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::Palazzo Nicolaci a Noto » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Palazzo Nicolaci Noto

Palazzo Nicolaci Noto

Via Nicolaci



La costruzione si articola su quattro piani di notevole interesse e precisamente: il piano terra detto "dammusato" destinato a magazzini, scuderie, e deposito di generi alimentari; il piano "mediastino" destinato ad abitazione del Barone, committente dell'edificio; il piano superiore adibito a dimora nobile dei familiari; il piano sottotetto destinato ad accogliere la servitù. I locali della costruzione racchiudono una corte interna pavimentata con selciato acciottolato. Degno di ammirazione è il superbo salone delle feste, la cui volta fu affrescata con soggetti raffiguranti scene mitologiche ed alcuni elementi simbolici relativi ai passatempi di don Giacomo Nicolaci.  All'entrata, l'elegante scalone sembra incongruo con l'ambiente circostante, per via della decorazione in stile neoclassico che simula benissimo pareti di marmo. La sala del biliardo è una delle dieci stanze in cui si articola il piano nobile. Sui parati e sul soffitto dipinto domina il colore rosa, abbinato al motivo rosa-verde del pavimento in maiolica.
Il salone delle feste è il degno contraltare alla facciata. Un grande ambiente con una quantità tale di decorazioni e simboli da lasciare stupiti. Le pareti sono integralmente dipinte con una serie di colonnine tutte uguali inframmezzate da tende e nastri e sormontate da una fascia in cui è raffigurato di tutto. Poi si ammira la volta, dove occhieggia una folla di figure allegoriche e, fra le pieghe del drappo che sispalanca per mostrare il carro d'Apollo, fanno capolino oggetti simbolici. Il salone fu decorato nel 1832 dal principe Corrado (nipote del principe).
Giacomo Nicolaci 
Il barone, calvo e non attraente, è possibile ammirarlo nel balcone a destra del grande portone di ingresso. La leggenda dice che sia lui perchè regge un flauto e dal basso sembra curvo. Il flauto è simbolo di saggezza ed il barone che avviò la costruzione del meraviglioso palazzo era chiamato "il gobbo". Apparteneva ad una famiglia borghese che doveva le sue ricchezze alle attività delle tonnare. La posizione finanziaria conquistata permise alla famiglia di acquistare all'asta un feudo e titolo baronale. Giacomo era un uomo molto colto e dai molti interessi, che andavano dalla gnomonica (la scienza degli orologi solari) alla filosofia. Rimase orfano di padre precocemente e nel 1737 decise di attuare il progetto del genitore che, poco prima della sua morte, aveva espresso la volontà di costruire una nuova residenza e di realizzarla in modo magnifico. Il barone Giacomo aveva le idee chiare su come costruire il palazzo  e si  dice che, con l'assistenza di architetti locali, abbia partecipato al disegno del progetto, dandogli l'impronta che oggi ammiriamo.



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