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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





La parte centrale dell'isola era occupata dalla città vera e propria, con un reticolo viario ortogonale, di cui però sono stati sinora portati alla luce solo alcuni tratti.
Nel centro è visibile un tratto di una strada orientata in senso nord-ovest/sud-est, delimitata dalla fronte di diversi edifici. Una pietra collocata verticalmente in corrispondenza di uno spigolo, che doveva fungere da paracarro, rivela la presenza di un incrocio con una via ortogonale, solo parzialmente visibile, che doveva essere parallela alla strada della Porta nord. Nella pavimentazione in battuto della strada si aprono quattro pozzetti circolari, scavati nella roccia e rivestiti di pietre a secco, tre dei quali sono allineati: dovevano servire per l'assorbimento ed il drenaggio delle acque.
Al complesso che s'affaccia lungo il lato settentrionale della strada s'accede attraverso una grande soglia in un grande ambiente sulla cui parete di fondo è addossata una piattaforma accessibile da tre gradini e con una canaletta di scolo che sbocca in un pozzo, proprio davanti alla scaletta. Un secondo ambiente più piccolo, lungo e stretto, presenta al centro della parete un bancone rettangolare, mentre un terzo ambiente aveva al centro un pilastro, in cui sono stati rinvenuti resti di ossa combuste.
La piattaforma del primo ambiente è stata interpretata come altare per i sacrifici e il complesso come un edificio di culto. Tre piccoli ambienti, cui s'accedeva dalla strada tramite un'altra soglia, appartengono probabilmente ad un altro edificio.
Nello scavo sono stati rinvenuti materiali del IV e forse III secolo a.C., posteriori dunque alla distruzione del 397 a.C. Tracce di rimaneggiamenti non sono chiaramente definibili.