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(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Necropoli di Pantalica

Necropoli di Pantalica

Piantina



Nelle pareti a strapiombo sul fiume Anapo si trova, scavata nella roccia calcarea, la necropoli più grande d'Europa, un alveare di 5.000 tombe (i Siculi, nella tradizione vengono ricordati come il Popolo delle Api).
Elementi di straordinario interesse naturalistico, archeologico ed etnoantropologico fanno di Pantalica un sito sicuramente unico al mondo ed è per questo che nel 2005 è stata iscritta assieme al centro storico di Siracusa del titolo di Patrimonio dell'UNESCO.
Nel sito, a 425 m s.l.m., si ebbero insediamenti a partire dalla prima metà del XIII sec. a.C. quando tutti gli insediamenti costieri scompaiono quasi all'improvviso per l'arrivo in Sicilia dei Siculi e di altre popolazioni italiche;
la popolazione indigena abbandona la fascia costiera e cerca rifugio in impervie e disagevoli zone montane, scelte perché rispondenti ad esigenze di difesa, e si riunisce in grossi agglomerati , secondo quanto racconta lo storico greco Ellenico.
E' in questo periodo che il sito viene colonizzato dalle popolazioni di costiera e viene fondata Pantalica , come conseguenza di uno stato di guerra e di estremo pericolo per la sopravvivenza.
Oggi alcuni studiosi sono propensi a credere, invece, che l'insediamento sia avvenuto a prescindere perché, da nuove indagini, pare che le popolazioni di costa non abbiano abbandonato la loro postazione.
L'insediamento di Pantalica si è sviluppato su uno sperone roccioso, che domina la confluenza della valle del Calcinara nella valle dell'Anapo, congiunto al retrostante altipiano solo da uno stretto istmo, la sella di Filipporto, o "Porta di Pantalica".
Il dosso incombe con altissime balze scoscese, quasi sempre a strapiombo, sul letto dei due corsi d'acqua che scorrono in valli strettissime.
La sua superficie si estende per una lunghezza di circa 1.200 metri in senso NE-SO, con una lunghezza di circa 500 metri in senso NO-SE.
La storia di questi luoghi può essere divisa in fasi: la I è quella detta Pantalica I (1270/1050 a.C.), maggiormente documentata e che dà nome alla cultura siciliana dell'Età del Bronzo recente, le tombe (2.000) si trovano sul versante nord e sotto la chiesa rupestre di S. Nicolicchio.
La fase successiva di Pantalica II (cultura del Cassibile 1050/850 a.C.) è rappresentata solo da tre corredi funerari.
Nella fase di Pantalica III (facies culturale Pantalica sud, 850/730 a.C., prima età del Ferro) il sito torna ad essere pieno di fermento, secondo quanto testimoniano i resti trovati nelle tombe: ceramiche dipinte e lavorate al tornio, lavori in bronzo e manufatti in ferro.
La fase di Pantalica IV con facies (impronta-stile) detta Finocchito, si è sviluppata tra la seconda metà dell?VIII sec. e la prima metà del VII a.C., quando i coloni greci si erano già insediati in Sicilia. Quasi sicuramente Siracusa dovette essere lo scalo marittimo di questo centro difficilmente raggiungibile ma, quando aumentò la potenza di questa, diminuì quella dell'altra che venne via via abbandonata.
Ad età greca risale il muro della Sella di Filiporto ed al periodo ellenistico-romano il santuario, che si trova su una terrazza sotto il palazzo del Principe, dedicato a Demetra e Kore.
Oggi Pantalica è la più importante necropoli in Europa per vastità e numero di tombe a grotticella artificiale scavate nelle balze rocciose che danno ad esse l'aspetto di immensi alveari.
Le tombe sono circa 5.000, suddivise in cinque diverse necropoli
- La necropoli di Nord-Ovest , una delle più antiche della zona (XII-XI sec a.C.) con circa 600 tombe, riunite in cinque gruppi principali;
- la necropoli Nord , la più vasta e scenografica, con forse 1.500 tombe, sono le più antiche, datate all'incirca tra il XII e XI secolo a. C.
- Allo stesso periodo appartiene il mediano fra i tre grandi gruppi di tombe della necropoli Sud .
- La necropoli di Filiporto (a 9 Km da Ferla) è composta da un migliaio di tombe che si estendono sulle pendici e nella conca dell'Anapo, esse appartengono all'ultima fase della città (IX-VIII secolo a.C.);
- La necropoli della Cavetta del IX-VIII secolo a.C. con circa 300 tombe, più una cinquantina di tombe nello sperone sovrastante la confluenza del Calcinara nell'Anapo, e la necropoli estendentesi sull'opposta sponda del Calcinara con almeno un centinaio di tombe, appartengono ad un momento più tardo e cioè fra il IX e VIII secolo a. C. Quest'ultima necropoli è ricca di presenze e abitazioni bizantine.

Si constata anche la scarsezza, se non la totale assenza, di testimonianze di una fase intermedia, quella, databile fra il X e il IX secolo, a cui invece appartiene la gran massa delle tombe della necropoli di Cassibile.
François Villard, ha avanzato l'ipotesi che Pantalica può identificarsi con l'antica Hybla, il cui re Hyblon concesse ai megaresi di Lamis di stanziarsi in una parte del suo territorio e di fondarvi Megara Hyblaea nel 728 a.C.; Pantalica infatti appare come il maggiore insediamento delletà del bronzo del retroterra megarese. Insediamento fiorito attraverso più di cinque secoli, assai prospero nell'età immediatamente precedente la fondazione di Megara, ma sopravvissuto anche dopo di essa.
La successiva nascita ed espansione di Siracusa determinò la distruzione del regno di Hyblon, essendosi il regno di Siracusa espanso sino all'entroterra, con la fondazione di Akrai nel 664 a.C.
Di questa epoca restano a Pantalica le vestigia del cosiddetto "Palazzo del Principe" o Anaktoron, edificato sulla dorsale che separa la valle dell'Anapo a sud, da quella del Calcinara a nord.
Si aggiungano le fortificazioni della Porta di Pantalica, costituita da un trincerone scavato nella viva roccia, sbarrante la sella di Filipporto e dal muro che lo rincalza, che appartengono peraltro all'età greca.
L'area della necropoli non sarà mai del tutto abitata in epoca greca; dovremo attendere i primi secoli del Medioevo, quando il sito si ripopolò a causa dalle incursioni dei barbari, dei pirati e poi degli arabi, e le popolazioni dovendo cercare rifugi sicuri li trovarono nei suoi ripari inaccessibili; si hanno così le testimonianze di epoca bizantina.
Ne rimane traccia nelle abitazioni trogloditiche dell'alto medioevo, scavate nella roccia, e nelle chiesette rupestri bizantine: San Micidiario, San Nicolicchio, la chiesa del Crocefisso e, nella valle della Cavetta, nel gruppo di escavazioni rupestri del periodo medievale.

Il nome di Pantalica è senza dubbio di età bizantina.

Il primo studioso ad occuparsi di Pantalica fu l'archeologo Paolo Orsi . L'abitato non è mai stato individuato. Con ogni probabilità, trattandosi di capanne di materiale deperibile, non ne rimangono tracce.

Come arrivarci
Da Siracusa SS 114 seguendo le indicazioni per Floridia, si prosegue per Sortino: lungo la strada che porta a Ferla si trova la necropoli di Pantalica.



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Come ci si arriva

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