che sorreggono archi a sesto acuto; l’edificio, in senso trasversale, si sviluppa in tre campate, con quella più orientale introdotta da arcate e conclusa da absidi in asse con le navate; le due campate occidentali della navata centrale sono coperte da volta a crociera su base quadrata, sistema ribadito e sdoppiato nelle rispettive campate dell’adiacente navatella destra; il santuario è coperto da un rustico tetto ligneo che, spiovendo verso il muro delle absidi, attualmente intercetta l’archivolto del catino centrale, soluzione scaturita dal crollo dell’originaria copertura; sotto la campata orientale, con dimensioni che si approssimano ad essa, si trova una cisterna sormontata da una volta a botte; la datazione della cappella è tutt’oggi materia controversa (Kronig 1977, XII secolo; Bellafiore 1990, Ciotta 1993, post XII secolo).
Tra gli oggetti mobili si segnalano rilievi, statuette e frammenti marmorei di incerta provenienza, opere comunque databili dal XIII al XV secolo.
Tutte le murature consistono di pietrame e di blocchi in arenaria e calcare ma, soprattutto, le pristine strutture e le membrane di maggiore impegno costruttivo sono connotate dalla diffusa utilizzazione di grossi mattoni in laterizio, accorgimento tecnologico e figurativo adoperato anche nelle fabbriche dei monasteri bizantini del Val Demone.
Lo stato di conservazione è buono.



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