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ITINERARIO DEI CASTELLI NELLE PROVINCIE SICILIANE


 

::i-normanni-in-sicilia»Guglielmo I (il Malo) » Storia

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... Guglielmo I (detto il Malo), successore di Ruggero, tra­scorse la maggior parte del suo periodo di regno in Palermo, e la maggior parte delle sue giornate - come sussurravano le malelingue - nei giardini e negli harem del suo palazzo... .... le ancelle e le concubine che il Re tiene a palazzo sono tutte musulmane.. . Ibn Giubayr





A Ruggero che muore all'età di 59 anni, il 26 febbraio 1154, succede Guglielmo I (detto il malo).
Quarto figlio di Ruggero II e di Elvira Alfonso di Castiglia, Guglielmo fu dal 1151 coreggente e quindi re di Sicilia alla morte del padre nel 1154. Successe direttamente al padre essendo morti i suoi fratelli maggiori. Dovette affrontare una difficile situazione politica a causa della minaccia dell'impero germanico, portata dal Barbarossa, di quella dell'impero di Bisanzio portata da Manuele I Comneno e da quella del papato retto da Adriano IV. All'interno dovette anche affrontare le insidie dei baroni avversi all'assolutismo stabilito da Ruggero II nel 1156 e nel 1160.
L'inasprimento dello scontro corona-nobiltà, volta ad aumentare il potere degli apparati burocratici e del re a danno della feudalità, scatenò infatti il malcontento dei baroni del regno che consideravano la politica di re Guglielmo considerata troppo filo saracena.
Nel 1160 l'insurrezione capeggiata dai baroni pugliesi e calabresi e da Matteo Bonello portò all'uccisione del ministro Maione di Bari al quale Guglielmo aveva affidato le gravi cure del regno.
La tradizione narra che Bonello, signore di Caccamo, fedele inizialmente alla corte normanna di Palermo fu inviato in Calabria come ambasciatore del re Guglielmo, per cercare una soluzione diplomatica alle controversie con la nobiltà locale. Durante la missione avrebbe abbracciato la causa dei baroni e voltando le spalle agli Altavilla si sarebbe messo a capo di una rivolta composta dalla nobiltà calabrese e pugliese.
Di sicuro Bonnello aveva particolarmente in odio l'ammiraglio del regno Maione di Bari, i vicari del re e gli emiri di origine araba che a loro volta godevano della piena fiducia del sovrano. Comunque poté godere in Sicilia dell'appoggio anche di diversi baroni, ma soprattutto della benevolenza popolare perché la corte era oramai considerata ostile ed invisa a larghe fasce della popolazione.
Il 10 novembre del 1160 giunse sino a Palermo e nelle strade del capoluogo siciliano catturò e giustiziò in pubblico Maione di Bari fra il giubilo dei popolani. Una tradizione popolare vuole che Maione fosse stato ucciso davanti al palazzo arcivescovile, dove ancora oggi sul portone d'ingresso si troverebbe infissa l'elsa della spada del Bonello. Il re Guglielmo fu costretto, per placare la rivolta a dichiarare che non avrebbe arrestato Bonello. Ma la resa dei conti era solamente rimandata, poiché, uccidendo l'ammiraglio Maione, il Bonello si era inimicato una parte influente della corte normanna. Successivamente Bonello si ritirò nel castello di Caccamo (PA) da dove nel marzo del 1161 organizzò una congiura contro lo stesso Guglielmo. Catturato ed imprigionato il sovrano, fu dichiarato decaduto e venne proclamato re il figlio Ruggero, peraltro ancora di minore età. La rivolta tuttavia divenne una sommossa incontrollata, vennero trucidati diversi membri della corte e fu avviata una caccia ai musulmani che, considerati usurpatori, vennero massacrati a decine.
I palazzi reali vennero saccheggiati e dati alle fiamme con la distruzione di un cospicuo patrimonio economico ed artistico (fra tutti il planisfero realizzato dal geografo arabo Idrisi per Ruggero II). La congiura prevedeva infine la conquista di Palermo, ma Bonello per motivi oscuri non mosse le proprie truppe. Questo gli costò la perdita del controllo dell'insurrezione e, in seguito ad un tradimento, venne arrestato da re Guglielmo, nel frattempo ritornato sul trono, nel suo stesso castello a Caccamo. La tradizione popolare parla di atroci torture ai danni di Bonello: sarebbe stato sfigurato e rinchiuso sino alla morte nei sotterranei dello stesso castello. La rivolta fu spietatamente repressa ed il sovrano potè ritornare alle lascivie dei suoi ozi , lasciando il regno in balia del ran Protonotaro Matteo d'Ajello. Mori il 7 maggio 1166, all'età di 45 anni, senza lasciare alcun rimpianto nel popolo, e per le sue scelleratezze fu soprannominato il Malo.
Guglielmo I fece costruire la residenza reale della Zisa (completata da Guglielmo II) all'interno del grande parco reale -del Genuardo.
Venne sepolto in un mausoleo all'interno del Duomo di Monreale.