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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)


Anfiteatro romano

Anfiteatro romano



Dopo la conquista romana, Siracusa passò uno dei più brutti periodi della sua storia. Dopo la III guerra punica tutta la Sicilia passò sotto le mani di Roma divenendone "Provincia consolare" e come capoluogo fu posta proprio la città aretusea, ma tutta la popolazione siracusana fu scacciata dalle propria città, che venne abitata dai nuovi coloni romani, che abolirono la libera proprietà dei terreni agricoli in favore del latifondismo.
Nel 21 a.C. con Cesare Ottaviano Augusto a Siracusa tornò la pace e rifiorirono le attività artistico – culturali che l'avevano resa famosa quando dominava nel Mediterraneo, inoltre la città si arricchì di nuovi edifici religiosi, civici, culturali ("Ginnasio Romano") e inoltre nel quartiere di Neapolis vicino al Teatro Greco fu costruito un grande Anfiteatro Romano, il terzo più grande in Italia, dopo l'anfiteatro flavio di Roma (il Colosseo) e l'anfiteatro di Verona, usato per le lotte dei gladiatori e gli spettacoli circensi, e le battaglie navali (naumachia); .
Sotto i Romani Siracusa divenne il principale scalo portuale commerciale della Sicilia sud orientale. Sbarcavano a Siracusa tessuti e spezie provenienti dall'Asia Minore (comprendente la Turchia, la Siria, la Palestina e la Giordania), animali dall'Africa e schiavi utilizzati nei lavori forzati o come gladiatori nell'anfiteatro cittadino.
Durante il periodo del cristianesimo a Siracusa fiorirono numerose comunità che seguivano questa religione. Questo fece si che tante personalità illustri del Cristianesimo calcarono il suolo siracusano; difatti anche i più importanti predicatori del Cristianesimo, "San Pietro" e "San Paolo", misero anch'essi piede a Siracusa.
Nei secoli a venire la nuova religione si espanse rapidamente in tutte le province imperiali facendo spaventare le massime autorità romane. Fu deciso allora di attuare una persecuzione contro le comunità cristiane presenti in tutto l'impero; chi rinnegava il Cristianesimo aveva salva la vita, chi si dichiarava Cristiano veniva torturato ed ucciso. A Siracusa e nelle città limitrofe molti cristiani furono arrestati e uccisi atrocemente. Tra cui una ragazzina di 17 anni nota col nome di "Santa Lucia" fu torturata e martirizzata sotto le persecuzioni di Diocleziano.
I cristiani a Siracusa non si persero d'animo e continuarono a predicare la loro religione andandosi a nascondere nelle "Catacombe", vaste gallerie sotterranee dove venivano sotterrati i morti nel periodo romano. Oggi a Siracusa ne restano tre: le "Catacombe di San Giovanni", le "Catacombe di Vigna Cassia" e le "Catacombe di Santa Lucia".
Molti siracusani aiutarono i cristiani a sfuggire alla morte e a praticare segretamente la religione cristiana in città, fino a quando la popolazione venne convertita del tutto e il paganesimo venne definito ridicolo dalla cittadinanza siracusana.
Visto che al paganesimo dei vari Giove, Marte, Minerva, Giunone ecc... non credeva più nessuno gli imperatori romani Costantino e Teodosio dichiararono il Cristianesimo "religione di stato"; così le persecuzioni ebbero fine.