Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa e convento San Michele alle Calcare
Via Sallemi, 141
Sorgono in via Sallemi (già contrada Sallimi), sul luogo in cui, secondo le visioni del frate cappuccino Francesco Giarratana, nel 1627 durante l'epidemia di colera del 1627, l'arcangelo Michele impedì l'ingresso a Caltanissetta di un appestato, che furtivamente, tentava di introdursi in città dalla porta dei Cappuccini, inserita nel circuito murario che racchiudeva Caltanissetta fino al XVII secolo, prossima all'omonimo convento. Il giorno successivo, in contrada Calcare, nei pressi del bevalo Sallemi, fu trovato, in una grotta, il corpo dell' appestato.
Scongiurato il pericolo di contagio, la città, riconosciuto il miracolo dell'apparizione, grata al Santo,che aveva protetto la città dalla peste, lo elevò al rango di Santo Patrono in sostituzione del Crocifisso o Signore della Città, fino ad allora protettore di Caltanissetta.
Sul sito del ritrovamento, fu costruita una piccola chiesa, di modeste dimensioni, denominata San Michele alle Calcare dal nome della contrada ricca di cave di pietra, ma nel tempo cadde in rovina.
La devozione popolare impose successivamente la costruzione di una chiesa più ampia dedicata al Santo, il quale in più occasioni aveva salvato la città, come ricordato da una iscrizione posta nello scudo sul frontone della chiesa che recitava: Michael Arcangelus stetti in ausìlio pro populo suo ann. 1625, 1837, 1854.
Venne riedificata, assumendo l'attuale forma, a seguito del colera del 1837 come forma di ringraziamento a san Michele, a cui venne ricondotta la protezione della città dall'epidemia.
La chiesa e il convento agli inizi del Novecento.
Il convento risale al 1888 e fu il terzo convento dei cappuccini; la sua realizzazione, tenacemente voluta da padre Angelico Lipani, fu resa necessaria a causa dello sfratto dei cappuccini nel 1866 dal loro secondo convento, nell'odierno viale Regina Margherita, in seguito alla confisca dei beni ecclesiastici post unità d'Italia. Cronologicamente, si tratta del terzo convento Cappuccino in città, dopo il convento di contrada Xiboli, inglobato nella distilleria Averna, e il convento di contrada Pigni, trasformato in ospedale nel 1866.
Cronologia delle principali fasi costruttive
XVIII sec. - preesistenza di una chiesetta rurale
1837 - ricostruzione con ampliamento della chiesa
1855 - costruzione dell'attiguo convento dei frati Cappuccini
1906 - Il piano di calpestio della chiesa viene abbassato per facilitare l'uscita del simulacro dell'Arcangelo in occasione delle processioni.
Prima metà del XX sec. - il convento viene ampliato.
Posizione
La scelta del sito, oggi inglobato in un contesto urbano, nasce dalla tradizione popolare. Oggi i fatti narrati precedentemente sono ricordati nella toponomastica con l'intitolazione della via retrostante alla chiesa a Fra Giarratana. Un tempo, dal sagrato della chiesa, era possibile vedere quasi interamente la città che si sviluppava a valle; oggi l'edilizia della seconda metà del secolo scorso ha parzialmente
interrotto tale rapporto.
Descrizione
Il convento,che ancora oggi ospita i frati, ha linee architettoniche estremamente semplici, con taluni elementi significativi sul cortile interno. Degno d'interesse il prospetto relativo alla parte più antica del convento, posto in adiacenza della chiesa. Quest'ultima ha facciata piana con intagli in pietra arenaria. Uno scudo con dedica al Santo è posto sulla cornice soprastante il portale d'accesso. Nel secondo ordine si apre una finestra circolare centrale con due edicole ai lati. In sommità il timpano triangolare è fiancheggiato da acroteri poggianti sulla cornice dentellata.
L'8 maggio di ogni anno, in occasione dell'anniversario dell'apparizione a fra Giarratana, vi viene condotta in processione la statua di san Michele, scortata dalla Real Maestranza. La statua, opera dello scultore Stefano Li Volsi, è abitualmente custodita in Cattedrale, ma per pochi giorni permane all'interno della chiesa di san Michele; per tale motivo la processione prende il nome di "San Michele in villeggiatura"