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Maria SS. del Rosario - Convento S.Domenico di Adr
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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Maria SS. del Rosario - Convento S.Domenico di Adr

Maria SS. del Rosario - Convento S.Domenico di Adr




Nel 1479 un frate domenicano, Andrea De Amoroso, venuto in Adernò, aveva avuto in concessione dalle autorità competenti un provvisorio luogo di dimora presso la Chiesa di Santa Maria della Grazia in Adernò. Con successiva disposizione del 1563 il vescovo di Catania Mons. Nicola Maria Caracciolo, su richiesta delle autorità adornesi, concedeva la facoltà ai Domenicani di stabilirsi in via provvisoria nei pressi di una Chiesetta, detta Santa Maria degli Angeli sotto il titolo del Rosario. I domenicani stettero in quel luogo per circa un ventennio, nell'attesa della costruzione del convento.
Nel 1583 moriva il barone Cesare Sicilò, che senza eredi mas ricco, lasciava ai domenicani la sua eredità; ciò permise di completare il convento dei Domenicani. Verso al fine del secolo (1593) i Domenicani si trasferirono nel nuovo convento, che si trova al centro della città e precisamente in via San Pietro. Questo luogo si distingueva per la magnificenza delle sue fabbriche; nello stesso periodo fu costruita una Chiesa sotto il titolo di "Maria SS. del Rosario".
Nel corso degli anni il convento divenne un istituto religioso, che si arricchiva di nuove strutture, grazie ai suoi benefattori; infatti nel 1756 venne istituito un corso di "filosofia Tomistica", questo studio aveva due obiettivi: il primo era qeullo di ritornare alla diretta lettura della "Sunna Teologica" di San Tommaso d'Acquino; il secondo era quello di dare a tale insegnamento una forma semplice e ordinata. Questo "Studium" nel corso degli anni subì diverse trasformazioni; l'ultima si ebbe nel 1788 e precisamente vennero imposti una vita religiosa e uno studio più impegnativo. Ma nel 1866, quando vi fu la chiusura di quasi tutti gli istituti religiosi, questo tipo di studio cominciò a diminuire fino a che, il 19 ottobre dello stesso anno molti conventi, tra cui quello dei Domenicani, perdevano "l'ordine Monastico" e di conseguenza venivano consegnati dapprima ai rispettivi rettori e subito dopo, il 24 ottobre dello stesso anno, passavano direttamente al Comune con un nuovo Rettore nominato dal Commissario Straordinario. Il 26/6/1868 veniva consegnato al comune un atto di consistenza dei beni mobili, che furono trovati nel convento. In questo atto vennero descritti sia i locali dove prima abitavano i religiosi, sia le varie case, che furono date in affitto; le fabbriche invece vennero cedute, a titolo gratuito, con la condizione di essere adibite a pubblici uffici, mentre i beni mobili vennero venduti all'asta.
Durante questo periodo la Chiesa rimase chiusa al culto, perché si attendeva il sussidio in lire 400 annuali, come le altre Chiese e anche perché era necessario fare un progetto di una scala d'ingresso per entrare nella Chiesa.
Finalmente il 10/1/1902 venne fatto il progetto della scala per la Chiesa, che ormai era aperta al culto, mentre per ricevere il sussidio si dovette aspettare fino alla fine del 1923.
Interno chiesa
Nel frattempo il rettore della Chiesa del Rosario, per motivi di salute, si dimise facendosi sostituire dal prevosto Pietro Branchina, il quale, come apprendiamo da un documento del 1/1/1924, chiedeva al sindaco di indirizzare al suo nome il sussidio della Chiesa.
Dopo circa nove anni il sindaco restituiva alla Chiesa del Rosario alcuni locali sia del pian terreno, che del primo piano dell'ex convento. Durante il periodo degli anni trenta si venne a formare un'associazione cattolica sotto la guida del Sac. Antonino La Mela, che ricevette l'incarico, da parte del vescovo, di avere cura dei fanciulli di Adrano e dei locali della Chiesa, i quali vennero ristrutturati ed adibiti come "Casa del fanciullo Maria SS. del Rosario".
Nella ricostruzione furono trovate all'interno del cortile del convento due pietre, una delle quali fu donata al museo cittadino presso il Castello Normanno ; l'altra venne murata all'angolo destro di chi guarda il fabbricato del cortile, vicino alla veranda; ma successivamente, uno degli eredi, Mario Ciancio, riuscì ad ottenere la scultura che era murata nel cortile, la quale doveva essere posta al museo accanto all'altra, mentre attualmente si trova in suo possesso.
L'iscrizione riportata sulla pietra è scritta in lingua spagnola e dice: "Al capitano dele armate - Scipione a suo padre - Cesare Chianches, il figlio questa memoria ha qui consacrata nell'anno 1606". Si pensa che il suddetto capitano venne sepolto in quel luogo dopo un combattimento, perché vicino alle pietre furono trovate delle ossa umane.Dell'antico convento rimane quasi intatto il chiostro in cui si fanno notare gli archi decorati da testine di cherubino e le slanciate lesene in conci di pietra nera levigata.
La Chiesa è inserita nella "cortina" di via S. Pietro, a metà circa del percorso verso p.zza Guzzardi. Essa presenta un bel portale di carattere rinascimentale che è costituito da due paraste laterali scanalate ed una cornice che racchiude la porta d'ingresso.Altare maggiore
Al di sopra della paraste una trabeazione chiude in forma retta il portale; mentre una cornice semicircolare completa tutto il portale, tutti gli elementi sono realizzati in pietra lavica; all'interno dello spazio individuato dalla cornice semicircolare si trova lo stemma dei Domenicani che raffigura un cane bracco con una zampa su di una sfera, che rappresenta il globo.
La Chiesa ad unica navata presenta un vestibolo a quota più bassa e coperto con tre crociere che si chiudono al centro su due colonne. La volta della navata è a botte lunettata, la copertura della Chiesa è a capanna ed è stato ricostruita nel 1847.
L'abside è estradossata e l'altare maggiore, in stile rococò, costruito nel 1785, è di pregiato marmo policromo e poggia su tre piattaforme di marmo bianco; sull'altare vi è il tabernacolo di forma rotonda con una porticina dorata e un bassorilievo raffigurante l'Ostia Sacra. All'estremità dell'altare ci sono due statue di angeli marmoree, quello di destra è stato danneggiato al piede da una scheggia di bomba; continuando in alto vediamo altre due statue marmoree della quali quella di destra raffigura S. Tommaso D'Acquino, il teologo della "Summa teologica", mentre quella di sinistra rappresenta S. Domenico. Martirio del domenicano S. Pietro da VeronaTra le due statue troviamo un trono murato con accanto due statue di angeli in marmo bianco, sormontato da una grande corona in legno per l'esposizione del SS. Sacramento.
Si osserva anche una bella pala raffigurante il Martirio del domenicano S. Pietro da Verona, di Salvatore Bellomo del 1621, un Cristo ligneo risalente al 1600 che ha come sfondo un affresco di Angelo La Naia del 1928 e dello stesso autore un pregevole quadro di S.Teresa del Bambin Gesù.



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