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::Castello della Pietra di Amico a Alessandria della Rocca » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Castello della Pietra di Amico

Castello della Pietra di Amico




In prossimità della diga Castello, al confine con il territorio di Bivona, rinveniamo i ruderi del Castello della Pietra d'Amico (da Agrigento, strada statale 118 per Corleone; dopo Alessandria della Rocca, bivio Bivona, strada provinciate per Calamonaci, a 2 km diga Castello, rupe sulla riva sinistra del lago, lato Alessandria della Rocca).
A circa 5 km dell'abitato di Alessandria della Rocca, sulla riva di un recente lago artificiale, si trova, infatti, una piccola rupe (petra) con i resti di una costruzione. Numerose 'pietre' sono state identificate sia nei documenti sia sul terreno. Questo termine designa una grossa rupe isolata in un vasto paesaggio: si può trattare di un castello rupestre con ambienti ipogei (Petra Calatasudemi, Petra Jancasi, Petra Sancti Benedicti o Petra Bualis - cfr. schede) o di un castello costruito sia in cima (Petra Belichi, Petra de Amico, Petra di Margana - cfr. schede) sia ai piedi della pietra (Petra Jusalbergu, Petra Perciata - cfr. schede).
Solo nel caso di Pietra d'Amico è documentato un casale, ma si trattava di un rudimentale abitato costituito da venti semplici abitazioni provvisorie (pagliai).
Parecchi elementi - la struttura muraria e vari ritrovamenti, (utensileria) -, inducono a pensare che il Castello della Pietra D'Amico sia sorto nel periodo bizantino (VIII-IX sec. d.C.), a difesa delle incursioni di Saraceni; successivamente fu abitato da questi ultimi, dove stabilirono quelle piccole tribù di agricoltori che venivano dall'Africa.La presenza del Castello della Pietra D'Amico sta a dimostrare l'importanza, nell'allora Baronia, nel territorio alessandrino, di questa roccaforte civile e militare che assunse in poco tempo un ruolo fondamentale anche per i paesi limitrofi. Le fattezze, dai pochi ruderi rimasti a seguito della sua distruzione avvenuta intorno al XIII sec., si richiamano all'arte romanica; costruito su di un imponente masso, costituiva il perno della economia e della difesa della zona. Durante l’occupazione araba della Sicilia nuclei di "saraceni" si stabilirono in quella che era stata la dimora sicana, formando villaggi che in epoca normanna divennero dei casali.
Dopo la conquista normanna i feudi in territorio di Alessandria vennero concessi a un parente del conte Ruggero, Lucia, signora di Cammarata. Facevano parte della Contea di Cammarata la baronia di Motta Sant’Agata e il castello di Pietra D’Amico. Le sorti di tali feudi furono segnati dalle alterne vicende storiche che si svolsero in Sicilia con la guerra tra Svevi e Angioini prima e tra Angioini e Aragonesi dopo.
Nel 1244 il Libellus de successione Pontificum Agrigenti ci porta a conoscenza che nell'attuale territorio alessandrino si trovavano due casali: Scibene e Chinesi, nelle omonime contrade, e che detti Casali versavano la decima alla chiesa agrigentina.Dal 1398 in poi la baronia di Pietra D’Amico veniva concessa dal Re Martino I a Guglielmo Raimondo Moncada, conte di Cammarata. Nel 1431 Giovanni Abatellis la comprò per 40 mila fiorini d’oro e in inseguito passò a Federico Abatellis.Nel 1542 la baronia fu venduta a Nicolò Barresi. La rifeudalizzazione fra il Cinquecento ed il Settecento, con la fondazione di nuovi centri, circa un centinaio, tra cui Alessandria della Pietra, risponde alla primaria preoccupazione dei proprietari terrieri di fissare stabilmente al suolo i lavoratori. La creazione di nuove fondazioni contadine e l'impianto di un centro agricolo, comporta l'acquisto della licenza "populandi".Così, il primo nucleo abitativo, presente in contrada Casteddru, si sposta verso la contrada Prato (Piratu), più ricca d'acqua. Nel 1568 la baronia passò da Nicolò al nipote Don Carlo Blasco Barresi che nel 1570, nei pressi della contrada Prato, fondò Alessandria della Pietra. Don Carlo Barresi diede notevole sviluppo al primo insediamento, che nel 1593 era formato da 110 case e da 307 abitanti. La famiglia Barresi, di origine normanna, era venuta in Sicilia al seguito del conte Ruggero. Signori di vari feudi in Val di Noto, parteciparono alle lotte baronali al tempo dell’Imperatore Carlo V. Il comune, quindi, assunse, in principio, il nome di Alessandria della Pietra, e rimase tale sino al 1713 quando, con l'istituzione dei Municipi, cambiò in Alessandria di Sicilia e poi definitivamente con Decreto Reale del 7 novembre 1862, di Alessandria della Rocca, per onorare la Vergine SS. della Rocca, per il ritrovamento del Simulacro, trovato prodigiosamente nella zona detta "Rocca 'ncravaccata".
Solitamente il termine feudale Petra in Sicilia designava una fortificazione isolata: unica eccezione fu la Pietra D'Amico,perché si trattò inizialmente di un Casale e in seguito di una Baronia.
Oggi, del Castello rimane ben poco: solamente qualche pezzo di muro, parte della scalinata e il masso su cui venne edificato, che è parzialmente crollato. Durante i lavori di costruzione della diga, negli anni 80, intorno al castello vennero trovati altri ruderi, cocci, vasellame e utensili che testimoniano la presenza di un insediamento che, probabilmente, veniva difeso proprio dal castello.

Notizie storiche:
1337 - castro et feudo Petra de Amico... per quodam Leonoram de Abbatellis, uxorem quondam Federici de Abbatellis Senioris ... possidebatur - Barberi, III, p. 383.
1355 ca. - il castrum Petre amicj è annoverato fra i castelli feudali - Librino 1928, p. 209.
1361 - castello - ASPA, Protonotaro del Regno , reg. 2, c. 67v (Maurici 1993, p. 58).
1374-75 - casale in quo reperte fuerunt domus coperte palearum XX - Glenisson 1948, p. 257.
1398 - Bartolomeo de Aragona riceve il feudo e il castello - Barberi, III, p. 384.
Stato di consistenza: i resti fuori terra visibili non consentono una lettura ricostruttiva dell'impianto che risulta non precisabile
Descrizione: dai pochi avanzi che rimangono, si puo ritenere che il castello constasse in primo luogo di una torre quadrangolare con un silo scavato nella roccia sottostante e forse ulteriori ambienti rupestri. Nel tempo, una parte della piccola rocca si e staccata, trascinando l'edificio nella sua caduta.
Malgrado le pessime condizioni del castello di Pietra d'Amico, oggi in disfacimento totale, lo studio dei ruderi permette di classificare l'edificio tra i fortilizi rurali del Trecento con toponimo in petraattinente alla morfologia del sito.
Proprietà attuale: pubblica.
Uso attuale: in abbandono.




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