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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Circolo di Conversazione-Ragusa

Circolo di Conversazione-Ragusa

Corso XXV aprile



I circoli
Nel periodo compreso fra la Restaurazione e l’Unità, sorsero nell’isola diversi salotti, circoli, case di conversazione che non erano solo punti di riunione, ma rappresentavano anche un luogo di identificazione ed autoidentificazione sociale cioè di appartenenza ad uno “status” sociale. Questi circoli nacquero come associazioni informali, ma si diedero subito statuti e regolamenti sul modello inglese dei clubs britannici, in cui l'accesso non era più legato ai privilegi di ceto, ma al successo personale, alla posizione economica, al ruolo pubblico ricoperto. Qui magistrati, alti impiegati, avvocati, possidenti, professionisti, inseriti nelle liste degli eleggibili, si riunivano per leggere giornali, discutere di politica, giocare a carte (ma non giochi d’azzardo), tessere rapporti sociali secondo un determinato codice di comportamento. Le chiacchiere fra aristocratici della città si trasformavano talvolta in vere e proprie rappresentazioni teatrali.
Queste costruzioni sorgevano spesso nelle strade principali dei centri, possibilmente a pianterreno, in ogni caso in zone di facile accesso ed accoglievano da un minimo di 30 ad un massimo di 90 soci. La scelta della sede in un luogo centrale e la cura con cui la si rendeva confortevole e signorile miravano a favorire il senso di identificazione del gruppo. Le norme, la tipologia dei locali e la denominazione venivano dettate però dai funzionari dell’Intendenza. Dopo i moti del 1820-21 e del 1837 molti circoli furono chiusi e riaperti anni dopo sotto stretta sorveglianza della polizia. Un vero e proprio boom di nuove autorizzazioni si registrò nel decennio 1838 - 1848, a cui seguì una brusca flessione dal 1849 al 1852 ed una parziale ripresa dal 1854 in poi.
All'angolo inferiore sinistro della Piazza del Duomo si può vedere il Circolo di Conversazione fatto costruire in stile neoclassico nella prima metà del secolo scorso affinché i nobili ragusani vi potessero conversare e trascorrere il tempo, lontani e isolati dalla gente comune.

Il Circolo di Conversazione di Ragusa Ibla, noto anche come il “Caffè dei cavalieri”, si trova all'angolo inferiore sinistro della Piazza del Duomo. Fatto costruire in stile neoclassico nel 1830, affinché i nobili ragusani vi potessero conversare e trascorrere il tempo, lontani e isolati dalla gente comune, conserva ancora, al suo interno, il documento, datato 12 ottobre 1830, con i nomi dei 18 soci fondatori che racimolarono la somma di 390 onze (pari a circa 350 - 400.000 € attuali) con la quale realizzarono lo stabile: Barone Francesco Arezzo di Donnafugata (onze 30), Cavaliere Giuseppe Arezzi (onze25), Pasquale Di Quattro (onze 25), Barone Carmelo Arezzo di Trefiletti (onze 25), Vincenzo Antonio La Rocca (onze 25), Giuseppe Arezzo di Trifiletti (onze 25), Fratelli Ignazio e Antonio Sortino (onze 25), Gaetano Arezzo di Donnafugata (onze 20), Nicolò Orazio Donnafugata (onze 20), Barone Antonio Giampiccolo (onze 20), Giambattista Monelli (onze 25), Barone Pietro Ingrassotta (onze 20), Barone Francesco Rubino (onze 20), Giuseppe Nicastro Giampiccolo (onze 20), Avvocato Franco Nicastro (onze 20), Francesco Cosentini e figli (onze 15), Paolo Cosentini (onze 15), Corrado Bongiorno (onze 15). Nel 1839 i "nuovi civili" cominciarono a lamentarsi perchè non erano ammessi nell'unico Circolo dei nobili ed avanzarono richiesta all'Intendenza affinchè venisse aperto un secondo Caffè di conversazione nel quartiere superiore, che venne inaugurato nel 1841 a cui seguì nel 1856 un terzo circolo ad Ibla. Il Circolo è amministrato da un presidente ed un Consiglio formato da quattro membri, che vengono eletti ogni due anni dall’Assemblea dei soci. La sua funzione principale è ricreativa e i suoi soci rappresentano un ampio spaccato dell’attuale società iblea. Vi si tengono rappresentazioni teatrali; feste da ballo; concerti; spettacoli di cabaret; manifestazioni con fini culturali o di beneficenza. Nel 2002 il Circolo contava 250 soci circa, un terzo dei quali erano discendenti in linea retta dei vecchi soci fondatori.
Nel 1974 in una storica assemblea venne deciso di ammettere al “Circolo di Conversazione” anche le donne. L’ingresso delle donne conferì al “Circolo” la connotazione di una famiglia allargata, attorno al nucleo storico.

Il palazzo presenta un rigoroso stile dorico-romano, che si sviluppa su un solo piano. Il prospetto si presenta con tre entrate divise da sei paraste scanalate e con capitelli in stile dorico sormontati da un cornicione con triglifi e in corrispondenza delle porte tre bassorilievi rappresentanti ai lati delle sfingi alate e al centro due donne alate che sorreggono una lampada. In alto sul cornicione svetta una bella scultura rappresentante in un ovale l'aquila ragusana circondata da festoni di fiori e da due leoni con facce umane e baffi: sotto la scritta "Circolo di Conversazione". Davanti al prospetto c'è un ballatoio per il passeggio dei soci.
L'interno è costituito da sette sale in pieno stile ottocentesco e mantiene ancora gli arredi originali.
Il fastoso salone degli specchi, chiamato così in quanto fa sfoggio di quattro grandi specchiere maestosamente incorniciate, misura circa 80 mq mostra. Il suo soffitto, affrescato dal ragusano Tino Del Campo nel 1901 e restaurato nel 1955 dal Flaccavento, rappresenta le allegorie delle arti e delle scienze con quattro medaglioni agli angoli raffiguranti i mezzi busti di Dante, Michelangelo, Galileo e Vincenzo Bellini . Le arti e le scienze che sgombrano il cielo dalle nubi dell'ignoranza. I lunghi divani di damasco rosso, la seta rossa delle pareti, i tendaggi e un grande lampadario in rame, costituito da una zucca con i suoi tralci, completano l'arredo e conferiscono all’ambiente un’atmosfera ovattata. Gli altri locali sono altrettanto prestigiosi, riservati al gioco e alla lettura. Un grazioso giardino interno con palme e fiori rende l'ambiente uno tra i più gradevoli ed esclusivi della città.




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