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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Madonna del Rosario in San Domenico

Madonna del Rosario in San Domenico




Edificata nel 1361 con l'annesso convento dei  padri domenicani, oggi sede del Palazzo Municipale, la chiesa di San Domenico, detta del Rosario, venne quasi totalmente distrutta dal terremoto del 1613 per poi essere ricostruita nel 1678.
Uscita indenne dal successivo terremoto del 1693, conserva uno dei pochi prospetti rimasti integri dopo il terremoto a testimonianza di uno stile barocco siciliano molto severo e rigoroso, che tralascia la pomposità architettonica delle linee.
La facciata presenta un bel portale con arco a tutto sesto, sovrastato dallo stemma domenicano e presenta 4 nicchie che custodiscono quattro statue in pietra, due delle quali raffigurano San Domenico e San Vincenzo Ferreri.
Il luogo sacro è ricco di interessanti tele del Cinquecento, e presenta un'unica navata sormontata da volta a botte. La cappella interna, un tempo riservata alla preghiera dei frati, è riccamente decorata con pitture murali e abbellita da pregevoli stucchi settecenteschi.
Nel terzo altare a destra spicca una grandiosa tavola scenografia della Madonna del Rosario (1535-40) attribuita a Vincenzo Aniemolo, noto anche come Vincenzo da Pavia, discepolo del Perugino , morto nel 1557 a Palermo.
Nel dipinto viene rappresentata la Vergine del Rosario nell'atto di distribuire le corone a San Domenico, ad un secondo domenicano, quasi sicuramente Giordano di Sassonia, a Sant'Agata e a Santa Lucia; sul fondo, il Prelato distribuisce le corone a soldati armati di tutto punto, le cui aquile bicipiti fanno supporre che il dipinto risalga ai tempi dell'organizzazione della flotta del Mediterraneo per la lotta contro i Barbareschi.
La cornice del polittico comprende 22 riquadri, quindici dei quali raffigurano i Misteri del Rosario.
Sopra il terzo altare di sinistra, spicca una tela del 1533 raffigurante l'apparizione di San Domenico nella sua apoteosi , attribuita al siciliano Giuseppe Reati.
Degni di nota: nell'altare centrale, il gruppo statuario della beata Vergine del Rosario con ai lati due angeli in marmo ben scolpiti e i vari pannelli raffiguranti gli episodi più importanti della vita di San Domenico.
Le pareti sono ulteriormente arricchite da altre tele raffiguranti "Le anime del Purgatorio" e "San Giuseppe" attribuite al canonico Spadaro, oltre allo "Sposalizio di Santa Caterina" e alla raffigurarne di "San Giovanni Bosco"
L'attiguo convento attualmente è sede del Palazzo di Città, dal 1869, anche se da documenti d'archivio risulta che il consesso dei Giurati (come si chiamavano allora i consiglieri) ivi si riunivano già nel 1626.
Il chiostro del convento ha subito diversi rimaneggiamenti in epoche successive: nel cortile, un tempo la "silva" conventuale, spiccano 18 poderosi pilastri post a sostegno di archi a tutto sesto. All'ingresso, su uno di questi, è ubicata una lapide indicante il livello dell'acqua raggiunto durante l'alluvione del 25 settembre 1902; dallo stesso cortile è visitabile una interessante cripta-reliquario sotterranea (Seicento), scoperta da Giovanni Modica Scala a metà Novecento, contenente resti ossei, attribuibili ai Frati Domenicani stessi, e che lascia intravedere tracce di affreschi. Il convento era sede, per la diocesi di Siracusa, del Tribunale dell'Inquisizione, o Sant'Uffizio.



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