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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Il bacino idrografico del fiume Alcantara ha una superficie di circa 573 Kmq; l'asta principale ha origine dalle balze dei Monti Chirico, Musarra (1.254 s.l.m.), Pietracavallo, Serra Mosca, Rocca S.Giorgio, Porcheria, Monte Parco e Punta Inferno (1480 mt s.l.m.) e le sue acque scorrono tra il massiccio vulcanico etneo a sud e le propaggini meridionali dei monti Nebrodi e Peloritani a nord, raggiungendo il mar Jonio dopo circa 52 Km. Nel bacino affiorano litotipi sedimentari, metamorfici e vulcanici collegati strutturalmente con le successioni sedimentarie dell'Appennino Maghrebide siciliano, le metamorfici dell'Arco Calabro Peloritano - ordinate in sistemi di falde di terreni cristallini e metamorfici e di unità sedimentarie date da argille scagliose, in sovrapposizione su flysch di Monte Soro e flysch numidico, e con le vulcaniti etnee. Sul settore di sinistra sono ben rappresentate le alternanze argilloso-arenacee dei flysch di Capo d'Orlando e di Monte Soro, insieme a metamorfici di basso grado metamorfico, a terreni argilloso caotici ed a depositi alluvionali di fondovalle. Lungo la Valle vi sono grossolane arenarie in banchi spesso amalgamati potenti vari metri. Sotto il profilo vulcanologico, l?alveo dell'Alcantara è stato interessato in epoca preistorica e protostorica da colate laviche che a più riprese ne hanno ostruito o modificato il corso. In corrispondenza dei litotipi basaltici il corso d?acqua ha creato localmente delle caratteristiche 'forre' con pareti alte diverse decine di metri, caratterizzate da strutture colonnari subverticali "a canna d'organo" o leggermente arcuate ad "arpa" e a "ventaglio" o disposte orizzontalmente a "catasta di legna" oppure caoticamente fratturate, più o meno evidenti in relazione allo spessore ed al tempo di raffreddamento del corpo lavico. Nella parte apicale del bacino idrografico si è formato il lago Gurrida, unico esempio di lago di sbarramento lavico in Sicilia, da parte di una colata che ha ostruito l'alveo del fiume Flascio. La presenza di monte Moio ha portato in un primo tempo ad attribuire ad un unico evento eruttivo il magma che, fluendo nel paleoalveo dell'Alcantara, avrebbe raggiunto il mare Jonio a Capo Schisò. Studi recenti di carattere petrografico, petrolchimico e geomorfologico, portano a distinguere invece tre eventi eruttivi provenienti da bocche apertesi nell'area di Monte Dolce nel medio-basso versante etneo, con attività di tipo effusivo in contrapposizione all'attività del Monte Moio, di tipo esclusivamente esplosivo. Nel bacino dell'Alcantara i geotipi di interesse vulcanologico sono il conetto di Moio con le sue piroclastici stratificate, le gole con i prismi basaltici, le lave hawaiane tipo pahoehoe di Contrada Mille Cocchita e le lave scoriacee del 1981.