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ITINERARIO DEI CASTELLI NELLE PROVINCIE SICILIANE


 

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Oltrepassata un'altra via trasversale (denominata dagli scavatori "via Ippodamo di Mileto") si trova una grande casa patrizia piuttosto ben conservata che, da un affresco su una parete del triclinio raffigurante Leda ed il cigno, ha preso il nome di Casa di Leda, scavata nel 1963.
Anche questa sorge su tre livelli: il più basso, adiacente alla via dell'Agorà, è occupato da quattro botteghe con mezzanini-dormitori soprelevati. Fra questo settore e la casa, utilizzando il dislivello, è stata inserita la lunga cisterna, absidata alle due estremità, nella quale confluiva l'acqua proveniente dal peristilio. A questo s'accedeva dalla via Ippodamo di Mileto, tramite il solito ambiente intermedio. Si tratta di un cortile probabilmente a dodici colonne (quattro per lato), doriche in basso e ioniche al primo piano: queste ultime erano collegate da una transenna di calcare con reticolato a rilievo (i frammenti sono conservati sul posto). La dimora si sviluppa intorno al peristilio (resta ancora un moncone di colonna d'angolo: delle altre si vedono gli alloggiamenti) che presenta un impluvium (circondato da una cornice musiva a volute bianche e nere) direttamente collegato con una cisterna ovale antistante e posta su un livello inferiore. Gli ambienti circostanti sono riccamente decorati con mosaici e pitture.
Una delle stanze che si affacciano sul peristilio presenta ancora pareti affrescate in stile pompeiano. Ai lati di questa sala, forse il triclinium, si trovano le scale di accesso al piano superiore.
Nel peristilio sono i resti di un mosaico con motivi ad onde in bianco e nero. In un cubicolo (stanza da letto) a nord, la zona destinata al giaciglio è separata con un motivo a cubi in prospettiva, in pietre di tre colori. Al centro della stanza ad ovest del vestibolo è conservato un emblema (quadretto) con una rappresentazione del tutto eccezionale: un astrolabio, col globo terrestre circondato dalle sfere celesti (bisogna ricordare il planetario d'Archimede trasferito a Roma da Siracusa dopo la conquista della città, nel corso della seconda guerra punica). Il mosaico, in cui sono state utilizzate lamine di piombo per separare i vari settori della rappresentazione, è databile come gli altri della casa intorno alla metà del II secolo a.C., ed è stato forse importato da Alessandria.
In un'ampia sala che s'affaccia ad ovest del peristilio (forse il triclinio) sono conservate pitture di IV stile, del tardo I secolo d.C., che sostituiscono quelle originarie, di I stile, delle quali restano tracce. Nella parete settentrionale, sopra uno zoccolo a larghe zone dipinte ad imitazione del marmo, sono quattro ampi pannelli separati da steli vegetali, su uno dei quali si distingue la rappresentazione dei Dioscuri, mentre sul successivo è dipinta la madre dei divini gemelli, Leda (col cigno), che ha dato il nome alla casa. Sulla parete di fondo (quella occidentale) sono tre pannelli: in quello centrale si distinguono le tracce di una figura maschile nuda e seduta, mentre su quelli laterali sono figure maschili alate con fiaccole (probabili Imenesi, geni del matrimonio).
La decorazione di questa ricca dimora era completata da alcune sculture: tre piccole statue femminili panneggiate, due delle quali marmoree ed una in calcare, con mani e piedi di marmo (esposte nell'antiquario). L'ultimo livello del fabbricato comprendeva una cisterna (a nord del triclinio) ed un ambiente comunicante direttamente con l'esterno, forse una stalla.

Sfera armillare astronomica
Santa Flavia
L'émblema in vermiculatum con raffigurazione di sfera armillare, inserito in un pavimento musivo della casa di Leda, e databile al pieno I...

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