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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa Santa Maria Assunta

Chiesa Santa Maria Assunta

Piazza Duomo



La prima Chiesa Madre fu costruita in pieno Medioevo nel 1680 e dedicata a Santa Maria dei Miracoli ed era di dimensione più piccola dell'attuale, presentava il prospetto rivolto ad ovest con l'ingresso principale nella attuale Piazza Turati, e venne distrutta dal terremoto del 1693.
La Chiesa Madre che vediamo oggi fu costruita nel 1769 sulle rovine dell'antica chiesa crollata e dedicata a Maria Santissima Assunta.
I resti dell'antica chiesa sono tornati alla luce nel corso della sistemazione della pavimentazione avvenuta nel 1967. Con il prospetto rivolto ad est fu ricostruita più grande della precedente anche per volere di Filippo IV Re di Spagna, ma, avendo subito notevoli danni, a causa dei terremoto del 1693, venne nuovamente edificata negli anni successivi.
Con bolla Apostolica del 7 settembre 1821 fu eletta a Parrocchia dal Vescovo di Siracusa Don Filippo Trigona. Il primo ad insediarsi, il 28 agosto 1882, fu l' Arciprete Parroco Don Giuseppe D'Angelo Robles.
La chiesa Madre si trova in piazza Duomo dove si affacciano due edifici importanti, a nord il monumentale Palazzo di Città e a sud il Palazzo dove in passato era edificato il Convento di Santa Caterina con annessa Chiesa. Prima dei lavori di restauro, sulla sommità della facciata erano presenti quattro fiamme e due statue raffiguranti San Domenico e San Giuseppe. I simulacri e le quattro fiamme, realizzati in pietra bianca e deteriorati dagli eventi naturali, sono stati rimossi in fase dell'ultimo restauro e non più riposizionati.
L'interno si presenta a croce latina con tre navate a volta a botte, sostenuta ognuna da pilastri adorni di lesena. Di importanza artistica i quadri adagiati alle pareti delle navate che rappresentano le vicissitudini storiche della Città. La Chiesa nel '700 era l'unica parrocchia della città e in essa si svolgevano tutti le funzioni ecclesiastiche.
Nel sisma del 1848 la Chiesa subì nuovamente notevoli danni nella parte retrostante, e il Vice Rettore il Sac. Don Giuseppe Garay riuscì in breve tempo a risanare tutte le parti danneggiate della chiesa, e fece altri lavori di decorazioni per abbellimento.In questa fase di ristrutturazione fu eliminato il giardinetto dando vita così all'attuale Piazza Turati.
Il sisma del 1990 ha reso parzialmente inagibile la Chiesa fino al 23 Dicembre del 2000 quando, con gran tripudio dell'Arciprete don Matteo Pino, della cittadinanza e di tutta la collegiata è stata riaperta al culto nella maestosità delle sue strutture.
Il prospetto è articolato su di un duplice ordine, raccordato da ampie volute laterali. Il piano basso presenta tre aperture che danno adito alle rispettive navate. Sull'ingresso principale si apre la finestra della cantoria. La cella campanaria è composta da tre piccole aperture con balconcini in ferro battuto, opera di un artigiano locale. Un timpano con cornice e dentellatura chiude la parte superiore dell'edificio. L'interno è a croce latina con tre navate e volta a botte sostenuta da pilastri adorni di lesene. Entrati nella chiesa percorretela in senso orario:
Nella parete sud della navata di sinistra vi si trovano quattro altari dedicati rispettivamente a san Filippo Neri, alla Madonna del Rosario, a santa Lucia e ai santi Pietro e Paolo; inoltre vi si trova la statua della Madonna di Fatima.
Nella zona ovest si distinguono: la cappella del Sacramento che è delimitata da un cancello in ferro battuto, l'abside e la cappella del Crocifisso.
L'abside è accessibile tramite un'ampia scalinata centrale, alla cui sommità, nei due lati, si trova un transetto in stile neoclassico; nella parti laterali il coro in legno e quattro tele, due per parte, raffiguranti episodi della vita di Maria, che, in vista del restauro della chiesa, sono state tolte; nella parte centrale, in alto, è posta la tela raffigurante l'assunzione di Maria. L'altare maggiore è in marmo; nella parte anteriore sono dei bassorilievi: in basso osserviamo:
a sinistra la croce, simbolo della fede, al entro Gesù con i due discepoli di Emmaus e a destra l'ancora, simbolo della speranza;
in alto sono raffigurati: sinistra e a destra due altari, al centro il sacrificio di Isacco.
Nella parte nord della navata di destra si evidenziano quattro altari dedicati rispettivamente al sacro Cuore, alla natività di Gesù, a sant'Antonio di Padova e a san Domenico; inoltre vi si trovano il battistero con bassorilievo in maiolica raffigurante il battesimo di Gesù, e, sotto, il fonte battesimale di forma semisferica con bordo ottagonale.
Nella parte alta delle due navate laterali si distinguono dieci lunette con ventri istoriati, illustranti vari episodi della vita della Madonna; quelle della navata di sinistra rappresentano: l'annunzio dell'Angelo a Maria, la visita di Maria a santa Elisabetta, lo sposalizio di Maria, la nascita di Gesù e la Sacra Famiglia; quelle delle navate di destra descrivono: lo smarrimento ed il ritrovamento di Gesù nel tempio, il miracolo delle nozze di Cana, Maria ai piedi della croce, Maria e gli apostoli nel cenacolo ed infine la Dormitio di Maria. Nelle navate laterali, inoltre, sono posti sei confessionali, tre per parte, di pregevole fattura. Nella navata centrale e precisamente sul lato sinistro, posto quasi al centro della chiesa, si nota un pulpito in legno scolpito nel secolo scorso dal maestro augustano Stagnaro; poco più avanti si trova l'organo con cantoria, probabilmente del '700. Nella parte destra della navata, di fronte all'organo, un tempo vi era il "banco senatorio", così come testimoniano le due targhette in marmo poste nell'arcata. Sopra l'ingresso si può ammirare un'altra vetrata istoriata, nella quale è rappresentata Maria con il Bambino.



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