Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Università di Pisa, Dip. Scienze Archeologiche - Scuola Normale Superiore di Pisa, LSATMA
La lettura stratigrafica degli elevati del sito si configura come un elemento di analisi non ancora sfruttato, in grado di produrre nuovi dati per la creazione di una griglia interpretativa necessaria a verificare le ipotesi finora esistenti sull'articolazione diacronica del sito. Questi includeranno indicazioni sulla
committenza, i modelli edilizi, i materiali, le maestranze impiegate, l'organizzazione dei cantieri.
La classificazione cronotipologica delle murature del castello e le analisi chimico-fisiche dei leganti utilizzati potranno costituire la base di partenza per la costruzione di un atlante dell'edilizia fortificata nella Sicilia occidentale. La ricerca potrà offrire nuove indicazioni sulle modalità dell'insediamento feudale ed in generale sui fenomeni di incastellamento nell'area. Contestualmente all'indagine si potranno effettuare rilevazioni dello stato di conservazione della fabbrica.
I dati raccolti potranno indirizzare eventuali interventi di restauro o consolidamento dell'edificio. Il quadro fornito verrebbe sicuramente arricchito e precisato mediante la realizzazione di sondaggi stratigrafici nel complesso e la ricognizione sistematica del territorio circostante.
Una prima ricognizione sul sito ha consentito di individuare diverse tecniche murarie. Esse sembrano indicare, nei casi studiati, uno scarto
cronologico nella realizzazione, da precisare attraverso un'accurata analisi stratigrafica degli elevati e confronti con altri siti. In questa sede
si presentano 3 tipi, tutti relativi al prospetto ovest.
TECNICA I (T 1) Il campione è relativo alla prima fase della torre 1 ed è attestato solamente sui lati W ed E della torre, al
di sotto delle murature in T 2. La muratura è costruita in conci di calcare di dimensioni da grandi a piccole, spaccati, sbozzati
grossolanamente ed in parte spianati nella faccia a vista. La squadratura è più accurata per le pietre angolari, che non
presentano segni di rifinitura successivi. La posa in opera dei conci è su corsi sub-orizzontali e paralleli, con pietre disposte
prevalentemente in orizzontale, legati da malta poco tenace. L'inserimento di zeppe in scaglie di pietra di medie e piccole
dimensioni tra i giunti ed i letti di posa, consente il mantenimento dell'orizzontalità dei piani. L'angolata è risolta in conci sbozzati
di medie dimensioni posizionati alternativamente per testa e per taglio. I filari, spesso sdoppiati, hanno altezza variabile
da 12 a 36 cm ca. Il nucleo dei muri, a bancate non apparecchiate, è spesso 1,25 m, grandezza giustificata dalla funzione
difensiva. La tecnica utilizzata è avvicinabile alla tecnica IV registrata nel castello di Segesta e datata agli inizi del XIII sec.
TECNICA II (T 2) Campione relativo alla torre 2. Caratterizza le murature della torre 2, la fase 2 della torre 1 ed un grosso
restauro effettuato sulle mura ovest. La muratura è costruita in conci di calcare di medie dimensioni, spaccati, sbozzati e
spianati nella superficie a vista. L'angolata presenta una squadratura accurata, senza segni successivi di rifinitura. La posa
in opera dei conci è su corsi sub-orizzontali e paralleli. E' frequente l'inserimento di zeppe in scaglie di pietra e frammenti
di laterizi nei letti di posa per regolarizzare i piani. I filari hanno altezza variabile, tra i 12 ed i 25 cm ca. Il legante è costituito
da malta molto tenace. Tale tecnica, che caratterizza tutte le murature del sistema difensivo, potrebbe attribuirsi in via del
tutto ipotetica alla ricostruzione trecentesca del castello.
TECNICA III (T 3) Il campione è relativo ad un esteso intervento di restauro realizzato nel paramento murario ovest. La muratura è costruita in conci di calcare di medie dimensioni sbozzati e spianati sommariamente nella faccia a vista.
La posa in opera dei conci è su corsi sub-orizzontali e paralleli. I filari hanno altezza variabile, tra i 15 ed i 25 cm.
L'orizzontalità dei piani è mantenuta grazie all'inserimento di zeppe in scaglie di pietra di piccole e medie dimensioni. La cronologia
della muratura dovrebbe essere compresa tra XIII e XIV sec.
La ricerca su Battellaro è ad uno stadio iniziale e le osservazioni e le ipotesi formulate andranno nel corso dell'indagine. La lettura stratigrafica degli
elevati produrrà nuovi dati per chiarire l'articolazione del sito nei diversi periodi storici ed offrire un contributo alla costruzione dell'atlante dell'edilizia medievale in Sicilia, indispensabile strumento di ricerca ancora da elaborare.
Bibliografia
AA. VV, 2001, Castelli medievali di Sicilia, Palermo.
Amari M., 1880-1881, Biblioteca arabo-sicula, Torino-Roma.
Bianchi G., 1997, L'analisi delle tecniche murarie, in Molinari A., Segesta II. Il castello e la moschea, Palermo, pp. 213-233.
Migliore G., 2001, Il castello di Patellaro, in Schmidt A. M. (a cura di), Castelli, dimore, cappelle palatine, pp. 67-91.