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Necropoli di Realmese - Calascibetta
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::Necropoli di Realmese a Calascibetta » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Necropoli di Realmese - Calascibetta

Necropoli di Realmese - Calascibetta




Le caratteristiche geomorfologiche e le condizioni ambientali del territorio xibetano hanno favorito, sin dalla metà del III millennio a.C., la presenza di numerosi insediamenti umani, che consentono, per tipologie e quantità, di annoverare Calascibetta tra i più importanti bacini archeologici della Sicilia centrale. La straordinaria continuità abitativa, riscontrabile nei nuclei di aggrottati e proseguita fino all’alto medioevo, ha innescato, a partire dall’epoca bizantina, un ininterrotto riutilizzo degli aggrottati, rendendo problematica la lettura delle testimonianze storiche antecedenti al periodo bizantino.
La Necropoli di Realmese si trova a "Cozzo S. Giuseppe" (m 737 s.l.m.) a circa 3 km a NE di Calascibetta e ultimamente è stata all'attenzione del grande pubblico essendo stata inclusa nella 7^ edizione del circuito di "Teatri di Pietra".
Il sito archeologico giace sul ripido fianco del monte, e costituisce la seconda "Necropoli Pantalicana" della Sicilia. Presenta oltre trecento tombe, a “grotticella" aperte nella bianca rocca calcarea e risalenti all' Età del Ferro, periodo compreso tra il IX e l’VI secolo a.C.. Due, infatti, sono le fasi principali di utilizzo della necropoli: la prima, di età protostorica, dalla metà del IX sec. a.C. alla prima metà del VII sec. a.C.); la seconda, di età arcaica, dalla metà del VII sec. al secondo quarto del VI secolo a.C.). Le sepolture sono caratterizzate, nella maggior parte dei casi, da pianta non sempre regolare e da coperture a volta convessa tipica delle tombe a forno, benché siano documentati anche soffitti piani. Secondo l’archeologo Sebastiano Tusa, sembrerebbe che Realmese partecipasse di influssi calcidesi, giunti attraverso la valle del Dittaino, e rodio-cretesi risalenti il Salso. I reperti rinvenuti dall'archeologo Luigi Bernabò Brea tra il 1949 ed il 1951 sono esposti presso il Museo Paolo Orsi di Siracusa ed il museo Varisano di Enna.
Il sito è facilmente raggiungibile dall'autostrada A19 uscita Enna. Per trovarlo ci sono molte indicazioni stradalia partire dall'uscita dell'autostrada in poi, è raggiungibile anche dai pulman, all'interno del parco archeologico vi è un ampio parcheggio.
Di notevole interesse anche l’antico sistema viario risalente all’epoca dei "Normanni" denominato: lec"Regie Trazzere". Il termine trazzera significa strada dritta, il suo percorso è quasi sempre rettilineo, a tratti con eccessive pendenze. Queste antiche vie larghe 36 m nella dimensione minima avevano origine dalla città o dalle propaggini e si distribuivano a raggiera collegandola, soprattutto con i tre mari che bagnano la Sicilia. Oggi sono dodici le regie trazzere che partono da Calascibetta, una di queste prosegue per le campagne dell’area xibetana, attraversa la Necropoli Realmese e continua per l’attuale strada detta della"Menta", costeggia il borgo fortificato di"Bordonaro" e l’antico"Castello di Re Giovanni", (la località di Re Giovanni figura riportata nella cartina della Sicilia del XVI secolo affrescata nella galleria delle carte geografiche dei Musei Vaticani), nei pressi del borgo di "Cacchiamo", (frazione di Calascibetta), siamo ai confini tra Val Demone, Val di Noto e Val di Mazara, prosegue per Gangi raggiungendo successivamente la città di Cefalù sul "Mar Tirreno".



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