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ITINERARIO DEI CASTELLI NELLE PROVINCIE SICILIANE


 

::le-catacombe»Catacombe di Vigna Cassia » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Piantina



A Vigna Cassia vi si entra attraverso un Antiquario, nel quale sono esposti i materiali scoperti negli scavi recenti.
La catacomba è' costituita da un cimitero di comunità e da cinque ipogei privati affrescati da alcuni cicli pittorici a soggetto interamente religioso ascrivibili cronologicamente ai secoli III, IV e V.
La necropoli presenta un corpo centrale a croce e numerosi ambulacri secondari. Proponendo uno sviluppo topografico affine ai modelli romani, la catacomba vera e propria si divide in tre regioni, due delle quali ( il cimitero di S. Maria di Gesù e il cimitero Maggiore o di San Diego) risalgono al II e III secolo mentre la terza ( il Cimitero di Marcia), più recente, è del IV-V secolo.
Sono le più vaste di tutta la Sicilia e sono situate in una vecchia area cimiteriale nei pressi della Chiesa di S. Maria di Gesù tra via A. Von Platen e viale Teocrito. Sono dette "di Vigna Cassia dal nome del proprietario della vigna sovrastante l'area catacombale, al momento del ritrovamento. Il complesso cimiteriale rimase in uso fino al IV secolo.
Il cimitero di S. Maria di Gesù si trova a nord-ovest delle catacombe di S. Lucia ed è ricavato dall'allargamento di un acquedotto preesistente, che ne costituisce la galleria principale, orientata nord-sud e sulle cui pareti vennero tagliati una serie di loculi (cavità rettangolari con il lato lungo a vista); la soluzione consente un intervento veloce ed economico sulla roccia che ben si addice ad un periodo precostantiniano. Questa parte è anche la più antica, contemporanea di S. Lucia (primi decenni del III secolo). Più tardi, dopo la pace costantiniana, fu realizzata una seconda galleria, che attraversa la precedente. In questa si aprono i tipici arcosoli polisomi (con più corpi sepolti), caratteristici della Sicilia, nei quali sono comprese fino a 30 tombe.
Troviamo una conferma della cronologia alta di questa regione nel cimitero Maggiore, databile, sulla base di un gruzzolo monetale ivi rinvenuto contenente, tra l'altro, monete emesse sotto Galieno e Claudio II il Gotico, alla metà circa del III sec. I materiali rinvenuti in quest'area - epigrafi e lucerne - confermano la datazione, proponendo una commissione di cultura pagana e cultura cristiana che Santi Luigi Agnello, già negli anni cinquanta, aveva giustamente messo in rilievo.
Un cimitero di comunità non esclude l'esistenza di spazi privati (cubicola), rappresentati da piccole rotonde ricavate da un reimpiego, non particolarmente curato, di cisterne disattivate del precedente impianto di approvvigionamento idrico della città.
L' impianto del cimitero Marcia ricorda da vicino quello della catacomba di San Giovanni. La datazione della genesi di questa regione si sposta quindi al IV sec., in età posteriore alla Pace della Chiesa, con un'utilizzazione ancora nel pieno V sec., suggerita anche dalla cronologia che tradizionalmente ha accompagnato la pittura di Marcia, localizzabile nella lunetta di un arcosolio della diramazione nordoccidentale del cimitero.
Il pluralismo ideologico che qualifica i nuclei originari della catacomba, interessa a maggior ragione i cinque ipogei, realizzati dai fossori nella platea soprastante il cimitero di comunità che, destinati a servire singole famiglie o corporazioni, ,rivelano una convivenza ancora più accentuata fra pagani e cristiani ancora più accentuata di quella riscontrabile nella necropoli sottostante. Sono ancora una volta le iscrizioni gli indicatori più efficaci di tale fenomeno. E' da segnalare il restauro delle pitture dell'ipogeo II, realizzato nell'ottobre del 1997 dalla PCAS-Siracusa, che ci ha restituito le immagini nitide di un ciclo figurativo a soggetto interamente cristiano, documento fra i più preziosi del patrimonio sotterraneo di Siracusa.
Le catacombe non sono aperte al pubblico ma sono visitabili solo su prenotazione richiesta alla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra di Siracusa:

PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:
Kairós S.r.l.
Biglietto (Incl. Visita Guidata) €.6.00
Turismo - Cultura - Eventi
Tel. + 39 (0)931.64694 - Fax: +39 (0)931.66751
e-mail: info@kairos-web.com

Itinerario
La regione A, la più occidentale, consiste di una lunga galleria, che sfrutta anch'essa preesistenze classiche (in tutta l'area della catacomba sono stati riconosciuti resti di botteghe di ceramisti, che dovevano evidentemente occupare tutta questa parte orientale della città).
Lungo la galleria, che è di età postcostantiniana, si aprono numerosi arcosoli polisomi. In fondo, sulla destra, è l'arcosolio di Marcia, il cui nome è iscritto sulla lunetta.
Vi si ammira un'interessante decorazione dipinta: nella lunetta, entro un giardino fiorito (che rappresenta il Paradiso) troneggia la figura del Cristo tra S. Pietro e S. Paolo, mentre a sinistra Marcia è rappresentata inginocchiata,con le braccia tese in posa da supplice. Si tratta evidentemente della rappresentazione del giudizio della donna nell'aldilà. In basso sono rappresentati due pavoni affrontati a un cantaro.
 Attraversando la regione B si perviene al cosiddetto Cimitero maggiore, che si articola intorno a un grande ambiente rettangolare, in origine a cielo aperto. Si riteneva in genere che questa fosse stata la parte originaria del cimitero, ma recentemente si è proposto, invece, di riconoscervi una fase tarda, aggiunta in un secondo tempo al sepolcro di un martire sconosciuto.
Più antiche del vestibolo  sarebbero le gallerie circostanti, come si deduce dal loro tipico aspetto austero, con file di loculi sovrapposti.
Ciò è confermato dai piccoli gruzzoli di monete di bronzo scoperti in alcune tombe, che non oltrepassano la data del 284.
Nella regione F è il noto « Cubicolo delle Rose », con una ricca decorazione floreale dipinta.
Nella zona a nord-est dovevano essere i sepolcri di famiglie di un certo livello sociale: si tratta infatti del settore più monumentale e più ricco di pitture.
Vi si notano tre rotonde, ricavate da più antiche cisterne a campana, due delle quali, sulla base di iscrizioni, sono state denominate di Victoria e di Heraclia.
Nella zona compresa tra la catacomba di Vigna Cassia e quella di S. Maria di Gesù, a un livello più alto (ingresso dall'Antiquario), è una piccola Latomia, utilizzata in età classica da officine di vasai, e poi occupata da ipogei tardoantichi, che presentano importanti resti di pitture della fine del IV secolo: due momenti della trilogia di Giona, Daniele nella fossa dei leoni, ritratto di defunto fra oranti, l'ingresso di Gesù a Gerusalemme, la resurrezione di Lazzaro, il Buon Pastore e pavoni affrontati nei giardini fioriti dell'habitat paradisiaco.




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