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Chiesa della Santissima Trinità o San Vincenzo
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::Chiesa della Santissima Trinità o San Vincenzo a Mistretta » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa della Santissima Trinità o San Vincenzo

Chiesa della Santissima Trinità o San Vincenzo




La chiesa della SS. Trinità, d’origine normanna, viene comunemente chiamata di San Vincenzo, sia perchè al suo interno vi viene adorato il Santo e sia perchè nell'antichità esistevano due distinti edifici ed istituzioni,il Priorato di San Vincenzo con la propria cappella da una parte, e la Chiesa della Santissima Trinità dall'altra.Il Priorato, che secondo alcuni risalirebbe al periodo normanno, nel 1766 è ancora giuridicamente presente ed è rappresentato da un "collettore" che raccoglie i censi, tra cui quelli dovuti da parte delle Benedettine di Mistretta.
Nel 1101, la chiesa venne ceduta dal conte Ruggero all’Abbazia calabrese della SS. Trinità di Mileto. Sul portale, del XVII secolo, si può ammirare la raffigurazione della Trinità, che qui viene rappresentata con tre figure umane simili.
Dall'altra parte, la Chiesa dedicata alla Santissima Trinità esiste di certo già nel 1593, quando dà il nome al più ricco e popoloso quartiere cittadino dopo quello di San Nicolò, posto anch'esso intra moenia e ai piedi del Castello; ma è la data 1616, incisa in numeri romani (insieme all'invocazione "veni Creator Spiritus" ed al rilievo raffigurante la simbolica colomba) sopra l' architrave del portale a darci il primo elemento cronologico di questo edificio, attestante forse una ricostruzione.
Nel 1661 la chiesa venne rimaneggiata e fu probabilmente l'anno dell'unificazione delle due realtà, con il trasferimento dal Priorato, ormai pressochè diroccato, degli arredi sacri, di almeno la statua lignea dorata di San Vincenzo martire, purtroppo inopportunamente restaurata, negli ultimi anni, con l'aggiunta di una nuova pellicola pittorica sopra quella originaria, e una tela raffigurante il suo martirio.Contemporanea ci dovette essere una rivisitazione, o sostituzione, del portale principale con l'aggiunta del medaglione aggettante la cui tipologia, forma e posizione sopra la chiave dell'arco rimandano a facili confronti con altre chiese locali , anch'esso di gusto rocaille, con elementi conchiliformi e cartouches. La chiesa venne arricchita di altari e la pianta assunse una conformazione quasi ellittica.
Ma ulteriori cambiamenti hanno interessato la Chiesa anche nel corso degli ultimi due secoli: intorno al primo decennio dell'800, a cura probabilmente del sacerdote Domenico Lo Iacono, la pianta della navata da rettangolare viene ridotta internamente ad ottagonale; la copertura lignea sostituita da una volta lunettata;
La facciata è stretta tra due svettanti campanili, culminanti a guglie coniche rivestite di tessere policrome in ceramica. Ignoti mastri stuccatori riconfigurarono gli altari, ricoprendo gli affreschi barocchi con baldacchini, paraste, fregi, festoni, medaglioni e testine angeliche di gusto neoclassico, policromati e decorati da brani di pittura murale di tipo pompeiano. Sul frontone è statua aggiunta, nei primi del '900, la statua dell’Angelo nella bara (scolpita da Noè Marullo).
Attualmente la Chiesa, pur oggetto di molte attenzioni e pur essendo inserita in vari progetti regionali per il suo restauro, necessita di opere di manutenzione urgenti ed improrogabili.



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