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::Ricetta di Malta a Augusta » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Ricetta di Malta

Ricetta di Malta




Dopo aver abbandonato l'isola di Creta per via delle frequenti incursioni turche, i Cavalieri Gerosolimitani, si stabilirono a Malta, concessa loro in feudo da Carlo V nel 1525. Nel 1648, il Vicerè Giovanni d'Austria concesse al Gran Maestro dell'Ordine, Loscaris, la costruzione in Augusta di una base permanente per l'approvvigionamento ed il sostegno della flotta dei Cavalieri, a condizione che venisse assicurato il mantenimento delle riserve necessarie al sostentamento della città. Intorno al 1650 risultano costruite le caserme per i militari, i granai, un mulino a vento, forni per la cottura del tipico pane a biscotto di grano duro (galette), oltre alle dispense per la conservazione delle derrate alimentari. La "Ricetta di Malta" doveva all'epoca occupare l'intero isolato delle attuali vie Epicarmo-Cordai, anche se oggi di essa non restano che pochi ruderi. La Ricetta era governata da un Cavaliere dell'Ordine di Malta con l'incarico di Ricevitore Capo, aveva la gestione organizzativa e amministrativa e restava in carica per tre anni. Il porto di Augusta nel 1676 fu teatro di diverse battaglie, fra cui la battaglia d'Agosta; qui si affrontarono la flotta francese e la flotta olandese, quest'ultima alleata degli spagnoli. La battaglia navale si concluse senza vincitori ne vinti. La Ricetta cadde successivamente sotto il dominio Francese, dal 1676 al 1681. In seguito i franco-olandesi furono cacciati e la città tornò sotto il dominio spagnolo. La Ricetta avendo avuto considerevoli danni fu ricostruita per volontà del vicerè Francesco Benavides conte di Santo Stefano che la riportò ad una attività produttiva e fiorente. La facciata, che si apre sulla via Epicarmo, lascia trasparire ancora oggi tracce della passata importanza; il portale è sormontato da ricchi cartigli coronati, con inserite le insegne dell'Ordine. La parte posteriore, che doveva in origine esserne il prospetto principale data la sua vicinanza al mare, lascia intravedere i resti di un corpo su due livelli dove, nel superiore, insistono tre finestre equidistanti fornite di davanzali e cornicioni ben lavorati, realizzati in pietra arenaria. La struttura è oggi completamente abbandonata, tanto che le parti ancora esistenti potrebbero costituire un rischio per l'incolumità di quanti abusivamente visitano il sito. Siamo dell'avviso che ogni sforzo per restituire alla città le sue opere più significative sia sempre un atto dovuto, non solo come valore storico-architettonico, ma soprattutto come testimonianza delle nostre radici e delle nostre origini che non debbono andare perdute.




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