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ITINERARIO DEI CASTELLI NELLE PROVINCIE SICILIANE


 

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Lungo la costa sud-orientale dell'isola si trova un complesso edilizio scavato solo parzialmente, denominato "Casa dei mosaici", costruito su due livelli sul pendio che degrada verso il mare. Chiamata dal Whitaker la Casa dei Capitelli per la quantità presente di questi elementi architettonici, è visibile il limite orientale e l'angolo sud-est che si addossa al muro di fortificazione della città. L'edificio, scavato solo parzialmente, era munito di portico e colonnato, e disponeva di una grande corte rettangolare a peristilio, circondata da alcuni ambienti di carattere residenziale e, nella parte sud occidentale, da alcuni ambienti di servizio.
Il pavimento del peristilio era decorato con mosaico a ciottoli neri, bianchi e grigi di cui si conserva un breve tratto nell'angolo nord-est, con pannelli, raffiguranti animali (un leone che assale un toro, un grifone che attacca un cervice, e un leone e un cervice su due pannelli),separati da un motivo a rombi e delimitati da un bordo tripartito (fasce con meandro, fiori di loto e palmette, motivo ad onda).
Un piccolo ambiente all'estremità sud-occidentale della corte aveva un pavimento a scacchiera di cocciopesto e scaglie di pietra bianca. Gli ambienti ad est, solo i pavimenti. Nell'ambiente meridionale era collocata una piccola struttura interpretata come un piccolo forno. La zona di servizio s'articola in sei ambienti, forse ricavati in parte in un preesistente edificio, con murature in pietre e materiali di recupero. L'ambiente comunicante con la corte presentava un pozzo scavato nel terreno e fu successivamente occupato anche da un focolare. Lungo il lato ovest corre una canaletta che conduceva l'acqua piovana raccolta nella corte all'esterno dell'edificio, sfruttando l'andamento del terreno in discesa. Un ambiente adibito a magazzino conserva i resti di tre grandi pithoi, In un altro ambiente furono rinvenuti cinque capitelli dorici e uno corinzio, apparentemente immagazzinati, pertinenti ad almeno due fasi diverse del peristilio. mentre anche altri elementi architettonici erano presenti nell'area. L'edificio dovette subire dei rimaneggiamenti e fu probabilmente oggetto di spoliazioni. La datazione dell'edificio e del pavimento a mosaico è discussa: l'assenza di dettagli interni delle figure e la partizione dei pannelli con rombi a linee bianche su fondo nero, trovano confronti nel III secolo a.C. (Eretria, Olbia, Tarso) ma da uno scavo del 1995 si è potuta stabilire che la fase più antica risale al VI secolo e la più recente ad un'epoca successiva al 397 a.C.