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::Chiesa del Purgatorio a Trapani » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa del Purgatorio

Chiesa del Purgatorio




La famosissima chiesa del Purgatorio prospetta sulla omonima piazzetta lungo la via San Francesco d’Assisi, parallela al principale Corso Vittorio Emanuele.
Fu costruita nel 1688 su progetto di don Pietro Castro, ma il suo prospetto fu realizzato tra il 1712 e il 1714 dall'architetto trapanese Giovanni Biagio Amico, così come testimoniano le date incise sugli zoccoli in marmo alla base.
L'architetto Amico per sua volontà fu sepolto sotto la soglia d’ingresso di questa chiesa, dove sulla navata destra accanto alla sacrestia si trova una lapide-ricordo che la Confraternita di San Michele Arcangelo, nel 1975, appose in sua memoria. La facciata, divisa in due ordini, presenta dodici statue realizzate da Alberto Orlando, in pietra stuccata raffiguranti i dodici Apostoli e sopra al portone una statua a mezzo busto del SS. Salvatore.
Lo slancio della parte centrale, più alta e il movimento nell'ordine inferiore sviluppa gli effetti dinamici dell'architettura barocca, discostandosi dalla moda neoclassicista imperante.
Questo santuario deve la sua fama soprattutto a ciò che custodisce al suo interno, cioè i famosi “Misteri” (ovvero mestieri).
Si tratta del gruppo sacro di "20 gruppi scultorei" risalenti al 1400, realizzate in legno, tela e colla e raffiguranti la passione di Cristo.
Da oltre 400 anni, infatti, la tradizione trapanese coinvolge ed invita devoti, meno devoti e curiosi, ad assistere alla processione dei misteri che avviene il venerdì santo.
Il portone della Chiesa del Purgatorio si apre puntuale alle ore 14:00 e le statue, portate a spalla da veri devoti del luogo, sfilano per 24 ore lungo le vie del centro storico trapanese, accompagnate da marce funebri eseguite da bande musicali locali.
Il rientro, il giorno seguente, avviene nella commozione generale dei processionanti fino alla chiusura delle porte alle loro spalle.
All'interno la pianta è a croce latina ripartito in tre navate per mezzo di colonne. Le navate laterali ospitano tre cappelle con altrettanti altari ciascuna. Transetto con cappelle alle estremità di ogni braccio, absidiole minori, presbiterio rialzato e balaustrato.
Danneggiata durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, fu riaperta al culto nel 1962.
Elenco delle vare, ognuna delle quali rappresentata da una Maestranza:
- La separazione o licenza: a cura del ceto degli orefici;
- La lavanda dei piedi: a cura del ceto dei pescatori;
- Gesù nell’orto dei Getsemani: a cura del ceto degli ortolani;
- La Negazione: a cura del ceto dei Barbieri e Parrucchieri
- Gesù dinanzi ad Erode: a cura del ceto dei Pescivendoli
- La Flagellazione: a cura del ceto dei Muratori e scalpellini
- L'incoronazione di spine: a cura del ceto dei Fornai
- Ecce Homo!: a cura del ceto dei Calzolai
- La Sentenza: a cura del ceto dei Macellai
- L'Ascesa al Calvario: a cura del ceto del Popolo
- La Spogliazione: a cura del ceto Tessili e abbigliamento
- La sollevazione della Croce: a cura del ceto dei Falegnami
- Ferita al costato: a cura del ceto dei Pittori e decoratori
- La Deposizione: a cura del ceto dei Sarti e Tappezzieri
- Il Trasporto al sepolcro: a cura del ceto dei Salinai
- Il Sepolcro: a cura del ceto dei Pastai
- L'Addolorata: a cura del ceto dei Camerieri, Cuochi, Cocchieri, Autisti, Baristi, Pasticcieri, Albergatori, Ristoratori e Affini.

Opere:
- XVII secolo, Passione di Gesù Nazareno, ciclo di sei dipinti, opere di Giuseppe Felici. Documentato nella chiesa di Sant'Alberto, la raccolta è proveniente dall'Oratorio del Collegio dei Gesuiti.
- XVIII secolo, San Giuseppe e San Lorenzo su temi della Purificazione delle Anime, dipinti a guazzo, opere documentate nel presbiterio di Domenico La Bruna.
- XVIII secolo, San Gaetano che contempla l'umanità di Gesù Cristo, dipinto, opera documentata di Giuseppe Felice.
- Madre Pietà dei Massari, opera custodita nell'absidiola destra



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