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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Torre dell-Ursa

Torre dell-Ursa

Punta Raisi



La torre della tonnara dell'Ursa, detta anche tonnara dell'Orsa, è una torre di difesa costiera sita nel territorio tra Carini e Cinisi, che faceva parte del sistema di Torri costiere della Sicilia quale sistema difensivo di avvistamento di naviglio saraceno. Infatti le coste mediterranee erano tormentate dai corsari barbareschi e dai corsari ottomani. Successivamente la torre veniva utilizzata per l'avvistamento dei branchi di tonno per l'annessa tonnara.
La torre si erge nella località di Fondo Orsa che si trova sulla punta estrema di una penisoletta bassa e rocciosa che verso est forma un'ansa con una piccola baia dal basso fondale, in provincia di Palermo ricadendo nel territorio comunale di Cinisi. La tonnara e la torre sono raggiungibili seguendo una stradetta di servizio poco dopo lo svincolo Marina di Cinisi dell'autostrada Palermo - Mazara del Vallo, ovvero seguendo la diramazione per Punta Raisi in direzione Aeroporto Falcone e Borsellino all'altezza dello svincolo di Villagrazia di Carini.
Non è in funzione, sin dal momento della sua virtuale inaugurazione, la fermata "Tonnara dell'Orsa", della metropolitana Palermo - Aeroporto, benché essa sia perfettamente completa e funzionale. La strada interna che una volta collegava la torre con Cinisi, ora si interrompe proprio all'altezza del posteggio auto al servizio della stazione della metropolitana. Proseguendo a piedi si può utilizzare un sottopassaggio pedonale al disotto dell'autostrada e raggiungere la torre (attenzione: d'inverno è spesso allagato).
Tutto il complesso è di proprietà del Comune di Cinisi, che ne ha concesso provvisoriamente alcuni ambienti alla sezione locale di Legambiente che può essere contattata per una eventuale visita guidata.

Storia
Nel 1569 per disposizione dell'Abbazia di San Martino fu costruita la torre, e il complesso della tonnara divenne un baglio fortificato con due o tre dammusi: "… turram unam idamusatam cum duobus vel tribus dammusis …".Nel 1578 l'architetto reale Tiburzio Spannocchi nel corso della sua ricognizione la trovò del tutto compiuta e suggerisce che si faccia "guardia continua".
Suggerimento ripreso nel 1584 da Camillo Camilliani e sempre nel 1584 la Deputazione del Regno di Sicilia decise di includerla tra quelle da essa amministrata, per garantire meglio la gestione militare. Nel 1714 si cita che la torre era a guardia di un piccolo porto in cui un piccolo naviglio, del tipo feluca, imbarcava formaggi e derrate agricole.
Nel 1804 la torre è citata in quanto i torrari risultano nella contabilità della Deputazione del Regno, in numero di due con tre cannoni e due fucili a schioppo con un salario di 17 onze l'anno. I cannoni erano sicuramente quelli poi citati dal Mangiapane[3] che testualmente riporta: "… ub cinquant'anni addietro (nel 1863 circa ?) vi si vedevano ancora quattro cannoni. Uno di questi portava l'iscrizione: Magister Ioannes de Balo me fecit 1576. In un altro di detti pezzi, sotto l'effigie di San Benedetto vi era il motto: A vice tronitrui tui formidabunt 1618.".

Architettura e aspetto attuale
L'ingresso alla torre avviene attraverso un arco ogivale, l'ingresso principale al baglio della tonnara, che si presenta a pianta quadrata, con un cortile interno cinto fra spesse mura. Nell'angolo destro, vicino al mare, chiude la cinta muraria la torre, che si presenta a due elevazioni a pianta quadrata sostenuta agli angoli da costoloni in pietra dura che s'interrompono all'altezza del marcapiano. A sinistra della torre si trova il "rivellino", anch'esso a pianta quadrata, dal quale si controllavano i movimenti nell'entroterra, con camminamento, feritoie e caditoie, quasi un vero e proprio torrino. Il sistema di raccolta delle acque, con pozzo e cisterna, era indipendente rispetto a quello della torre. La torre si presenta con un impianto planimetrico quadrato, di circa metri 10,50 per lato, e con muri spessi dai 2 ai 3 metri. L'ambiente di piano terra si presenta con volta a botte, e verosimilmente era usata ab inizio come cisterna, per come attestano Mazzarella e Zanca che nel 1985 vi rinvennero una botola murata. L'ingresso ora avviene dal baglio tramite una porta che si apre al primo piano, vano quadrato di circa 6 metri di lato, con una passerella in ferro che lo ricongiunge con il cammino di ronda posto sulle mura perimetriche.
Mentre la porta che dà sull'esterno, lato est, era utilizzata in caso di necessità essendo servita da una scala retrattile di legno. La porta esterna è affiancata da una feritoia obliqua che serviva al controllo del suo accesso. Il lato nord-est, che dà verso il mare aperto, presenta anch'esso due feritoie oblique.
Per raggiungere il tetto esiste una scaletta in pietra incassata nei muri esterni, il parapetto della terrazza è quasi tutto ribassato, e sul lato nord-ovest è interrotto ove insistono due "troniere".




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