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::Chiesa di S. Calogero a Regalbuto » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa di S. Calogero

Chiesa di S. Calogero




La chiesa rurale di S. Calogero è situata sulla cima di un vicino colle (contrada Monte) fuori della città. Il rudere della chiesa ha oggi l'aspetto d'una torre mozzata che domina dall'alto l'abitato di Regalbuto. La tradizione vuole che essa sia stata costruita sulle rovine dell'antica rocca saracena e che fu, per molto tempo, la Chiesa Madre del paese. Variamente danneggiato nel corso dei secoli dalle intemperie e dai terremoti, l'edificio subì vari rifacimenti di cui abbiamo una circostanziata documentazione negli archivi parrocchiali. Nel 1634 viene ordinato il consolidamento delle mura e il rifacimento del tetto, della pavimentazione e delle porte. Nel 1655 viene risistemato il tetto.
Dopo il terremoto del 1695, non essendo sufficienti le rendite delle terre attigue all'edificio e di cui la chiesa era proprietaria, il tesoriere Alvaro Picardi riordina le colture delle terre, trasformandole in vigneti. Con i nuovi proventi il Picardi restaura la chiesa e le dona i quadri per gli altari attingendo al proprio patrimonio. Il 1736 è comunque l'anno più importante per la chiesa di S. Calogero. Infatti in quell'anno il nuovo procuratore, Don Giulio Citelli, stabilisce un contratto con Vito Mammana e suo figlio Giovanni incaricandoli "a fabricar dalle fondamenta la nuova chiesa di S. Calogero, colli damusi di rustico nel corso di anni quattro". La costruzione della chiesa e dello spazio antistante ad essa vengono terminate nel 1743, e il 13 dicembre dello stesso anno, Don Giulio Citelli stipula col Mammana un nuovo contratto, in virtù del quale viene stabilita la costruzione d'un corridoio che colleghi la chiesa con quattro camerette da edificare dietro l'edificio e con l'obbligo "di stucchiare la detta chiesa con dover fare le arme di S.R.M., e le arme di detta città sopra la porta maggiore;... e della mezza statua del sovrano posta sull'altare maggiore della Chiesa di S. Calogero". Morto Don Giulio Citelli nel 1750, gli succedette, quale procuratore, il figlio Placido; ed è sotto la sua procura che nasce una disputa con la curia vescovile catanese sul possesso del patronato della chiesa. Il Citelli, sostenuto dagli amministratori locali, rivendicava il diritto del "Patronato Regio" e quindi della città sulle rendite della chiesa di S. Calogero contro la curia catanese che rivendicava il diritto di Giurisdizione al vescovo ordinario. Questa disputa si protrarrà a lungo ed ebbe termine solo quando le due parti, di comune accordo, cedettero le rendite della chiesa al nascente Collegio di Maria. Perdute le rendite la chiesa cadde, pian piano, in uno stato di abbandono che tuttora si perpetua e si aggrava, anzi, sempre di più.

Fonte: www.comune.regalbuto.en.it




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